Non è che un colpetto di stato è meno pericoloso solo perché viene dall'interno delle stesse istituzioni.
Come la proposta di snellire l'iter di approvazione della legge di riforma costituzionale.
Come la proposta dei domiciliari per chi ha condanne sotto sei anni. Colletti sporchi compresi.
Ieri il ministro Saccomanni ha spiegato che non si potrà fare a meno di alzare l'Iva.
A meno di non fare un'altra manovra.
E, a discapito delle promesse mirabilanti su giovani e lavoro, la crisi nelle imprese continua. Divani e Divani annuncia 1900 esuberi .
Come la Selex, l'azienda di Finmeccanica.
A proposito: il presidente del Consiglio Letta aveva detto a che tempo che fa che se ci fossero stati tagli alla cultura si sarebbe dimesso.
Ci siamo quasi: una delle altre proposte di legge (in mezzo a quelle per i rifiuti, i rimborsi ai partiti) prevede che toglie certe competenze al Mibac a favore della protezione civile: l'articolo di Tomaso Montanari su Il fatto
“Se ci saranno tagli alla cultura mi dimetterò”. Così parlò Enrico Letta il 5 maggio durante la sua intervista a Che Tempo che Fa. Bene, ora chi glielo dice che rischia di dover mantenere la promessa? Tecnicamente non sarà un taglio in senso stretto, ma quello che il Consiglio dei ministri intende approvare domani è forse peggio. É una sottrazione di competenze, di risorse, forse anche di dignità. Parliamo di direttiva che sarà discussa domani (e che ha già fatto infuriare il ministro Bray) che estrometterebbe radicalmente le competenze dei Beni culturali dalla gestione delle emergenze a favore della Protezione civile. Si tenta così di tradurre in norma la pericolosissima prassi che si è verificata all’indomani del terremoto dell’Emilia, e che ha condotto alla distruzione dei campanili e dei municipi attraverso la “dinamite di Stato”.
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