Tra chi si opponeva a questa riforma delle pensioni figurava l'ex ministro Dini. Baby pensionato, grazie alla riforma che lui stesso si è fatto, nel 1997: il parlamentare con una sola legislatura va in pensione a 65 anni. Ma ogni anno in più da diritto ad un accorciamento di un anno. 10 anni “onorevoli”? Pensione a 60 anni. 15 anni “onorevoli”? Pensione a 55.
Tra l'altro, una riforma non retroattiva.
Un'altra cosa che non si dice è che il fondo pensioni per i dirigenti è in deficit per 35 miliardi di euro: come la finanziaria di lacrime e sangue. Il fondo è stato fatto confluire, nel governo Berlusconi, nell'Inps (che invece è in attivo). Dunque le pensioni ai dirigenti le paghiamo noi.
E mentre ci si indigna sul fatto che in Italia ci sia gente che voglia andare in pensione prima, si viene a sapere che Matteo Arpe, dopo la fusione tra Capitalia e Unicredit, ha preso una liquidazione di circa 62 milioni di euro (31 ml di liquidazione, 16 ml di investimenti personali, 15 di plusvalenza per le sue stock option). Cesare Geronzi ha ricevuto, dal cda di Capitalia, un premio di circa 30 ml di euro. Riassumendo, nel giro di qualche mese, 90 milioni di euro si sono volatilizzati dalle casse di Capitalia per finire nelle tasche di due manager. Che non avranno problemi di pensione integrativa.
Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
22 luglio 2007
Alcune informazioni sulle pensioni
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento