Bersaglio mobile ieri sera ospitava Luigi Bisignani ("L'uomo che sussurra ..") in una puntata in cui si è parlato del potere di ieri e di oggi.
Come si nomina un direttore di giornale in Italia?
A chi risponde un giornale? Agli azionisti (spesso banchieri) o ai lettori?
Come mai Gelli era amico di tutti e tutti quelli che volevano contare qualcosa si iscrivevano (a loro insaputa forse, come Bisignani stesso) nella sua loggia?
Se si esclude per la presenza di Ferrara (mi chiedo come si possa ospitare un giornalista così maleducato in trasmissioni del genere .. non solo per il litigio con Mentana), è stata una serata trascorsa pacatamente, in un clima rilassato.
Battute, aneddoti, ricordi.
Che male c'è se certe nomine sono fatte al telefono, magari consigliandosi con un lobbista come Bisignani?
Che male c'è ad essere capo dentro un ministero di giorno e dentro l'Ansa di sera a dare le notizie?
Cosa ha fatto di male Gelli e la sua P2?
Ecco, il nostro capitalismo è questo, che ammette anche serenamente e pacatamente come avvengono certe scelte.
Non alla luce del sole (trattandosi di società quotate in borsa, o giornali che formano l'opinione pubblica), ma tra amici.
Poveri noi, cittadini di un paese rimbecillito dall'idolo psicologico della trasparenza assoluta (uso le parole stesse di Ferrara).
Che è anche il paese degli scandali Mps, BPM, Finmeccanica, Parmalat, delle cricche, dei soldi sprecati in opere inutili che non finiscono mai.
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