Incipit
Dunque, nella vita ho ucciso assassini e animali feroci, ho fatto l'amore nella stessa notte e nello stesso carro con quattro donne cinesi, tra cui una che aveva una gamba di legno, il che rende le cose un tantino difficili, in certi casi. Una volta, mentre attraversavo le pianure, ho pure mangiato un tizio morto, non intero ovviamente, ma sia chiaro che non lo conoscevo tanto bene, mica eravamo parenti, insomma si è trattato solo di un malinteso.Un'altra cosa che ho fatto è stata vincere una gara di tiro a Deadwood contro avversari di altissimo livello. Erano tutti bianchi tranne me, nero e lucido come l'ossidiana. Sono stati scritti addirittura romanzetti sul mio conto, anche se qualcuno dice che non è vero, che sono attribuito il nome di Deadwood Dick, il Cavaliere Oscuro delle pianure, solo per darmi un prestigio e che quelle storie non avevano a che fare con me".
Nell'incipit è già raccolta tutta la
storia di Willie Jackson o Nat Love o anche Deadwood kid, nomi
diversi per la stessa persona: la storia di un ragazzo di colore che
per per colpa della prepotenza e dell'ingiustizia, deve scappare di
casa. Incontrare un uomo che gli salva la vita, arruolarsi
nell'esercito, scampare da un agguato di indiani Apache, diventare un
buttafuori in un locale, vincere una gara di tiro …
Una vita avventurosa.
Ma andiamo con ordine: siamo nel sud
dell'America, nei mesi successivi la guerra di Secessione.
Gli schiavi non ci sono più, è vero,
ma non mancano i pretesti per linciare una persona di colore, come
Willie, specie se ti metti a guardare le chiappe di una donna bianca
se a fianco c'è il suo uomo. Che è pure razzista e violento:
“Il fatto che io stessi fissando ciò che chiunque sarebbe stato in grado di vedere passando da quelle parti gli fece lo stesso effetto di un animale ferito che gli si fosse arrampicato addosso per poi morirgli in mezzo alle chiappe, inondandolo di fetore”.
Il signor Ruggert è anche un
tipo pure estremamente testardo, oltre a non essere quello che si
definisce un bell'uomo:
“… Il grosso ventre bianco era appoggiato alla cintura come un sacco di patate, e torceva le labbra in mezzo alla barba come fossero due vermi rossi che cercavano di uscire da un groviglio di erba….”.
Ma come ti permetti “negro”, di
mancare di rispetto alla moglie di un bianco? Questa era la mentalità
dell'epoca (e per qualcuno ancora oggi): “il fatto che tu, un
negro, abbia osato attraversare il nostro giardino senza tenere il
capo chino e gli occhi a terra, ma guardandoti attorno come se fossi
un uomo bianco”.
In fuga su un cavallo rubato, Willie ha
la fortuna di incontrare un uomo bianco, un predicatore tutto
particolare, con un rapporto con Dio molto particolare dopo che il
suo unico figlio era morto in guerra (e non sarà l'unico predicatore
che incontrerà nelle sue avventure).
“Più pensavo all'orologio, più mi convincevo che Dio non fosse così amorevole. Era come un grande orologiaio: noi eravamo gli ingranaggi del suo orologio, e la terra dove viviamo ne era la superficie scivolosa”.
Loving, questo il nome dell'uomo, lo
cresce come un figlio, gli insegna a vivere, a coltivare pomodori, a
cavalcare come un indiano e a sparare.
Alla sua morte, Willie cambia nome per
la prima volta, diventando Nat Love, in onore del padre naturale e
del suo secondo padre.
Ma le avventure sono appena cominciare:
Nat decide di entrare nell'esercito, in un reggimento di colore dove
incontra una persona di colore come lui, Cullen, un “ex negro di
casa” che poi diventerà il suo miglior amico.
A Fort Mc Kavett, Nat dimostra le sue
doti di cavaliere ammaestrando (più o meno) uno stallone nero che
chiamerà Satana. Che diventerà, assieme a Cullen, un altro suo
fedele compagno.
In missione con altri soldati, Nat
incontra per la prima volta gli indiani, considerati solo straccioni
incapaci di sparare
“… Siamo fuori tiro, e ho
sentito che gli indiani non sono granché a sparare…” - sono
le ultime parole famose di un soldato prima di essere colpito da un
colpo di fucile Henry.
“Si saranno esercitati” chiosa,
con un pizzico di ironia, Cullen.
“Potete dire qualsiasi cosa sugli indiani, ma non si può negare che siano la razza più coraggiosa al mondo, a esclusione forse dei predicatori beoni convinti che Dio sia al loro fianco”.
Rispetto o meno per gli Apache, Nat e
Cullen salvano la pelle per un soffio: unici superstiti del reparto
decidono che l'esercito con loro ha chiuso e che si sono quasi
meritati il congedo.
Assieme a Satana, il cavallo (nero, non
poteva che essere nero) arrivano a Ransack:
“sembrava un ammasso di ombre con in mezzo delle lucciole, ma si trattava di lampade a cherosene e fuochi”.
Ci sono quattro donne cinesi (una di
queste con una gamba di legno) e un protettore, che li rifocillano
con carne di maiale (beh, non proprio maiale).
Ma le loro facce di colore non passano
inosservate: dopo uno scontro coi paesani, i nostri eroi scappano dal
paese assieme ad un carro con sopra le quattro ragazze.
