29 luglio 2007

Anime nere a cura di Sergio Altieri

Diciotto racconti, diciotto storie nere raccontate da diciotto scrittori diversi. Come diverse sono le ambientazioni storiche e geografiche: dal medioevo dell'epoca delle Crociate di Ben Bastor all'attualità della lotta al terrorismo portata avanti da agenzie più o meno legali. Se diverse sono le storie, lo stesso è l'obiettivo: “Abbiamo incontrato il nemico - disse un grande saggio - e il nemico siamo noi”.
Il vero orrore non è quello dei mostri, del sovrannaturale, dell'immaginario: l'orrore è ciò che ci racconta la cronaca del quotidiano. Il mostro si nasconde non dentro le bare piene di terra sconsacrata, ma è il compagno di lavoro, l'amico, lo sconosciuto che incontri per caso (per strada, per lavoro o in un pellegrinaggio). L'amico di cui ti dovresti fidare e che invece non esita a colpirti, con feroce crudeltà.
I mostri li abbiamo partoriti noi, figli della nostra stessa società, di quelle passate (come dimostra il racconto ai limiti dell'ironia di Claudia Salvatori), da quando si è dimenticati del significato della parola pietà.
Non tutti i racconti si dimostrano all'altezza: alcuni dei racconti di “Anime nere” sono più che bozze o idee di progetti più ampi, finiti nel cassetto. Altri sono storie che, dovendo finire in poche pagine, sono state quasi soffocate.
Tra tutti, emergono i racconti di Ben Pastor (“Arduino e i pellegrini” per la suggestiva ricostruzione storica); sicuramente quello di Sandrone Dazieri (“Tutto il resto è boia”), per il colpo di scena finale e l'idea originale del racconto nel racconto. Infine, per l'attinenza ai temi dell'attualità (servizi segreti, dossieraggi illegali), quello di Stefano di Marino “I lupi muoiono in silenzio”.
“Ci sono questioni .. internazionali che oggi, come vent'anni fa, la Farnesina ritiene più opportuno affidare a collaboratori esterni privati, slegati dai governi. Destra, sinistra che importanza ha?”
“Giusto – annuii – tanto sono tutti uguali, no?”
“Quando si mangia alla greppia della politica internazionale, alla fine non fa differenza. La Ditta, la mia organizzazione ha garantito per anni che bombaroli beduini non mettessero ordigni sui nostri aerei o tagliassero la testa a pacifisti coglioni partiti per le loro crociate e finiti nelle mani dei banditi. Intermediazioni, compromessi .. insomma il Belpaese. E oggi non è molto diverso. Sono solo cambiate le parti cotrattuali. Io sono stato emarginato. Negli ultimi anni, della pulitura delle fogne all'estero si è occupato un nuovo organismo. Qualcosa chiamato il Comando. Contrattuali, ex militari, gente in gamba e molto disinvolta. Gente che forse ha esagerato.”

Per concludere, forse bisognava puntare su meno autori nella raccolta.

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