L'ascesa del "banchiere di Dio", Roberto Calvi, dall'ingresso nella banda dei preti, il Banco Ambrosiano, alla nomina a presidente, nel 1975, di quello che era diventato il più grande gruppo creditizio privato. Fino alla parabola discendente: l'arresto nel carcere di Lodi per reati finanziari, il tentativo di salvare in extremis dalla bancarotta il suo gruppo, la fuga a Londra e lo “strano” suicidio, sul quale la corte di Londra a deciso di riaprire le indagini.
Nella parabola di Roberto Calvi quasi 15 anni di storia della finanza italiana: è una storia complessa quella che il giornalista Ferruccio Pinotti racconta in questo libro. Libro molto ben documentato, scritto sfruttando le testimonianze del figlio del banchiere, Carlo Calvi e della moglie.
Complesso per la presenza di molti personaggi con cui Calvi entrò in contatto: da Michele Sindona, cui prese il posto dopo che questi finì nel mirino della giustizia per bancarotta e altri reati finanziari. All'ambigua figura di Paul Marcinkus, presidente dello Ior, che usò il Banco e le sue società off shore per esportare all'estero i suoi capitali (ed evitare la tassazione da parte dello Stato italiano). Ai faccendieri (o meglio filibustieri) sempre presenti negli scandali italiani: Umberto Ortolani (tramite tra il Vaticano e la P2), Licio Gelli (venerabile capo della P2 ora a riposo ad Arezzo), Flavio Carboni (costruttore sardo che coinvolse Calvi in attività speculative sulla Costa Smeralda assieme a Silvio Berlusconi), Francesco Pazienza (agente del Sismi e poi consigliere di Calvi) che lo accompagnò nel suo ultimo viaggio a Londra.
Il giornalista nel descrivere anche la persona del banchiere evidenzia il suo carattere ambizioso, ma allo stesso tempo ingenuo: ingenuo nel lasciarsi manovrare in operazione, forse, più grandi di lui. Una persona usata e spremuta, come la sua banca che si trovò indebitata a causa dello Ior, per quasi 1200 milioni di dollari , che la banca vaticana non volle onorare, e poi uccisa o suicidata.
Abbandonato da tutti, dai politici (di cui aveva denunciato il finanziamento illecito dopo l'arresto nel 1981), dai vertici del Vaticano, dall'Opus Dei...
Abbandonato da tutti, dai politici (di cui aveva denunciato il finanziamento illecito dopo l'arresto nel 1981), dai vertici del Vaticano, dall'Opus Dei...
Opus Dei che rappresentava, in quegli anni, l'astro nascente del clero: era in corso una feroce lotta interna tra la parte “progressista” del Vaticano, rappresentata dallo Ior, dal papa Paolo VI, da Marcinkus, e l'Opus Dei, che rappresentava la parte “reazionaria” e conservatrice.
Il figlio di Calvi parla dell'ipotesi per cui l'Opus Dei aveva intenzione di ripagare il Banco dei debiti che questi esigeva dallo Ior per, in un colpo solo, mangiarsi la banca vaticana e prendere il controllo (finanziario e politico) di San Pietro.
Calvi si trovò in mezzo a queste lotte di potere: P2, Opus Dei, mafia (che usava la sua banca per il riciclaggio del denaro), politici corrotti (finirono sul “Conto Protezione” di Craxi e soci anche svariati miliardi del Banco). Stritolato da quelli che sono definiti “poteri forti”.
Interessante tracciare un parallelo tra Sindona e Calvi: entrambi suicidi, poco dopo aver manifestato l'intenzione di rivelare verità scomode sulle loro attività. Ma Pinotti fa altri paralleli, altrettanto acuti: dal caso Tanzi e al crack di Parmalat (chi fornì al cattolicissimo industriale i soldi per i suoi investimenti all'estero?) al caso spagnolo di Ruiz Mateos, del gruppo Ramasa. Dietro questi casi, c'è sempre l'ombra dell'Opus Dei.
A leggere le pagine del libro si rievocano tanti misteri del nostro passato: dal finanziamento dello Ior a Solidarnosc e alle associazioni politico-religiose dell'Est e dell'Ovest (soprattuto in america latina) in funzione anticomunista. Alle tangenti ai partiti politici (PSI e PCI), delle quali aveva già iniziato a parlare nel calcere di Lodi nel 1981 .. forse tangentopoli poteva scoppiare 10 anni prima.
L'attentato a Giovanni Paolo II, il 13/05/1981, del quale Pinotti ne da una rilettura che porta alla pista interna al Vaticano stesso. Per lo scontro tra le due fazioni presenti nella Curia, pista sulla quale ha indagato nel passato il giudice Priore e che porta all'attività di riciclaggio di denaro sporco da parte dell'Istituto delle Opere di Religione.
Ai collegamenti con la Banda della Magliana (altro strano intreccio tra criminalità, eversione, massoneria, potere ...), col tentativo di uccisione del vicepresidente Rosone da parte del killer Danilo Abbruciati.
L'attentato a Giovanni Paolo II, il 13/05/1981, del quale Pinotti ne da una rilettura che porta alla pista interna al Vaticano stesso. Per lo scontro tra le due fazioni presenti nella Curia, pista sulla quale ha indagato nel passato il giudice Priore e che porta all'attività di riciclaggio di denaro sporco da parte dell'Istituto delle Opere di Religione.
Ai collegamenti con la Banda della Magliana (altro strano intreccio tra criminalità, eversione, massoneria, potere ...), col tentativo di uccisione del vicepresidente Rosone da parte del killer Danilo Abbruciati.
Fino al misterioso rapimento di Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22/06/1983, forse rapita al posto di un'altra persona, Raffaella Gugel figlia dell'aiutante di Camera di Sua Santità, Angelo Gugel. Che era stato capo della Gendarmeria sotto Paolo VI e che, forse, sapeva cose che dovevano rimanere segrete.
"La politica dello struzzo, l’assurda negligenza, l’ostinata intransigenza di alcuni responsabili del Vaticano mi danno la certezza che Sua Santità sia poco e male informata di tutto quanto ha per lunghi anni caratterizzato il rapporto tra me, il mio gruppo e il Vaticano".
Roberto Calvi
lettera a Giovanni Paolo II, 5 giugno 1982. 12 giorni prima della morte.
Roberto Calvi
lettera a Giovanni Paolo II, 5 giugno 1982. 12 giorni prima della morte.
Il libro online sul sito della RCS-Bur e su internetbookshop.
Technorati: Ferruccio Pinotti, Roberto Calvi
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