Secondo capitolo della quadrilogia della coppia Guccini - Macchiavelli dedicata al maresciallo Bendetto Santovito.
Il primo capitolo, Macaronì, era ambientato negli anni 30.
Il secondo, ossia "Un disco dei Platters", è ambientato negli anni 60: Santovito ex maresciallo della benemerita torna al paese, dove sono appena accaduti due episodi di sangue.
Queste le impressioni sul ritono al paese di Santovito:
Si avviò verso l'osteria di Serafina ed ecco che, subito dopo la piazza, trovò un paese che non somigliava a quello lasciato. Allora c'era la bottega che vendeva salumi, pane, conserva, tonno sott'olio .. E c'erano il tabaccaio, il negozio del barbiere, l'osteria di Serafina e niente altro.
Trovò una merceria con la vetrina illuminata, anche se il sole ra alto, e un bar gelateria con i tavolini occupati da un branco di ragazzi attorno ad un juke-box e a un Tony Dallara che strillava a tutto volume il suo "Come prima, più di prima di amerò ..".
Più avanti il negozio del tabaccaio, tutto plastica, vetri e alluminio anodizzato color oro e argento. L'osteria di Serafina non c'era più. Al suo posto, un locale con due vetrine, un'insegna al neon, RISTOBAR, tavolini fino in mezzo alla strada e tanti ragazzi seduti direttamente sui tavolini e sulle spalliere delle sedie e i piedi dove di solito si mette il culo, bottigliette di Coca Cola e chinotto tra le mani.
Il primo capitolo, Macaronì, era ambientato negli anni 30.
Il secondo, ossia "Un disco dei Platters", è ambientato negli anni 60: Santovito ex maresciallo della benemerita torna al paese, dove sono appena accaduti due episodi di sangue.
Queste le impressioni sul ritono al paese di Santovito:
Si avviò verso l'osteria di Serafina ed ecco che, subito dopo la piazza, trovò un paese che non somigliava a quello lasciato. Allora c'era la bottega che vendeva salumi, pane, conserva, tonno sott'olio .. E c'erano il tabaccaio, il negozio del barbiere, l'osteria di Serafina e niente altro.
Trovò una merceria con la vetrina illuminata, anche se il sole ra alto, e un bar gelateria con i tavolini occupati da un branco di ragazzi attorno ad un juke-box e a un Tony Dallara che strillava a tutto volume il suo "Come prima, più di prima di amerò ..".
Più avanti il negozio del tabaccaio, tutto plastica, vetri e alluminio anodizzato color oro e argento. L'osteria di Serafina non c'era più. Al suo posto, un locale con due vetrine, un'insegna al neon, RISTOBAR, tavolini fino in mezzo alla strada e tanti ragazzi seduti direttamente sui tavolini e sulle spalliere delle sedie e i piedi dove di solito si mette il culo, bottigliette di Coca Cola e chinotto tra le mani.
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