Paranza è il nome di barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce. Il nuovo sole è elettrico, la luce occupa l'acqua, ne prende possesso, e i pesci la cercano, le danno la caccia. Danno fiducia alla vita, si lanciano a bocche aperte governati dall'istinto. E intanto si apre la rete che li sta circondando, veloce; le maglie presidiano il perimetro del banco, lo avvolgono.Poi la luce si ferma, sembra finalmente raggiungibile dalle bocche spalancate. Fino a quando i pesci iniziano a essere spinti l'uno vicino all'altro, ognuno muove la pinna, cerca spazio. Ed è come se l'acqua diventasse una pozza. Rimbalzando tutti, quando si allontanano i più vanno a sbattere, sbattono su qualcosa che non è morbido come la sabbia, ma non è nemmeno roccia, non è duro. Sembra violabile ma non c'è verso di superarlo. Si dimenano sopra sotto sopra sotto destra sinistra e ancora destra sinistra, ma poi sempre meno, sempre meno.
E la luce si spegne. I pesci vengono sollevati, il mare per loro sale repentinamente, come se il fondale si stesse alzando verso il cielo. Sono solo le reti che tirano su.Strozzati dall'aria, le bocche si chiudono in piccoli cerchi disperati e le branchie che collassano sembrano vesciche aperte. La corsa verso la luce è finita.
Roberto Saviano – La paranza dei bambini Feltrinelli
Il nome paranza viene dal mare.
E paranze si chiamano le gang criminali
dei guagliuncelle, ragazzi con l'età appena sufficiente per guidare
il motorino ma che si fanno illudere dalla luce dei soldi facili.
E che poi finiscono morti, soffocati
dalla rete ..
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