Ogni tanto ritornano: i misteri insoluti, voglio dire. Come quello attorno alla Banda della Magliana.
Quelle cose che a rileggerle sembrano tanto incredibili.
Come il coinvolgimento di Marcinkus nel sequestro Orlandi.
Eppure, quando è stato chiesto di presentarsi in tribunale sul crac Ambrosiano di Roberto Calvi (dove si parlava di riciclaggio di denaro per la mafia, crac finanziario, esportazione di capitale all'estero), il Vaticano si rifiutò.
Scrive Giancarlo De Cataldo:
I nuovi sviluppi del caso Orlandi ci costringono, una volta di più, a riaprire la partita con la storia criminale d'Italia. Una storia segnata da una continuità impressionante di rapporti fra settori deviati delle istituzioni e criminalità organizzata, fra servitori infedeli dello Stato e terroristi, fra uomini in grigio e coppole e lupare. Una lunga catena di agevolazioni, depistaggi, affari gestiti in comune. Con costanti pressoché obbligate: lo scambio di favori, l'occultamento delle prove, il patto per tacere segreti inconfessabili. Da qui, anche da qui, l'esito deludente di processi che si annunciavano clamorosi e che si sono trasformati in altrettante débacle per la giustizia: anche dietro l'omicidio Pecorelli c'era la Magliana. Tutti assolti. Andreotti baciò Riina. Tutti assolti (o prescritti). Calvi fu "assistito" a Londra dagli usurai di Campo dei Fiori. Tutti assolti. Speriamo che anche questa volta non finisca allo stesso modo.
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