«Non ci sono più gli eroi» disse lei mentre si rivestiva, fingendosi delusa. «Oggi l’eroismo è resistere» ribatté il commissario improvvisamente serio.
Oggi l'eroismo è resistere a questa restaurazione spacciata per riformismo competente.
Come fanno quelli che dieci anni criticavano il processo breve, la riforma di Alfano per salvare l'allora presidente del consiglio Berlusconi dai processi. Ma noi, che resistiamo, abbiamo ancora memoria e non ci facciamo prendere in giro dagli influencer che parlano di riforma della giustizia attesa da vent'anni, senza cui non avremo soldi dall'Europa.
Resistere a questa assuefazione al ritorno al passato: il fossile, il gas, perfino il mini nucleare perché la vera svolta ecologista non ce la possiamo permettere. Quando invece non possiamo permetterci di continuare ad inquinare il pianeta, l'aria, la terra, il mare con plastiche, rifiuti tossici, co2.
Resistere a queste polemiche su greenpass, dittatura sanitaria e diritti tolti. Quando a settembre riprende la scuola e poco è cambiato, quando ad ottobre si tornerà in ufficio usando i mezzi pubblici.
E per qualcuno il problema purtroppo nemmeno si pone. Saranno quelli lasciati a casa in nome della restaurazione, della ristrutturazione, del boom economico che passa per lo snellimento del personale, dei contratti, dei rami secchi.
Oggi eroismo è resistere alla tentazione di mollare tutto, lasciar perdere, dimenticare.
Dimenticare il G8, Genova, le violenze. Dimenticare Borsellino, la trattativa, il tabù delle torture di stato e del rapporto mafia politica.
Dimenticare la sanità regionale, feudo dei politici e dei loro fedeli, che non verrà toccata.
Dimenticare tutto.
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