Ogni tanto ritornano. I picconatori dei magistrati e i revisionisti della stagione di "Mani pulite". Come Angelo Panebianco, sul corriere.
" la politica non è stata ancora capace di trovare, sul piano istituzionale come su quello simbolico, le risorse necessarie per riportare a fisiologica normalità i rapporti fra potere giudiziario e poteri rappresentativi. Questa incapacità della classe politica non è dipesa da una sua generica e presunta «debolezza» ma dal fatto che essa è sempre stata profondamente divisa sul che fare."
La colpa non è dei politici corrotti, collusi con la mafia o in associazione.La colpa è delle procure che indagano su di questi.
Nel 1992, la magistrature fece solo il suo dovere. E i partiti politici, alcuni, non poterono, come in passato, far finta che non fosse successo nulla.
La gente aspettava Bottino Craxi (il latitante) sotto l'Hotel Raphael per sbeffeggiarlo.
I giovani di AN gridavano ad Andreotti che gli avrebbero fatto loro il giusto processo.
I leghisti, poi cavalcarno l'onda, col cappio sventolato in aula.
Tutti impazziti, allora?
Vogliano ricordarci che, a cusa della corruzione nel sistema dei partiti (anche nel PCI PDS), l'Italia rischiava di rimanere fuori dall'Europa, causa il suo debito pubblico?
Vogliamo ricordarci di Poggiolini, De Lorenzo, De Michelis, Gava, Craxi ..????
"Il Pds, poi Ds, divenne il «partito delle procure», la lobby parlamentare più sicura e affidabile su cui i gruppi di magistrati più attivi potessero contare al fine di impedire interventi non graditi del potere politico. Non c'è nulla di strano, sia chiaro. La politica è fatta di convenienze e ai Ds conveniva (o così a loro sembrava) essere schierati con la rivoluzione giudiziaria e i suoi protagonisti."
Come spiega Panebianco, allora, le leggi fatte dall'Ulivo, prima del secondo governo Berlusconi (pentiti, patteggiamento allargato, giusto processo, il 41 bis che viene revocato a centinaia di mafiosi), contro l'azione della magistratura?
Come spiega il fatto che, oggi, le leggi vergogna non vengano tolte?
"Oppure si prenda il caso della famosa (e irraggiungibile) separazione delle carriere. In privato, non c'è quasi nessuno, anche a sinistra, che non ne riconosca la decenza, prima ancora che la coerenza con la deontologia della democrazia liberale."
In quali stati esiste la separazione delle carriere?
La risposta la da Travaglio nel libro "La scomparsa dei fatti". Esiste nelle democrazie sudamericane e in Portogallo.Non in molti stati europei. Come la mettiamo con questo pensiero liberale?
Il problema non sono i magistrati che entrano nella scena politica, ma i politici che entrano nella scena criminale.
Come possiamo permetterci degli indagati dei condannati al Parlamento?
Il problema non sono i silenzi sulla stagione del 92 ... ma sono le troppe balle.
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