22 novembre 2016

Report – caviar democracy

Cos'è la democrazia al caviale, dove un politico è accusato di corruzione e riciclaggio?
Ma prima l'appuntamento con Sabrina Giannini:

Indovina chi viene a cena: baby boom
L'inchiesta sul cibo per bambini è partita con l'uomo Plasmon, quello della pubblicità del 1964: l'immagine del gladiatore serviva a far passare l'idea che per diventare così forzuto, serviva Plasmon.
Ma l'uomo Plasmon è cresciuto con le proteine vegetali: il fascino del progresso e della comodità ha soggiogato le nostre mamme negli anni '60.
Oggi i genitori seguono i consigli del pediatra: il convegno di pediatria è stato tenuto alla reggia di Caserta, che ballano il valzer.
Gli sponsor sono le multinazionali che qui promuovono i loro prodotti per l'infanzia.
I prodotti che hanno accompagnato fedeli i bambini: i biscotti Plasmon, gli yougurt per curare i disturbi intestinali dei bambini, il latte artificiale di Nestlè.
Il mercato del cibo per bambini vale nel mondo 35 miliardi di dollari nel mondo: una parte è investita in pubblicità, alcuni dai contenuti sbagliato. Come lo slogan che diceva che la carne è un alimento essenziale nei bambini.
Per ogni tipo di mamma, c'è la giusta pubblicità: la Plasmon accoglie le mamme blogger che dispensano i loro consigli su internet ad altre mamme. Tutto legale, basta leggere la specifica che dice che quegli articoli, sul blog, sono a pagamento.
Anche il cibo per bambini passa per internet e per le mamme influencer: le mamme blogger prendono circa 100 euro per post.
Per pubblicizzare la visita all'oasi di Latina, della Plasmon: peccato che non sia un'oasi e che la giornalista non è riuscita ad entrare.
E che le inchieste del magistrato Guariniello raccontino del rischio di estrogeni dentro le carni, prodotte dallo stabilimento di Latina: inchiesta archiviata, ma le carte dicono che i controlli erano carenti... E il sospetto è che le carni arrivassero dall'Africa.

Come sono ora i controlli? Non lo possiamo sapere, l'azienda ha rifiutato visita e intervista.
I politici europei hanno fatto un regalo, ennesimo, alle aziende che producono cibi per bambini: si può non indicare il paese di provenienza, la carne.
Ci sono pediatri che sostengono che gli omogeneizzati sono migliori dei cibi freschi: non è sempre vero, raccontava una dottoressa nel servizio, che spiegava come i trattamenti della carne possono far nascere sostanze tossiche, come il “furano”.
Che è stato classificato come potenzialmente cancerogeno: gli stati dovrebbero effettuare dei monitoraggi sistematici sui prodotti per l'infanzia.
La commissione europea ha chiesto ulteriori indagini anche quest'anno: ma solo due regioni hanno risposto e il ministero della Salute rimane a guardare.
Per gli omogeneizzati basterebbe scaldare la pappa, prima di consumarla, ricordando che nei primi mesi bisognerebbe allattare il bambino, mentre la normativa europea consente questi cibi già a 4 mesi. Il comitato di esperti che ha votato per l'etichetta a 4 mesi era in conflitto di interessi: erano medici che lavoravano per le multinazionali del settore.

Chissà cosa avranno mangiato i pediatri alla Reggia, se i cibi confezionati che consigliano ai bambini.

Federica Buglioni è la presidente dell'associazione per il cibo in cucina: basta considerare che il tempo che si passa a cucinare non è tempo sprecato, ma un tempo per stare in famiglia.
Anche queste sono politiche per la famiglia, come i congedi parentali che aumentano, gli asili nido ..

Cos'è la democrazia? Non è un diritto acquisito immobile nei secoli, ma se non stai attento, rischiamo che cambi pelle.
Si parte dal Consiglio d'Europa, un ente nato nel 1949 per difendere le democrazie, i diritti e abbraccia tanti paesi anche nell'est. Chi entra nel Consiglio deve firmare un accordo e rispettare i principi, inderogabili.
I principi non si comprano, si rispettano.

