L'assassino torna sempre sul luogo del delitto .. e talvolta anche l'investigatore.
Dopo Macaronì (il migliore di tutti), "Un disco dei Platters" è il secondo capitolo della saga del maresciallo Benedetto Santovito e delle sue indagini nel paesino sull'Appenino Tosco Emiliano.
Siamo negli anni 60 e, un pò per nostalgia, un pò per curiosità, l'ex maresciallo torna al paese dove negli anni 30-40 aveva comandato la stazione e risolto un difficile caso, che aveva lontane origini nel passato di miseria e fame della gente di quei posti.
E, anche ora, il suo ritorno culmina col ritrovamento dei cadaveri di due ragazzi, che si erao lanciato alla ricerca di un tesoro.
Le indagini sono ufficialmente affidate al maresciallo Ares Amadori ("quel ferrarese testa di c." l'alta opinione che hanno di lui i compaesani): ma tutti in paese sanno che Santovito non potrà lasciar da parte il suo istinto di investigatore.
Dall'autista del paese Stalìn, a Ble Ble della Ca Rossa, a Stelio, che ha rilevato la villa di Mezzacosta della contessa per trasformarla in un albergo.
Se il paese non è più lo stesso e la l'osteria di Parsues è stata sostituita da un ristobar, il fiuto del maresciallo è sempre lo stesso e saprà ritrovare il filo rosso che collega le morti di oggi (rispetto alla storia) ad altre morti e altri misteri avvenuti durante la guerra.
Leggermente al di sotto di Macaronì, che ritengo uno dei più bei gialli mai letti e una lettura istruttiva sul nostro passato di emigranti.
"Un disco dei platters" rimane una buona lettura, con una trama sufficiente complessa e ingarbugliata, con delle belle descrizioni dei posti, dei luoghi, delle usanze.
Certo, su alcuni aspetti del personaggio Santovito i due autori han calcato la mano: non c'è pagina dove non abbia il sigaro in mano!
Delicata e ben scritta, la storia d'amore con Raffaela, la maestra del paese conosciuta ad inizio libro (sancita sulle note di una canzone dei Platters) e che l'accompagnerà nelle sue indagini.
Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati: Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli
Dopo Macaronì (il migliore di tutti), "Un disco dei Platters" è il secondo capitolo della saga del maresciallo Benedetto Santovito e delle sue indagini nel paesino sull'Appenino Tosco Emiliano.
Siamo negli anni 60 e, un pò per nostalgia, un pò per curiosità, l'ex maresciallo torna al paese dove negli anni 30-40 aveva comandato la stazione e risolto un difficile caso, che aveva lontane origini nel passato di miseria e fame della gente di quei posti.
E, anche ora, il suo ritorno culmina col ritrovamento dei cadaveri di due ragazzi, che si erao lanciato alla ricerca di un tesoro.
Le indagini sono ufficialmente affidate al maresciallo Ares Amadori ("quel ferrarese testa di c." l'alta opinione che hanno di lui i compaesani): ma tutti in paese sanno che Santovito non potrà lasciar da parte il suo istinto di investigatore.
Dall'autista del paese Stalìn, a Ble Ble della Ca Rossa, a Stelio, che ha rilevato la villa di Mezzacosta della contessa per trasformarla in un albergo.
Se il paese non è più lo stesso e la l'osteria di Parsues è stata sostituita da un ristobar, il fiuto del maresciallo è sempre lo stesso e saprà ritrovare il filo rosso che collega le morti di oggi (rispetto alla storia) ad altre morti e altri misteri avvenuti durante la guerra.
Leggermente al di sotto di Macaronì, che ritengo uno dei più bei gialli mai letti e una lettura istruttiva sul nostro passato di emigranti.
"Un disco dei platters" rimane una buona lettura, con una trama sufficiente complessa e ingarbugliata, con delle belle descrizioni dei posti, dei luoghi, delle usanze.
Certo, su alcuni aspetti del personaggio Santovito i due autori han calcato la mano: non c'è pagina dove non abbia il sigaro in mano!
Delicata e ben scritta, la storia d'amore con Raffaela, la maestra del paese conosciuta ad inizio libro (sancita sulle note di una canzone dei Platters) e che l'accompagnerà nelle sue indagini.
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