In un unico libro, tre dei quattro gialli scritti a quattro mani da Piero Colaprico e Pietro Valpreda, con protagonista il maresciallo dei carabinieri Pietro Binda.
Un libro che è un omaggio alla città, al dialetto, al mestiere dell'investigatore (Colaprico è un giornalista di nera).
Tre indagini che partono da un fatto di cronaca per raccontarci pezzi di storia, pezzi di Milano, storie di tragedie che si consumano dei tempi odierni.
Ma che, come ne "I maimorti" affondano in uno dei periodo più tristi della nostra storia recente.
Le storie sono ambientate negli anni 80, nella Milano da bere, preda di palazzinari, raider di borsa. Dove la banda di Epaminonda detto il tebano, veniva smantellata e il boss iniziava a collaborare, svelando omicidi, le cordate per conquistare casinò italiani e stranieri.
Ma le inchieste sui morti si intrecciano con le vicende personali del Binda: la malattia della moglie, la lontananza del figlio, la pensione, la città che cambia ....
Quattro gocce d'acqua piovana
L'omicidio di un professore con l'Hobby dell'enigmistica viene risolto proprio grazie ad un indizio da enigmistica. Indizio svelato proprio dalle quattro gocce d'acqua cadute su un giornale. Un mistero che era Binda aveva lasciato irrisolto durante la sua carriera, e che si svela, mostrando come a volte la verità sia lì, vicina, basta saperla vedere.
La nevicata dell'85
Una serie di morti di pensionati, morti in circostanze simili, stuzzica l'interesse del maresciallo ormai pensionato come carabiniere, ma ancora attivo come investigatore privato. Una storia tra cimiteri, ospedali, bae e trattorie, che Binda risolve con un colpo di genio, cercando di imitare il grande Nero Wolfe.
La primavera dei maimorti
Un tuffo nel passato: siamo nel 1969, prima delle bombe che cambiarono la storia di Italia. Binda deve indagare sulla morte di un diplomatico elvetico.
Le prime indagini rivelano che voleva pubblicare un libro di memorie e teneva la foto di una recinzione oltre i monti del lago Maggiore tra Italia e Svizzera, una rete alta e difesa da uomini armati: prima di incontrare l'editore qualcuno l'ha accoltellato.
Per scoprire le motivazioni dell'omicidio, segue i tre sospettati nel viene carcere di San Vittore.
Il carcere è in fermento, c'è aria di rivolta: nonostante la sorveglianza del Binda e delle guardie, i tre vengono uccisi da una stessa mano.
Chi erano? Cosa c'entra il loro passato di repubblichini? I legami con le SS e con quel periodo dove tutto e tutti stavano cambiando. Pronti a voltar gabbana, ad andare incontro al nuovo vincitore ....
Questi erano i "maimorti":
"Ma chi sono?"
"Sono i semper viv. [..] Sono quelli che sanno adattarsi e riescono a sfruttare ogni situazione, che non hanno nessuna bandiera al de foeura del so interess. Quelli che gli va bene la camicia nera come la camisa russa, la divisa del grantun come quella del tugnin , de tudesch. Ancamò gh'è quaidun dei maimorti, è una razza che non muore mai .."
Attrezzatevi di un buon vocabolario di dialetto brianzolo (canzese nello specifico), perchè el Peder, el vegn dal Lac de Com.
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Technorati: Piero Colaprico, Pietro Valpreda
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