Nel viaggio verso il South Dakota
incontrano un branco di bisonti: “un mare di pelliccia” che
ricopriva la pianura, che nel giro di pochi anni sarebbero quasi
estinti per togliere agli indiani la loro fonte di sostentamento.
Il
paese di Deadwood prende
il nome dalla legna di quei luoghi che bruciava in fretta: ma
la puzza che accoglie la nostra carovana è quella del liquame dei
buoi e del sudore dei mandriani.
Qui potrebbero esserci tutti gli
ingredienti per una vita tranquilla: un lavoro da buttafuori, un po'
di soldi, l'amicizia di un pistolero importante come Wild Bill,
ovvero James Butler Hichkok.
C'è anche l'amore che arriva, per Win,
una bella ragazza che cattura i topi per strada (vi avevo detto che
Deadwood non è poi una città così carina?) col suono del flauto.
Beh, questo almeno è quello che dice..
Ma non dimentichiamoci di Ruggert,
l'uomo che lo voleva linciare, che si è messo sulle sue tracce
assieme ad altri compari. Loving lo aveva ammonito: Ruggert è il
genere di uomo che quando si fissa qualcosa in testa .. E il suo
volto non è uno che si dimentica facilmente: non è comune vedere
una persona di colore che si aggira per il paese con quel paio di
orecchie attorno alla testa.
Fa in tempo a vincere una gara di tiro
con le pistole e a diventare per tutti Deadwood Dick, battendo
un pistolero bianco che poi divenne uno scrittore di storie ispirate
proprio alla sua vita, Bronco Bob.
Ma poi il destino arriva a prendersi
tutto quello che ha di più caro.
I suoi averi, i suoi sogni, la sua
donna. Win.
E da qui inizierà la tremenda
vendetta.
Paradise Sky, partendo dalla
storia di un personaggio realmente esistito, è il racconto di una
trasformazione.
La trasformazione di un ragazzo in un
uomo, costretto ad uccidere ma capace di prendere le decisioni
giuste. Anche quando si tratta di decisioni che pesano nel cuore.
“Mi misi a riflettere. Mi tornò in mente quello che mi aveva detto mia madre, sul fatto che dovessi pensare al mio futuro e fossi destinato a grandi cose. In quel momento, però, non mi sentivo affatto un grand'uomo, e il futuro era tutto fuorché luminoso. Avevo lasciato che lei e papà morissero, e che io stesso prendessi una brutta piega. Se le scelte sbagliate fossero in vendita, potevo dire tranquillamente di averne comprate una sporta intera.”
Le trasformazioni di un paese dove,
terminata la guerra di Secessione, iniziava la conquista dei
territori del West. Che avrebbero portato alla segregazione delle
tribù indiane, derubate dei loro territori e del loro cibo.
“.. provai una pena profonda nel vedere dei grandi guerrieri ridotti sulle ginocchia, a ingozzarsi di farina. Il whisky dell'uomo bianco aveva compiuto l'opera: era quello l'olio nel quale erano stati bolliti, e il ferro arroventato che li aveva piallati”.
Una trasformazione, sulla scia del
cavallo di ferro, che avrebbe portato alla creazione di nuove città,
laddove prima c'erano solo capanne.
“Le chiome degli alberi erano di un verde smeraldo, le piante fiorivano in un'esplosione di colori, i fiori sembravano appuntati al terreno come spille tempestate di gioielli. Era come cavalcare dentro una fiaba, ma avevo la triste impressione che presto tutto questo sarebbe sparito, che gli alberi sarebbero stati tagliati e segati, gli animali uccisi, e le montagne sarebbero state disseminate di baracche fatiscenti.”
Nel racconto, fatto in prima persona
dalla voce di Nat, ci si immerge dentro il West, si sente la puzza
del bestiame, e il rumore degli spari delle armi con cui si
amministrava la giustizia. Armi
che sono citate coi loro nomi e cognomi: ci sono la Colt
Peacemaker, c’è il Revolver La Mat, ci sono i fucili Winchester.
Un mondo dove fare giustizia per gli
sceriffi significava solo consegnare un corpo al giudice, morto o
vivo da impiccare.
Un mondo dove le persone di colore
venivano malviste, perché considerate inferiori, anche se ripulite e
ben vestite. Anzi, specie se ripulite, perché il loro ruolo era
comunque quello di schiavi.
Il Signore non guarda al colore della pelle, rispose lei. - Neppure se quel colore è bianco.- Mi sa tanto che è l'unico a non farlo.
Nel lungo racconto ci sono tante
storie che partono e si intrecciano alla storia di Nat e anche
tanti personaggi che rendono conto delle molte facce del West: le
ragazze cinesi che insegno Confucio, il predicatore Luther che un
giorno ha parlato con Dio, l'incontro con Wild Bill e Calamity Jane,
cacciatori di taglie e giudici che giurano sulla Bibbia. Gli
sceriffi, i rapinatori e ladri, i soldati a cavallo..
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Un omaggio al West e alle sue storie
e alle sue contraddizioni, e un omaggio a questo eroe, di colore,
Nat Love, realmente esistito, che ha conosciuto Custer, Buffalo Bill
e il suo show. Ha viaggiato in Europa dove ha pure conosciuto la
regina d'Inghilterra.
“Comunque, quella che vi ho raccontato finora è la storia di come sono diventato Deadwood Dick: l'ho raccontata come meglio potevo ed è tutta vera, purché teniate presente che le parti più noiose le ho tolte. Quelle, non piacciono a nessuno.”
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