Un romanzo ambientato ad Atene nel IV secolo A.C., dentro un postribolo (che è un modo elegante per definire una casa di tolleranza) chiamato "La Milesia", famoso in tutta Atene. Che ha come protagonista la padrona della casa, Aspasia, moglie di Pericle ma anche donna colta e raffinata che si batte per l'emancipazione delle donne. È lei stessa a insegnare la professione alle sue ragazze, le etere, svelando loro i segreti dell'arte di amare o istruendole, a sostenere dotte conversazioni di politica e filosofia mentre rendono i clienti schiavi del piacere.
Un romanzo che si apre con uno stupro e si chiude con un funerale, dove i personaggi, storici, che frequentano "La Milesia" sono filosofi come Socrate e Protagora, commediografi come Aristofane e strateghi come Alcibiade, da tutta la crème politica e intellettuale del tempo.
La storia della città di Atene (i passaggi dall'età di Pericle, alla guerra con Sparta, il periodo dei tiranni fino allo scontro tra i fautori della democrazia contro i sosteniori di un governo di oligarchi) fa da sfondo al racconto della vita di Aspasia: fino al giorno in cui nel suo postribolo viene ritrovato il cadavere di Anito, il principale accusatore di Socrate, condannato per per empietà e corruzione dei giovani a bere la cicuta.
Allora, nel timore di dover chiudere il bordello, Aspasia chiama un suo vecchio amico, filosofo allievo di Protagora, Prodico di Ceo: costui innamorato di lei, dopo un litigio, abbandona la città e si ritira nella sua isola. E Prodico, richiamato dall'amica, torna dalla sua amica verso cui prova ancora, nonostanti gli anni di lontananza, un sentimento ancora vivo.
L'abilità investigativa di Prodico, la sua abilità dialettica, viene messa al servizio di Aspasia. Chi gli assassini? Neobula giovane etera della casa, brutalmente stuprata da Anito stesso anni prima? Antemione, il figlio di Anito, di cui era noto l'odio per il padre? Aristofane che doveva dei soldi ad Anito? Diodoro? Oppure la morte nasconde dietro delle motivazioni politiche, legate alle lotte di potere fra oligarchici e democratici?
L'autore usa gli strumenti del giallo (il mistero, l'indagine) storico per introdurci dentro un mondo affascinante e malizioso, pieno di storie di odio, passione e vendetta.
Un romanzo che parla dell'emancipazione femminile, del significato della democrazia, l'anticonformismo di Socrate ... brillante e intelligente, con un finale a sopresa che riguarda la morte del filosofo.
I cui dialoghi, ancora oggi, non perdono nulla del loro grandezza, della loro originalità, della forza dirompente dei suoi paradossi e del loro messaggio.
Il libro su internetbookshop.
Technorati: Ignacio García-Valino
1 commento:
Ciao da Giano, interessante il tuo blog, e le recensioni dei libri. Snche io sono un appassionato di gialli di ambientazione antica, conoscerai certamente la serie di "aristotele" della Margaret Doody. Trovo che non guasti, anzi, la presenza di riferimenti filosofici, che possono aiutare noi lettori in un percorso di crescita.
Tornero' a trovarti...grazie, ciao!
Posta un commento