15 giugno 2008

Roba nostra di Carlo Vulpio

«Roba nostra» di Carlo Vulpio: storie di soldi, politica giustizia nel sistema di malaffare.

Una lunga presentazione di inchieste giudiziarie che parte dalla Calabria (Poseidone e Why Not), alla Basilicata (Toghe Lucane), per risalire al nord con le inchieste di Bancopoli (le scalate bancarie ad Antonveneta e BNL), per tornare al sud con le inchieste sulla malasanità in Molise, dello scempio ambientale sui sassi di Matera, con le discariche in Puglia e i rigassificatori ad Agrigento, vicino alla valle dei templi.
Le
nuove tangentopoli italiane, che abbraccia nord e sud.

Inchieste che il giornalista Carlo Vulpio ha seguito in prima persona come inviato del corriere, inchieste per le quali è stato anche incriminato per “associazione a delinquere per diffamazione a mezzo stampa” il mostro giuridico che la casta del malaffare si è dovuto inventare per bloccare i suoi articoli (sulla vicenda delle Toghe Lucane).
E cosa scriveva di tanto pericoloso il signor Carlo Vulpio, per averlo accusato di un reato sulla carta così infamante? Ha scritto dei comitati d'affari, che hanno preso piede al sud (ma non solo), che sostituito il vecchio sistema delle tangenti dagli imprenditori ai politici.
Da cosa è costituito un comitato d'affari: prendiamo per esempio l'inchiesta Poseidone.

Parte dal finanziamento da parte dell'Unione Europea di centinaia di milioni di euro per costruire dei depuratori in Calabria.
I depuratori non sono mai stato costruiti e i soldi sono finiti nelle mani dei personaggi di questo comitato (che poi presenteremo). Come è potuto accadere?
Basta che chi eroga questi fondi e chi controlla il loro utilizzo (controllato e controllore) siano le stesse persone o persone dello stesso “comitato”, o meglio, associazione criminale.
Basta che la magistratura che dovrebbe indagare su questo spreco di fondi pubblici non solo chiuda un occhio, ma chiuda gli occhi a tutti quanti vogliano vederci chiaro.
Servono dei giornalisti compiacenti che non vogliano ficcare troppo il naso nei depuratori che non ci sono (come nella malasanità, nei casi di omicidio ancora da risolvere, nel sistema clientelare delle nomine pubbliche) e che magari, quando spunta fuori qualche mosca bianca, si preoccupino dell'opera di sciacallaggio e isolamento mediatico.
Servono le persone giuste anche nei vertici della polizia, della DDA, dei comandi provinciali dei carabinieri et voilà, il gioco è fatto.

Questo in Calabria, quando la procura era retta da Mariano Lombardi (poi Dolcino Favi), quando nella GdF c'era il generale Cretella Lombardo, quando i politici erano e sono Nicola Adamo (DS), Giuseppe Galati (UDC), Lorenzo Cesa ....
Questo in Calabria con l'inchiesta Why Not, dove era stata messa in piedi una struttura che dava lavoro (con società interinali) in cambio di consenso. E i personaggi si chiamano Antonio Saladino, Giuseppe Chiaravallotti (FI), Sergio Abramo (FI), Pietro Scarpellini (Marcherita), generale Paolo Poletti della GdF e il massone Bisignani.
Obiettivo del comitato d'affari scoperto dall'inchiesta Why Not era mettere in piedi con i soliti finanziamenti pubblici a pioggia consorzi pubblico-privati (non importa a fare che) e dare un posto di lavoro alle persone che le varie eccellenze monsignori segnalavano.
Non importa se poi se queste imprese poi chiudevano e i giovani continuano a scappare al nord.

Toghe lucane: qui la ragnatela del comitato d'affari (ma, ripeto, sarebbe meglio chiamarla associazione criminale) vedeva i vertici della procura di Potenza (Vincenzo Tufano, Gaetano Bonomi, Felicia Genovese) , la DDA di Potenza (Giuseppe Galante),a la mobile con Vincenzo Tufano, la presidente del tribunale di Matera Iside Granese, il pm della procura di Matera Giuseppe Chieco.
La ragnatela comprendeva i signori politici Filippo Bubbico (DS) e Vito De Filippo (Margherita), Nicola Buccico (AN).
Quali i fini dell'associazione a delinquere lucana (“la regione dove non succede mia nulla perchè nulla può succedere”)?

Gestire i propri affari nella sanità (Michele Cannizzaro marito della pm Genovese) manipolando le nomine nelle ASL.
L'affare dei villaggi villaggi turistici Marinagri finanziati direttamente dal CIPE (dove sedeva Bubbico e prima ancora Galati).
Soffocare le poche inchieste giudiziarie che coinvolgevano i membri di questo comitato: l'omicidio dei fidanzati di Policoro, la scomparsa di Elisa Claps, la storia dei bachi da seta (per la fantomatica società Seta Italia), l'inchiesta sulle cellule staminali nella Asl di Matera.

