Draghi tira dritto anche sulla giustizia: non essendo Conte o Bonafede, lui può farlo, ovvero impostare una riforma della giustizia come va bene a lui, dove si reintroduce la prescrizione di fatto, con la scusa che lo chiede l'Europa. Cosa non vera, poiché l'Europa chiedeva di avere processi in tempi minori, che non durino anni oppure finiscano nel nulla della prescrizione.
Questa riforma non tocca i tempi dei processi anzi spingerà ancor di più agli imputati che se lo possono permettere di dilungare i tempi, andare sempre in appello.
Come noi, scrive Antonella Mascali sul Fatto Quotidiano, solo la Grecia fa proseguire la prescrizione va avanti anche a processo in corso.
Ma ce lo chiede l'Europa e dunque è giusto avere un Draghi "schiacciasassi" come lo definisce oggi sul Foglio il direttore Cerasa.
Peccato che a rimanere schiacciate saranno le vittime poco illustri di processi che riguarderanno i potenti: il processo sulle morti per amianto, per la strage di Viareggio, contro le violenze della Diaz e nel carcere di Bolzaneto, il processo per l'avvelenamento dell'Ilva a Taranto, il processo per il crollo del ponte Morandi.
Ma evidentemente non tutte le vittime e non tutti gli italiani sono uguali davanti la legge.
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