29 gennaio 2007

La zona grigia di Tim Blake Nelson

Il racconto dell'unico tentativo di ribellione mai avvenuto nel campo di sterminio di Auschwitz, realizzato da un gruppo di ebrei, nell'ottobre 1944, di una squadra “speciale”, i Sonderkommando. Unità speciali, costituite dalle SS stesse con l'infame compito di far funzionare la macchina della morte: il loro “lavoro” era quello di accompagnare i nuovi arrivati alle camere a gas (rassicurandoli, dicendo loro “i pidocchi possono uccidere .. ricordate l'appendino dove avete lasciato la roba”), raccogliere i cadaveri e poi portarli ai forni crematori.

Pena la morte immediata per il rifiuto degli ordini. I Sonderkommando stessi venivano “liquidati” ogni quattro mesi, rimpiazzati da altri ebrei, per quanto bene facessero il loro “lavoro”.

Il film si basa sulle testimonianza del medico ungherese Miklos Nyiszli, che operava agli ordini del dottor Mengele e ai diari degli internati stessi. Il film non risparmia nulla della macchina dello sterminio messa in piedi dal regime nazista: una macchina perfetta in ogni suo ingranaggio, dal trasporto ferroviario, allo Zyklon B delle camere a gas, fino ai forni che riuscivano a “lavorare” fino a 6000 corpi al giorno. Non c'è spazio ai sentimenti: il film non ha una nemmeno una colonna sonora che dia spazio al pathos. L'unica musica che accompagna il film è quella dell'orchestra che accompagna gli ebrei alle camere a gas, camuffate da “bagni”.
Chi ha concepito ciò e lo ha realizzato non era pazzo.

In questo ingranaggio al gruppo di Hoffman (D. Arquette), Rosenthal (D. Chandler), Schlermer (D. Benzali) ed Abramowics (S. Buscemi) l'occasione della rivolta resta l'unica possibilità di un riscatto: distruggere i forni per bloccare lo sterminio e il genocidio. Il regista si pone l'interrogativo del cosa si è disposti a fare, pur di salvare la propria vita.

“Una volta avevo grande stima di me stesso” racconta Hoffman ad una ragazzina miracolosamente salvata dal gas “non immaginiamo mai di cosa siamo capaci. Come puoi sapere fino a che punto arrivare, pur di rimanere vivo, finchè non ti viene chiesto.
Per la maggior parte di noi è: qualunque cosa. È così facile dimenticare quelli che eravamo prima e che non saremo più. Ti puoi uccidere: quella è l'unica scelta”.

La storia che pochi hanno avuto il coraggio di raccontare termina con la rivolta, il 7 ottobre 1944, che porta alla distruzione di metà dei forni crematori, che non verranno più ricostruiti. Il finale lascia spazio alla poesia, con la voce della ragazzina prima salvata, ma infine uccisa assieme ai rivoltosi, che riprende le parole delle SS “tu passerai per il camino”.

“Io prendo fuoco in fretta .. la prima parte di me si solleva in un fumo denso che si mischia col fumo degli altri. Poi ci sono le ossa che si depositano in cenere .. E, infine, piccole parti della nostra polvere galleggiano nell'aria, intorno al lavoro del nuovo gruppo [il nuovo Sonderkommando] Sono parti di polvere grigie che si depositano sulle loro scarpe, sui loro vestiti, sui loro volti, nei loro polmoni. Si abituano così tanto alla nostra presenza che non se ne accorgono più che non ci spazzolano più via. A questo punto si muovono e basta, respirano e si muovono, come chiunque altro ancora vivo in quel posto. E questo è come il lavoro, continua”.


Il film su imdb.
Il DVD su internetbookshop
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