Possibile che in tanti anni, in Calabria i casi di corruzione siano stato solo due? Che nelle cronache dei giornali, il nome della Basilicata e della Calabria non comparisse mai (se si esclude quando si parla di 'ndrangheta)?
All'improvviso ecco, un magistrato che si mette ad indagare su questi casi, in Calabria e sui colleghi lucani per competenza.
Il magistrato Luigi De Magistris: un magistrato che indaga senza guardare in faccia a nessuno, che vuole applicare la legge uguale per tutti (politici, massoni, magistrati, eccellenze varie) diventa improvvisamente un pericolo.
Va fermato: Vulio spiega bene quale è la strategia che si mette in atto.
Si inizia con le centinaia di interrogazioni parlamentari su questo magistrato (non su quelli che in anni non hanno mai scoperto gli esecutori di omicidi o che in anni, non trovano il tempo di scrivere sentenze). Poi iniziano le ispezioni del feroce Arcibaldo Miller (cui è dedicato un delizioso specchietto sul suo passato durante il terremoto in Campania); poi le voci sui giornali (quelli amici): iniziano le presunte fighe di notizie, errori di procedura ...
Poi arrivano le classiche lettere minatorie (di cui i bravi giornalisti non danno mai notizia).
Infine, se ciò non bastasse, arriva il Clemente Mastella di turno, con la richiesta di trasferimento.
In quale dittatura, si chiede il giornalista, un ministro messo sotto indagine, chiede il trasferimento del magistrato per conflitto di interessi?

Quello che è accaduto a Luigi De Magistris è stato replicato anche nel caso del Gip milanese Clementina Forleo.
Reo di aver messo sotto accusa alcuni dirigenti dei DS, di FI, per la vicenda delle scalate bancarie: eccola qua la Forleo, che agisce per conquistare le luci della ribalta, che soffre di vittimismo per le critiche rivoltegli, che si permette di giudicare la cupola politica.
De Magistris, come la Forleo, finiscono sotto il fuoco incrociato di giornali, di politici, della magistratura, del CSM ... devono essere trasferiti con urgenza, deve essere scritto nero su bianco che sono cattivi magistrati (come chiede il signor Violante alla camera), così anche gli altri magistrati si adeguano (come fa capire il giudice Letizia Vacca membro del CSM). Come dicevano le BR: “colpirne uno per educarne cento”.
E così è stato: nonostante i depuratori siano ancora lì (non fatti); nonostante i consorzi che non fanno nulla, nonostante le discariche in Puglia, lo scempio a Matera con i sassi; nonostante la sanità al sud costringa la gente a farsi curare altrove ... i personaggi di questa sagra manzoniana (Clementina Forleo non a caso parlava dei tanti Don Rodrigo che spadroneggiano al sud) sono quasi tutti al loro posto.
Pittelli è stato confermato in Forza Italia, come anche Buccico nei DS-PD.
Le inchieste sono state bloccate o archiviate.
I giornalisti come quelli di Libero (Renato Farina, che è stato eletto in FI) non hanno pagato.
I giornalisti come Carlo Vulpio, che sono stati spiati, intercettati, messi sotto accusa, sono stati costretti a difendersi.
I poliziotti che hanno fatto le indagini per davvero sono stati trasferiti: il capitano Zacheo trasferito da Policoro, come il suo predecessore , il cap. Salvino Paternò. Il capitano Fabio Muscatelli che indagava sul feudo di Termoli in Molise (gestito da Remo di Giandomenico UDC e dalla moglie ginecologa Patrizia De Palma) trasferito a Livorno.

E le speranze del sud sono state nuovamente tradite, nonostante i molti movimenti (“Ammazzateci tutti”, “Trasferiteci tutti”) che avevano visto in questi onesti magistrati, una speranza di cambiamento.

Se il 2006 è stato l'anno degli scandali (Bancopoli, Vallettopoli, Moggi, Dossieraggio Telekom, Sismigate), il 2007 è stato l'anno dove tutto è stato fatto depotenziare.
E il 2008 è partito come l'anno della nuova pacificazione ... tutto tace sul fronte occidentale.

Si dice sempre che i giovani devono partecipare, avvicinarsi alla politica, poi quando lo fanno e protestano e si indignano, vengono tacciati di antipolitica.
Spegnere e tradire le speranze è forse un crimine peggiore.

La presentazione del libro sul corriere; il libro sul sito della casa editrice Il Saggiatore.

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