Non possiamo liquidare la questione
afgana con un bel funerale di stato, sperando che così passi la
nottata. Non lo possiamo fare una questione di rispetto per quanto,come il capitano La Rosa, per quella specie di missione di pace, ci
sono morti, da eroi.
E anche perché, questa missione, sta
mostrando tutti i suoi limiti.
Gli americani sono passati da una
missione di invasione, ad una missione che aveva come obiettivo
costruire una nazione.
Entrambi obiettivi non raggiunti,
annunciando un ritiro a tempo a prescindere dai risultati.
Noi siamo andati in quel paese
disgraziato, puntano ad una strategia che prevedeva il controllo del
paese, per una maggiore sicurezza interna a contrasto con l'azione
dei Taliban, sicurezza che avrebbe poi portato ad uno sviluppo e ad
una ricostruzione del paese.
Prima la sicurezza, poi il progresso
civile.
L'ex generale Mini, in un articolo
uscito oggi su Repubblica, propone di cambiare visione: prima la
ricostruzione del paese, coadiuvata dalle forze in campo per mettere
in sicurezza i progetti, progetti civili e di cooperazione militare
(che comunque richiedono risorse) “in modo che lo sviluppo sia la
premessa per la sicurezza, visto che l'inverso non ha funzionato”.
Questo sacrificio, continua il generale
Mini non servirà alla pace, ma “all'arroganza di una burocrazia
internazionale orientata al proprio benessere”.
Si potrebbe pensare, conclude
l'articolo, che questo sacrificio dei soldati sul campo sia pensato
per far passare l'idea che sia preferibile mandarli a casa e che
bisogna fare spazio ad armamenti costosi e sofisticati, per missioni
di guerra comandate a distanza. Almeno questa è una strategia, “di
mercato”.
Non posso non collegare questo articolo
del generale Mini, con un altro trafiletto letto oggi sul Fatto
quotidiano “Letta tentato dal privato” di Ivan cavicchi: dove si
parla di una ipotesi di privatizzazione della sanità pubblica, in
nome dell'impossibilità del garantire tutto a tutti,
sull'universalità dei diritti da mitigare, come dichiarato la neo
ministra Lorenzin.
Letta ha chiesto al Cnel uno studio,
commissionato poi dal Censis a Previmedical Spa (leader nel campo dei
fondi sanitari integrativi) sulla sanità integrativa.
Mentre al senato una commissione studia
la sostenibilità del sistema pubblico.
Che è il meno costoso d'Europa e
sarebbe pure sostenibile, se non ci fossero scandali, sprechi e
corruzioni le inefficienze.
Se, insomma, la politica decidesse di
pensare più alla Costituzione (quella che si vuole riformare)
secondo cui l'Italia ripudia le guerre e , all'art. 32, “tutela la
salute come fondamentale diritto dell'individuo”.
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