26 gennaio 2007

Hannibal Lecter. Le origini del male di Thomas Harris

Questo libro racconta le origini del dottor Lecter, lo straordinario personaggio nei precedenti romanzi di Thomas Harris.
Straordinario perchè, sebbene condannato dalle leggi come un mostro, come un assassino ("Hannibal the cannibal"), la sua figura sia assimilabile a quella di un Deus ex machina, nelle storie dove è protagonista.

Libro diviso in tre parti: nella prima siamo in Lituania, nel 1941: il giovane Hannibal, figlio del conte Lecter, assiste allo sfondamento delle truppe tedesche. La sua famiglia, per sfuggire alla guerra e alle persecuzioni dei collaboratori lituani dei nazisti - gli Hilfswillige - fugge dentro un capanno di caccia.
Negli anni della guerra il giovane Lecter passa le sue giornate sui libri, aiutato da un istruttore di famiglia, con la sorellina cui è molto legato: Misha.

Fino ai crollo del fronte nell'inverno 44: dove assiste all'uccisione della sua famiglia e di Misha da parte di un gruppo di sbandati ex nazisti.
Il piccolo Lecter muore in quei giorni: distrutto dall'orrore a cui ha assistito .. sarà ritrovato da dei soldati russi e ricondotto in un orfanatrofio. Muto e solitario, Hannibal cresce in una chiusa soliudine, fino al giorno in cui uno zio, pittore, lo porta con se a Parigi.

Qui, grazie all'aiuto della moglie dello zio, Lady Murasaki, viene educato alle arti (la letteratura giapponese), la scienza, la medicina.
Ma i ricordi della morte della sorella non lo abbandonano: tornano a galla poco a poco. Hannibal rivede continuamente la scena dove la sorellina viene portata via, dal gruppo di sbandati, le vengono palpate le braccia e ....
Fino al giorno in cui Hannibal decide che è arrivato il momento di vendicarsi.

Il libro racocnta della genesi del "palazzo della memoria" dove conservare le memorie delle persone a lui care (la madre, la sorellina Misha), e difenderle gelosamente dal mondo esterno.
Scopriamo come nasce in lui la passione "antropofaga", di mangiarsi le sue vittime.

Ma è un libro scritto male, di fretta, più una sceneggiatura per un film che un'opera letteraria in sè. A cominciare dai dialoghi, a volte scombinati, dove a volte manca un filo logico che li leghi.Sebbene sia un romanzo scorrevole, specie nella seconda parte, dove avviene la vendetta (o contrappasso, per dirla alla Dante), non mi ha lasciato una buona impressione.
Siamo molto ben lontano dalle atmosfere del Silenzio degli innocenti e di Red Dragon.
Il libro su internetbookshop.
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