Scalzone: torno in Italia per nuove battaglie.
Prescritto dunque non innocente, torna in Italia.
Fu tra i fondatori, con Toni Negri, di Potere Operaio.
Potrebbe spiegare come si sia potuto passare dal megafono, agli slogan di piazza, alle molotov e poi alla p38.
Invece:
"Chi mi conosce solo un po' sa che in Italia vengo innanzitutto per condurre nelle condizioni nuove una vecchia battaglia. La condurrò a voce nuda, se serve sul selciato, on the road, o in luoghi adattabili all'antica congiunzione fra politica, ragionamento filosofico e teatro."
Certo, ci mancherebbe che tornasse per rifondare Potere Operaio.
Mai nessuno che faccia autocritica, però. Sia da parte dei cattivi maestri, che di quanti erano al potere in quegli anni. Mai sentito dire da Cossiga o Andreotti "ci scusiamo perchè non siamo riusciti a trovare i mandanti delle stragi ...."
Se le idee erano giuste, perchè non si realizzarono?
Se le idee erano sbagliate, perchè continuare vecchie battaglie?
E il passato, periodicamente, ritorna. Ed è un passato che divide, che suscita polemiche: dalla stele in commemorazione del commissario Calabresi, alla lapide di Pinelli.
Viene chiesta la pacificazione, dai politici: come possono i milanesi accettare la pacificazione dopo le sentenze su Piazza Fontana (nessun colpevole) e, allargando il discorso, su Ustica e le altre stragi?
Per le quali, dalle carte, emergono anche i depistaggi sulle indagini da parte di uno stato, di cui pure Calabresi faceva parte.
7 commenti:
Con tutto il rispetto il post mi sembra un pò qualunquista.Metti assieme tante cose e fai un bel minestrone.
Per quanto mi riguarda (ho 49 anni e come si dice di solito :ero con loro)
mi auguro che il vecchio Scalzone abbia ancora voglia di fare battaglie.
Per quanto riguarda le p38, lui in Pot Op era uno di quelli che era contro (per tua informazione)
Un saluto
Posso anche aver messo assieme troppa roba, ma rimane la mia impressione che, di una parte della nostra storia, non si riesca mai fare luce abbastanza.
Spero che Scalzone voglia raccontarci la sua storia. Penso anche che le idee alla base dei movimenti erano giuste, ma non hanno portato a quella rivoluzione, nel paese che tutti aspettavano. Penso al libro di Crainz "Il paese mancato" ... che Italia saremmo diventata se le utopie si fossero realizzate?
Invece siamo ancora qui a non sapere nulla delle stragi, a litigare per Calbresi e Pinelli ...
Ciao e scusa per il qualunquismo (o ingenuità).
io non conosco molto della storia di quegli anni, ma qualcuno mi sa spiegare come sia stato possibile che un condannato a 16 anni per associazione sovversiva, banda armata e rapine se ne sia potuto stare tutti questi anni libero in Francia, un paese che come noi fa dell'unione europea?
matteo
E allora Zorzi in Giappone?
E Andreotti in Italia?
E Provenzano in Sicilia?
sul selciato o col selciato?
Per conoscere un pò di quella storia basta informarsi ed avere voglia di farlo.
Ci sono un pò di libri sulla materia, per iniziare vi consiglio un sito: www.micciacorta.it
lì potete trovare qualche scritto di qualche "reduce".
Se volete qualcosa ve la posso raccontare anche io.
Per quanto riguarda la condanna di Oreste si parla di un reato di tipo associativo (legge Reale/codice Rocco), per il quale è sufficiente avere "complottato" con scritti, parole e fatti volti a stravolgere l'ordinamento costituito. I fatti imputati a Scalzone non sono mai stati provati (le rapine), ci si è limitati alle sue opinioni ed alla sua militanza politica.
La Francia non estrada tutti i perseguitati politici. Oreste è stato ritenuto tale da quell'ordinamento.
Concordo con Mario: in Francia non l'avrebbero accettato se avesse avuto degli omicidi alle spalle. Rimane il concorso morale: che dovrebbe colpire anche i generali piduisti (guarda caso coinvolti nei casi Moro e Ustica), i generali golpisti, i politici collusi con mafia e camorra ... eppure basta nominare le BR che si scatena il putiferio.
Spero che Scalzone, oltre alle battaglie, voglia raccontare qualcosa di quegli anni
Aldo
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