18 giugno 2008

Le sentenze del processo Spartacus

Arriveranno domani le sentenze del processo ai padroni di Gomorra:

Un processo come questo, durato anni, non è solo una forma della giustizia, è molto di più. È anche un percorso culturale, una rinascita del diritto, un momento in cui si sono sedimentate le forze e le energie di un territorio. La chiusura di questo processo è un segnale, una possibilità di una nuova primavera del mezzogiorno italiano.

Bisognerà non spegnere l'attenzione, seguire la vicenda giudiziaria in Cassazione e poi soprattutto seguire gli altri rami del processo Spartacus che riguardano i rapporti con la politica, i rapporti con le imprese legali. Rami del processo che se non si interviene rischiano di vedere cadere i reati in prescrizione. Ora che si sta chiudendo il processo - lungo frammento di storia di queste terre, archeologia criminale e umana che emerge dalle carte e dalle confessioni - mi vengono in mente i volti di coloro che sono stati uccisi per aver posto resistenza al potere del clan.

E poi sono stati dimenticati, trascurati, spesso neanche citati. Finiti sulle targhe delle strade o ricordati solo nel cuore dei familiari ed amici. I nomi dei morti in questa guerra mai dichiarata e in realtà combattuta sempre, senza mai concedere armistizio. Salvatore Nuvoletta: un carabiniere ammazzato nel 1982 a vent'anni, punito perché aveva partecipato all'arresto di un parente del boss Sandokan.

E auspicando che questo sogno non finisca come finì Spartaco giustiziato lungo la via Appia, strada dove oggi al posto delle croci dei ribelli si trovano per ironia della sorte gran parte dei negozi degli uomini del clan dei Casalesi. Vorremmo che questo processo non sia soltanto un sogno di riscossa ma una concreta possibilità di far emergere il meglio di questa terra che non ne può più del marcio che la governa. E anche che questo auspicio possa stavolta giungere sino a Roma.

[...]
Sperando di non dimenticare, sperando di poter mutare. E viene in mente un verso di Isaia capitolo 21, versetti 11 e 12, quando dice "Shomér ma mi-llailah, ma mi-lell" ovvero "Sentinella, a che punto è la notte?" Il profeta che vide fuoco e fiamme, cede a questo verso di speranza.
"La notte sta per finire ma l'alba non è ancora arrivata."
È questa la risposta.

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