Panorama (una rivista di proprietà del cavaliere) rivela che il presidente del Consiglio sarebbe iscritto nel registro degli indagati a Catanzaro.
Se un giornale anticipa una notizia vera si può parlare di scoop, anche se si tratta di notizie riservate. Altrimenti, visto che il procuratore capo non è era a conoscenza, si tratta di calunnie. Sempre nello stile dei giornali del cavaliere. Feltri e Belpietro docet.
Prodi sarebbe indagato perchè il suo nome compare nell'agenda di Antonio Saladino, lunga manus della Compagnia delle Opere in Calabria, che avrebbe rubato milioni di euro dai fondi comunitari.
L'inchiesta “Why not”, se proprio ne vogliamo parlare, coinvolge (secondo la superteste da cui è partita l'inchiesta) molti altri politici: Pisanu, Cesa, Gasparri, Alemanno, Rutelli e Mastella. Uomini della guardia di finanza (Paolo Poletti) e dei servizi (uno del Cesis e il capocentro del Sismi a Padova).
Indagati anche politici della giunta calabrese: da Nicola Adamo (vicepresidente e segretario regionale DS), Mario Pirilli e Gianfranco Luzzo.
In Calabria è indagato anche Franco La Rupa, capogruppo regionale Udeur, per corruzione e concussione.
E così salgono da 33 a 50 i consiglieri regionali calabresi indagati o imputati o condannati. In Parlamento sono solo il 10%.
Ma niente paura: Loiero, presidente regionale è tranquillo “perchè qui se non ti sei preso almeno un avviso di garanzia vuol dire che conti zero”.
Indagati pure il capogruppo Ds, Giuseppe Bova e il capogruppo della Margherita, Giuseppe Scurco, condannato in via definitiva per falso e frode.
La Calabria: la regione dove ogni cosa è intrecciata, per dirla alla Gianni Barbacetto (che cita Jonathan Foer).
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