10 luglio 2007

C'è ma non si vede

Esiste a Milano una criminalità visibile e una invisibile.
Contro gli insediamenti abusivi dei Rom, contro i borseggi, contro le risse degli extracomunitari nei parchi pubblici, è pronta la reazione delle istituzioni.
Milanesi state tranquilli: i parchi sono più sicuri...
Però non bisogna dimenticarsi della mafia sommersa, della 'ndrangheta: come all'Ortomercato, dove in un palazzo del comune era presente una delle centrali di spaccio. Che magari finiva nei locali in della Milano by night.

E chi denuncia rischia anche la propria pelle: come il sindacalista Iose Dioli, cui la mafia ha bruciato la porta di casa.
Iose Dioli, sindacalista di Casaletto Vaprio, aveva denunciato la presenza della mafia calabrese all'Ortomercato di Milano.
L'altra notte attentato intimidatorio contro la sua casa.
Il gesto intimidatorio sarebbe da ricondurre alle molteplici denunce esposte all'autorità giudiziaria da parte dell'uomo, sindacalista 53enne, responsabile della sicurezzza presso il mercato ortofrutticolo (il più grande d'Italia): Dioli aveva già subito delle minacce di morte il novembre scorso perché aveva denunciato a più riprese la presenza di lavoro nero, capolarato e della mafia calabrese nell'ambito del lavoro interno all'ortomercato milanese.


Ma forse gli unici sindacati che fanno notizia sono solo quelli arrestati per essere presunti brigatisti. La mafia c'è, ma non si vede.
Se poi a questo aggiungiamo la notizia che non ci sono fondi per risarcire le vittime della mafia, forse anche le vittime dovrebbero fare la cortesia di sparire.

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