L'America della speranza, quella che sa guardare al futuro, che vuole unire anziché dividere, che lavora per tutti, per il povero e per il ricco, per il bianco e per il nero.
Quella che vuole abbattere i muri, ciò che separa e divide le persone: perchè tutti viviamo su questa terra, sotto questo cielo. Quella che si schiera per una politica in favore, piuttosto che per una politica contro.
Questa l'America raccontata da Emilio Estevez in Bobby: quella dei dipendenti latino americani maltrattati dal responsabile; di una giovane cameriera che sogna di andare ad Hollywood; della moglie del direttore del responsabile che scopre il tradimento del marito. Una giovane ragazza che sposa un compagno di scuola per evitargli il Vietnam; una coppia sposata da tempo che cerca una seconda luna di miele.
Di un vecchio dipendente dell'albergo Ambassador, dove Bobby verrà a celebrare il suo ultimo discorso dopo l'esito delle Primarie e due giovani volontari per la campagna elettorale di Kennedy, che provano l'effetto delle droghe.
Tutte queste storie, le loro speranze, spazzate via in quella notte, con quel finale così tragico che culmina con l'assassinio in diretta.
Finale nel quale viene riproposto il discorso di Robert Kennedy:
"What I think is quite clear is that we can work together in the last analysis. And that what has been going on with the United States over the period of the last 3 years—the divisions, the violence, the disenchantment with our society, whether it is between blacks and whites, between the poor and the more affluent, or between age groups or over the war in Vietnam—that we can start to work together again. We are a great country, an unselfish country, and a compassionate country. And I intend to make that my basis for running."
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