10 gennaio 2007

Il riformismo a Ballarò

Ieri a Ballarò si parlava di riformismo: parola diventata chic, oggi la troviamo sulla bocca di tutti i politici. Guai a non essere considerato "riformista": rischi di essere bollato come un nemico dello stato.
Presenti in studio l'industriale Della Valle, il ministro Bersani, il segretario del PRC Franco Giordano e, per l'opposizione Sandro Bondi e Maria Teresa Armosino di Forza Italia, l’economista Tito Boeri, la segretaria nazionale dell’Ugl Renata Polverini.

Tema della puntata: cosa ha fatto fin'ora il governo e cosa intende fare per le riforme.
Iniziava Della Valle che rimproverava al governo di non aver fatto abbastanza per rendere competitiva l'industria italiana, per quanto riguarda costo del lavoro (so dobbiamo fare la concorrenza alla Cina anche sui costi ...) e per la ricerca.
Giordano ribatteva a Della Valle i 2 miliardi concessi agli industriali (per il cuneo). Cosa se ne fanno? E poi, continuava, abbiamo i salari tra i più bassi d'Europa. Vogliamo fare concorrenza al ribasso con i paese dell'Est?
Tre i punti, sempre secondo Giordano, sui quali si dovrebbe muovere per le riforme:
  • aumentare il livello delle contribuzioni
  • diminuire la precarietà
  • cambiare paradigma di sviluppo: investire in politiche meno energivore

Questo il punto di vista di un politico considerato "non riformista". A questo si opponeva quello dell'onorevole Armosino per cui, anzichè ridistribuire le ricchezze, bisogrerebbe ridistribuire le opportunità.
Come a dire: cari precari, volete il posto fisso? Dovete guadagnarvelo. Certo, aggiungo io, rimane da stabilire chi garantisce che gli obiettivi (salariali, di sicurezza sul lavoro, di stabilità) siano veramente raggiungibili.
Sorprende che chi voglia togliere diritti ai lavoratori, sia considerato riformista. Chi li vuole mantenere o migliorare, no.

Bondi (stranamente assente Tremonti) accusava Bersani (oltre a non essere riformista) sostenendo che gli italiani erano sconcertati dal sentir parlare di fase2, di riforma elettorale ..
Ma quali riforme ha fatto per gli italiani il precedente governo? E, tornando ai dipendenti pubblici, che questo è stato accusato di aver regolarizzato senza concorso, nella precedente legislatura sono aumentati di 100000 unità.

Secondo Giordano il punto su cui battersi è l'evasione: recuperare i 34 miliardi di evasione contributiva; diminuire il precariato (perchè ci sarà più contribuzione). E soprattutto le aziende, che chiedono l'innalzamento dell'età pensionabile, dovrebbero evitare la pratica, oggi diffusa, di lasciar andar via i dipendenti prima della pensione. A che serve?
Ma come si metterà in pratica la riforma delle pensioni?
Lo ha spiegato l'economista Tito Boeri: si aumenterà l'età pensionabile e si metterà in piedi un meccanismo di incentivi/disincentivi per chi va in pensione dopo/prima.
Altrimenti si rischia che, chi lavora adesso, non riesca ad ottenerla, la pensione.

Ma è una vera emergenza, quella delle pensioni? Dobbiamo proprio affrontarla?
A sentire i giornali sembrerebbe di si. E agli italiani?

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