11 giugno 2008

Into the wild - nelle terre selvagge

Il viaggio di Christopher McCandless.
Prendere e partire, lasciandosi alle spalle il percorso che qualcuno ha stabilito, per te di università, fidanzata, lavoro, carriera, figli e morte. Lasciare tutto per non aver bisogno di niente: soldi, carte di credito, parenti, lavoro, auto e tutto ciò che oggi ci azzavorriamo dietro (nel 1992 i cellulari non c'erano ancora). Lasciare la civiltà per immergersi nella natura.
Sentirsi libero e felice, immerso nella natura selvaggia, tra i libri, le piante, la fauna: con uno zaino in spalla attraversare l'america.
Dall'Arizona, al South Dakota, al Colorado alla California, al golfo del Messico, dal deserto, fino all'Alaska.
Un lungo viaggio per scoprire che, forse, per la vera felicità, manca qualcosa: scoprire, nella solitudine più totale, nell'ultimo istante di vita illuminato dal raggio di sole "che la felicità è reale solo se condivisa".

Un film estremo, selvaggio, tragico, violento e delicato allo stesso tempo (la fragilità del cristallo intesa come metafora della forza e fragilità di Chris): belle le immagini, i paesaggi e la musica di Eddie Vedder, che colma i silenzi di questo lungo viaggio alla scoperta della felicità.

Il film girato da Sean Penn è tratto dal libro di Jon Krakauer "Nelle terre estreme".
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