06 luglio 2007

Esempio cinese

La via cinese al controllo di internet. Per fermare il terrorismo. L'idea di Franco Frattini, commissario UE con delega alla giustizia.
Che prevede un accordo internazionale per bloccare i siti bombaroli.
Ma nessun accordo su pena di morte e tortura.

Perchè i ragazzi islamici non devono trovare le istruzioni per costruirsi una bomba.
Ma possono essere rapiti e torturati, come Abu Omar.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ovviamente il problema del terrorismo è serio e richiede un intervento. Il pericolo che il Web possa diventare un mezzo utilizzato dai terroristi per scambiarsi messaggi e informazioni che potrebbero minare la sicurezza internazionale è concreto, ma operare meccanismo censori simili a quelli adoperati per mettere a tacere i dissidenti e imporre una visione distorta della realtà utilizzati dalla Cina, mi sembra troppo richioso per la libertà di espressione. Faccio un esempio per far capire da dover nascono le mie preoccupazioni: questi meccanismi di prevenzione al terrorismo ovviamente non riguardano la televisione perchè lì c’è un controllo ex-ante. Non tutti possono avere accesso all TV, ci sono dei meccanismi di selezione. In Rete, invece, chiunque può avere un proprio punto di presenza (i blog ne sono un esempio e non a caso sono tra le pagine Web più censurate in Cina ). Tramite il Web chiunque può partecipare al dibattito pubblico e ciò comporta un aumento della libertà di espressione. Introdurre dei meccanismi di controllo ex-ante anche in Internet (sebbene per un fine nobile), andrebbe in ogni caso contro la sua natura democratica. E poi... chi decide quali siti censurare e quali no? Secondo quali criteri? E se un giorno si adoperasse questo sistema per praticare forme di censura come quelle cinesi? E con la privacy, come la mettiamo?

Non so come si possa risolvere il problema del terrorismo online, ma applicare misure silmili a quelle che si applicano in uno stato illiberale, non mi sembra la soluzione...

salpetti.wordpress.com