Riforma della giustizia? Fatto.
Riforma del lavoro? Fatto.
Legge elettorale? Fatto.
Riforme istituzionali e Senato? Fatto.
Riforma della scuola? Fatto.
Se bastasse un powerpoint, una slide con le linee guida, un'annuncio, questo governo avrebbe riformato buona parte del sistema paese. Ma annunci e slide non bastano, come non sono bastati gli 80 euro a far cambiare passo alle famiglie italiane.
Gli indicatori della crisi non cambiano, gli investitori internazionali non si sono dimostrati interessati alle nostre aziende, il debito cresce: Renzi è andato in Europa per cercare di far partire un dibattito sulla flessibilità (dei conti, non quella del lavoro). Se dovessimo rispettare i patti che altri governi prima hanno firmato, potrebbero servire altre manovre e altri miliardi.
Dunque Renzi aperto al dibattito in Europa, ma uomo solo al comando in Italia.
Perché non si può ricattare un partito che ha preso il 41%.
Per il momento la Germania (e altri paesi del nord) non ne vogliono sapere.
In Italia, invece, il patto del Nazareno tiene. E non sai quale delle due notizie sia la peggiore.
Perché, scremate dai fiumi della retorica renziana (la velocità, la palude, #lasvoltabuona), dietro annunci e propositi si cela una vena restauratrice che dovrebbe far riflettere in molti.
Col nuovo assetto di Camera e Senato avremo un parlamento di nominati alla mercè dell'esecutivo che, con il 22% si prende tutto. Maggioranza, presidente della repubblica, Csm, Corte Costituzionale (per i laici che nomina la politica). Torneremo al vecchio parlamento sabaudo, post unitario, dove ancora non esisteva il suffragio universale e nelle Camera si entrava per titolo o per censo.
Ferdinando Petruccelli nel libro “I moribondi del Palazzo Carignano” descrive così il parlamento:
«Il Parlamento italiano componesi di 443 membri; ciò che sur una popolazionedi circa ventitré milioni di abitanti dà quasi un deputato per sessantamila anime. La Camera ha validate 438elezioni. Si è in via di rifare le altre. Su questi 438 deputati vi sono: 2 principi; 3 duchi; 29 conti; 23 marchesi; 26 baroni; 50 commendatori o gran croci; 117 cavalieri, di cui 3 della Legion d’onore; 135 avvocati; 25 medici; 10 preti [...]; 21 ingegneri; 4 ammiragli; 23 generali; un prelato; 13 magistrati; 52 professori, exprofessori, o dantisi come tali; 8 commercianti o industriali; 13 colonnelli: 19 ex-ministri; 5 consiglieri di Stato; 4 letterati; un bey nell’Impero ottomano, il signor Paternostro; 2 prodittatori; 2 dittatori; 7 dimissionari; 6 o 7 milionari; 5 morti che non contano più, ben inteso; 69 impiegati, sopra 88 che sono ammessi dallo Statuto; 5 banchieri; 6 maggiori; 25 nobili senza specifica di titolo; altri senza alcuna disegnativa di professione; e Verdi! il maestro Verdi. Non si dirà per certo giammai che il nostro è un Parlamento democratico! Vi è di tutto, il popolo eccetto».Gian Antonio Stella nel libro “I misteri di viadell'Amorino” racconta della cessione della gestione dei tabacchi ad una società privata. Per evitare discussioni pericolose alla Camera, il re Vittorio Emanuele chiudeva le camere nei mesi estivi. Potremmo fare lo stesso: chiudere Camera e Senato dopo l'approvazione dell'Italicum e delle riforme, per evitare troppe discussioni.
Un emendamento del PD sulle riforme, le leggi del governo possono essere approvate in due mesi: niente ostruzionismo, pena la ghigliottina (come per il decreto su Bankitalia).
Grazie alla lettera segreta di Napolitano a Vietti, si ripristina il vecchio principio accentratore dei procuratori capi: il sostituto procuratore non è più libero di indagare come vuole (già lo si era capito con l'indagine sulla trattativa Stato – mafia). Pochi procuratori capi possono dunque controllare il funzionamento della giustizia in tutte le procure del paese.
Con tutto ciò che ne consegue sull'obbligatorietà dell'azione penale, sulla terzietà eccettera.
Perché il giudice sarà soggetto al giudizio del capo, del CSM di nomina politica e il cui presidente è espressione della maggioranza.
Quanti fascicoli rimarranno nel cassetto?
Oggi su Repubblica il ministro Orlando ripete “Sulla giustizia niente inciuci con la destra”. Come dobbiamo chiamare il fatto che il partito del 41%, che non si fa ricattare dalle sue correnti, non è riuscito ancora a fare una legge seria su autoriciclaggio, sul ripristino del falso in bilancio, sulla prescrizione e sul rientro dei capitali dall'estero?
Per anni si è discusso di conflitto di interessi, di corruzione, di evasione, di lotta agli sprechi, di lotta alle mafie, di premiare il merito. Di un'informazione che controlla la politica e non di un'informazione che vive grazie ai fondi della politica.
E oggi ci ritroviamo con un'informazione a servizio. Non cambia nulla se ora, anziché B. (quello della frode Mediaset, l'amico di Dell'Utri, delle leggi ad personam, del bunga bunga) ci sia un ragazzo giovane e simpatico. Semplicemente rende il tutto ancora più vergognoso.
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