22 settembre 2008

Il governo mediatico

G. Stella parla sul corriere de "La sobrietà smarrita", citando un articolo del Cuore che fu del 1996 "L'Ulivo sgomina la cellulite". Si è persa ogni forma di pudore, di sobrietà: un premier che non si vergogna di fare battute da bar; di andare in televisione e civettare con campionesse di fioretto (in cerca di spazi politici) "da lei mi farei toccare".

Un premier che apposta lancia il sasso (su mafiosi diventati eroi, su fascismo e antifascismo..) senza nascondere la mano, per aspettare l'onda mediatica di riposta. Che comunque fa li suo tornaconto: l'importate è che si parli di lui.

Da una parte la caccia alle intercettazioni, alle inchieste, alla ricerca sul suo passato (poco pulito) per i rapporti con mafiosi o presunti tali. Quale altro premier al mondo potrebbe parlare al telefono con un collaboratore, definendo un attentato con bombe, un atto di affetto?
Dall'altra questa politica mediatica che mette in onda (senza contradditorio e a reti unificate) tutto ciò che il consiglio dei ministri decide (e che il Parlamento deve notificare e zitto).

CGIL non è d'accordo con Alitalia? Non importa.
L'opposizione non è d'accordo sui temi della riforma della giustizia? Noi tireremo diritti, faremo da soli.
E loro sono sempre lì, davanti alle telecamere a rispondere alle domande di giornalisti che fanno però le sole domande giuste. A parlare di maestro unico, del camice a scuola (firmato da Prada?), dei fannulloni, dell'immondizia sparita dalle televisioni, con la spettsa spocchia, la stessa faciloneria. Chiacchiere da bar.

Qualcuno dei giornalista farà notare al premier Berlusconi la differenza di comportamento tra lui e Olmert (dimesso su pressioni del suo stesso partito) in Israele?
La presa in giro di convocare una seduta della commissione giustizia per dare la possibilità a Ghedini e Longo di disertare l'udienza del processo Mills a Milano?
Qualcuno dei giornalisti chiederà conto della brutta faccenda del nazista Borghezio in vacanza a Colonia?
Qualcuno ricorderà al premier che la crisi Alitalia (su cui il governo ha giocato le sue carte) parte dal precedente governo Berlusconi e che sprechi e cattiva gestione sono imputabili anche al centrodestra?
Scrive il Financial Times:
«Sul caso Alitalia il premier italiano, di fronte a un’umiliazione personale, rifiuta di credere al cambiamento di eventi. Solo poche settimane fa sembrava aver trovato una soluzione che avrebbe potuto mandare al tappeto i sindacati. Il problema ora è che sono stati congelati potenziali acquirenti esteri nel nome di un incauto patriottismo».

Ecco: basta non leggere il FT.
Basta non leggere le notizie sui Casalesi, sull'esercito schierato nelle città ma non nelle roccaforti del crimine.Un anno fa eravamo qui a parlare di Casta (sull'onda del successo del libro di G. Antonio STella e S. Rizzo); parlavamo dell'iniziativa di Beppe Grillo il V-Day; il timore che si volesse abbattare la classe politica; parlavamo dei privilegi della classe politica e delle inchieste che improvvisamente iniziavano ad arrivare in porto.
De Magistris in Calabria sull'inchiesta Poseidone e Why Not.
Il tribunale di Milano per i politici legati alle scalate bancarie del 2005 e la accusa del Gip Forleo contro D'alema e soci, consapevoli del reato in corso.
Poi .. pufff. Si è come cambiato canale: ed ecco che il televisore del pensiero unico ci manda in onda gli spot di questo governo, che sembra che stia risolvendo tutti i problemi delgi italiani. Almeno di uno.
Fatevi una domanda: stavate peggio prima o oggi?

Una volta si prendeva in giro Berlusconi dicendo che si credeva Dio. Oggi è Dio che si crede Silvio Belrusconi.
Lui si è riposato il settimo giorno. Silvio no: lui deve lavorare.

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