Una squadra giovane, multietnica (dove Hezil non è turco ma un tedesco come gli altri), che ha corso per tutta la partita (beh, nei supplementari un pò meno).
La squadra di un paese che dopo i tracolli del 2004 è riuscito a riformare il calcio: le squadre hanno bilanci in ordine, hanno l'obbligo dei vivai, devono investire sui loro talenti:
Tutto inizia nel 2001, dopo l’eliminazione dall’Europeo di Belgio e Olanda di qualche mese prima. Il progetto della DFL, la lega calcio tedesca, è a lunga gittata e pone le basi dal reclutamento. È così che dodici anni fa viene introdotto l’obbligo per tutte le società di Bundesliga e Bundesliga 2 (la nostra serie B) di avere una squadra in ogni categoria giovanile a partire dagli under 12. Il mancato rispetto di questo vincolo comporterebbe la revoca della licenza di partecipazione al campionato. E per favorire la crescita dei giovani talenti tedeschi, ogni formazione dall’under 16 in su deve avere in rosa almeno 12 giocatori candidabili a una maglia della nazionale di categoria. Ne è scaturita una corsa a chi investe meglio che nel 2013 ha portato i club a spendere 80 milioni di euro nei settori giovanili (+3,3 per cento rispetto al 2011/12), facendo lievitare a 820 milioni il totale dei fondi destinati alle accademie del calcio dal 2001. E per accorciare il gap tra le società – che per ovvie ragioni non possono avere la stessa forza economica – la Federcalcio tedesca ha creato un fondo comune per aiutare i club con meno risorse, che hanno sfruttato l’occasione per sfornare talenti e rivenderli alle big ingrossando il conto in banca. Risultato: oltre la metà dei giocatori della Bundesliga sono tedeschi e spesso cresciuti in piccole realtà come Wolfsburg, Friburgo e Rostock. E’ così che sono maturati cinque punti fermi del ct Loew come Neuer, Schurrle, Hummels, Gotze e il grande assente in Brasile, Reus.
Ecco, basterebbe ammettere almeno questo, ammettere la superiorità e starsene zitti (non salire sul carro del vincitore ora).
Perché altrimenti, a vedere i titoli di oggi di certi giornali, verrebbe da ritirare fuori quelli vergognosi dopo la vittoria nell'Europeo del 2012. Una vittoria su cui molti hanno poi continuato a campare.
Anche nel calcio, lo spread con l'Italia è cresciuto in questi anni. Non solo nella gestione del calcio, ma anche dal fatto che mentre in Germania il presidente del Bayern Hoeness è finito in carcere dopo la condanna, in Italia il padrone del Milan è finito a Cesano Boscone.
E sta riformando le istituzioni assieme al presunto rottamatore.
Noi abbiamo solo rottamato lo sport e la sportività.
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