Chi ha paura di internet, della sua trasparenza, della sua difficoltà nell'imbrigliarla?
La prima pagina del corriere online da una risposta.
Le dittature,da una parte, i regimi come quello che Erdogan ha in mente: «Il web? Fa più danni di un' autobomba Ora tolleranza zero»
Ma anche nelle democrazie corriamo pericoli: nel nome di una tutela della privacy e di una lotta agli insulti, anche qui si vorrebbe regolare i conti.
L'obiettivo sono le intercettazioni e la divulgazione sulla stampa (e sulla rete), dove tutti i cittadini vedono il re nudo. Per quello che è.
Il garante della privacy, il medico del PD Soro, lo spiega bene:
«Non possiamo più essere indulgenti con la violenza verbale presente nella Rete: è prima di tutto una sfida culturale alla quale i veri amici di Internet dovrebbero sentirsi impegnati».
Nel suo intervento Soru si è soffermato anche sulla questione della trasparenza: «Nell'epoca della connessione continua si diffonde il mito della trasparenza assoluta che elimina ogni opacità. Internet dilata la richiesta e la pretesa di essere informati, in nome del principio per cui nulla dovrebbe sfuggire alla comunità».
Capito? Abbiamo la pretesa di essere informati.
E sulla violenza mi chiedo: ma quando la facciamo una legge sul femminicidio? Sul reato di tortura?
Violenze fisiche ben più gravi.
E sugli insulti degli onorevoli ("Il Parlamento Inutile")?
A proposito: la NSA che in America che ha spiato i cittadini, è una agenzia governativa di spionaggio.
In Italia, le intercettazioni preventive, da chi sono autorizzate?
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