Una sfida a due: da una parte Daniel Pell, appena sfuggito dalla prigione dove era detenuto per lo sterminio della famiglia Croyton, avvenuto anni prima, mentre era a capo di una specie di setta, o famiglia, di cui era il leader carismatico.
Dall'altra, l'esperta di cinesica, Kathryn Dance, agente del CBI (California Boureau of Investigation), (personaggio già presente nel libro di Deaver "La luna fredda"), chiamata ad interrogare Pell per un nuovo omicidio per il quale non è stato ancora trovato il colpevole.
Dopo la fuga dall'aula del tribunale dove era rinchiuso, è l'agente Dance e la sua squadra a mettersi sulle sue tracce.
Daniel Pell è chiamato il "figlio di Manson" per la sua capacità di influenzare le persone: per prime le ragazze che componevano la sua "famiglia", la setta di cui è il leader, anni prima.
Daniel si sente come il pifferaio magico della favola dei fratelli Grimm: "il pifferaio magico della California".
Quello che aveva fatto sparire i bambini di un paese attratti dal suono del suo piffero.
E che, secondo una sua interpretazione, avrebbero costituito una comunità autonoma e isolata dal mondo.
Anche lui avrebbe creato la sua comunità, di cui lui sarebbe stato il capo indiscusso:
"Daniel era affascinato dall'idea che esistesse una persona in grado di trascinare centinaia di persone lontano dalle famiglie per diventare la loro nuova figura paterna."
Ragazze con dei trascorsi familiari difficili: come Linda, Samantha e Rebecca. La sua "famiglia". E che ora l'agente Dance chiama a collaborare per la cattura del loro ex leader.
Per loro sarà un ritorno al passato, da cui non riescono a fuggire:
"E' strano. Sfuggire al passato è come essere un cane alla catena. Per quanto voglia correre, non si può allontanare".
Daniel sfrutta sia il suo sguardo magnetico, quegli occhi gelidi in grado di mettere in difficoltà chi si trova davanti. Ma la sua vera forza è nello scovare i punti deboli della personalità della vittima che vuole plagiare.
Inventarsi storie che creino un collegamento con la vittima: condividere una paura, trovare passioni comuni, giocare sul sesso (l'altro ha l'anello?), fare qualcosa di sciocco e riderne, guadagnarsi simpatia e apparire una brava persona, galante.
Conquistarsi la fiducia poco alla volta e, in questo modo, ottenere il controllo.
Perchè il vero obbiettivo del "figlio di Manson" è il controllo: e tutte le persone che sfuggono il suo controllo sono delle minacce: e "Le minacce devono essere eliminate".
Anche l'agente Dance, da inseguitrice, si ritrova preda di un assassino che usa gli stessi schemi di minaccia, contro la famiglia e gli affetti.
Kathryn e Daniel sono, in fondo, entrambi esperti nel campo dell'analisi e del controllo e nell'osservazione i segnali di stress: sudore, rossore sul viso, l'inizio di un tic nervoso, toccarsi la fronte.
Usare espressioni come "Non ricordo", "lo fanno tutti", "credo che ..".
La sua regola negli interrogatori: "In un interrogatorio il nemico non è colui che mente, bensì la menzogna."
"La bambola che dorme" è un thriller che si muove come una partita a scacchi, lento all'inizio, specie se paragonato ai precedenti libri di Deaver.
Ma riesce a decollare nel finale, dove non possono mancare i classi colpi di scena del "più grande scrittore di thriller dei giorni nostri", come dice il Times.
Una seconda differenza riguarda il piano di indagine: non più solo prove raccolte dalla scena del crimine, da analizzare usando database e strumenti da laboratorio.
La gara tra l'agente e il killer sarà, per l'uno, l'anticipare le mosse dell'altro.
Sul filo dell'indagine psicologica, Kathryn dovrà affrontare un nemico crudele, astuto e imprevedibile.
La recensione del libro su Wuz.
Il libro su internetbookshop.
Technorati: Jeffery Deaver
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