Questa storia parte dall'Azerbaijan, arriva a Panama, fino alla Puglia.
Toccano il deputato Volontè, con l'accusa di corruzione: in Europa avrebbe retto la lobby azera, in Europa, che usava i soldi per comprare il consenso nel Consiglio europeo: 2 milioni di euro, un'inezia per questo paese che vive di idrocarburi e che ha bisogno di comprarsi una buona immagine.

Come si vive in Azerbaijan? Da 23 anni il paese è governato dalla dinastia Aliyev, che detiene i settori produttivi, banche e petrolio, controlla l'informazione.
48 miliardi di dollari sono stati spostati nei paradisi fiscali, a Panama per esempio: in società anonime costituite ad hoc ed emerse dall'inchiesta Panama papers.
A Panama l'evasione fiscale non è reato, dice il presidente degli avvocati: impediscono ai magistrati di conoscere i proprietari di una società su cui stanno indagando, con le loro leggi.
Le tasse arrivano al massimo al 30%: portare i soldi fuori dall'Italia e arrivare qui e nascondere i beni è in fondo semplice.
Il cambio di residenza e la costituzione di una società anonima costa circa 3000 euro: se poi l'ordine di costituzione della società passa attraverso più avvocati, si rende ancora più difficile l'azione dei magistrati, che devono allungare la catena delle rogatorie.

A Panama si trovano i soldi dei narcos, i signori della droga, che trattano i loro affari nei più importanti grattacieli della città.
Lo studio Fonseca, il più grande a Panama, ha curato anche gli interessi della famiglia Aliyev.
Le figlie del presidente fanno beneficenza negli Stati Uniti, mentre le società di telefonia mobile sono intestate a due società panamensi, che dietro hanno loro.
La giornalista che ne ha parlato è finita in carcere, con un'accusa inventata.
Mentre esplodeva lo scandalo dei Panama Papers, in Azerbaijan è partita la guerra, nella zona del Nagorno Karabach: il sospetto è che Aliyev abbia voluto nascondere lo scandalo con la guerra di aprile, che ha prodotto quasi 300 morti.

Secondo la procura di Milano il deputato Volontè avrebbe preso 2 milioni di euro, per orientare la votazione del gruppo popolare contro la relazione del deputato tedesco Strasser, dove si parlava dei detenuti politici in Azerbaijan.
All'eurodeputato Strasser è stato negato l'ingresso nel paese: ci sono centinaia di giornalisti in carcere, eppure l'aula nel Parlamento votò contro la relazione.
Un'aula piena di deputati russi e turchi, che mai erano entrati in aula, che votarono mettendo in dubbio l'esistenza di prigionieri politici.
La lobby azera è stata raccontata da un documento che si chiama “caviar democracy”: racconta il potere della lobby, con favori e ricatti per ingraziarsi i politici europei.
Con prostitute mandate in camera e poi usate come arma di ricatto.
Con doni ai politici come il famoso caviale.

Il Consiglio d'Europa monitora i 47 paesi su giustizia e diritti civili: una condanna del Consiglio pregiudicherebbe gli affari del paese, anche quelli con l'Italia.
Nell'aula è ancora oggi vietato parlare di tangenti e del deputato Volontè e del voto del PPE.
E ancora oggi di aprire una commissione d'inchiesta sul caso non se ne parla proprio.
I soldi all'eurodeputato italiano sono arrivati tramite 4 società anonime, soldi arrivati alla sua fondazione a Saronno dalle Seychelles. Tutto normale per le persone della fondazione in Italia …

Si riparte da Saronno, sede della fondazione di Volonté: i soldi erano legati ad una consulenza, per 1 milione l'anno, frutto di una donazione, dice il deputato Volonté.
2 milione di donazione, e i 300 mila euro sono il frutto di una consulenza: tutte donazioni non tassabili, che si sommavano ai soldi da deputato.
Che fine hanno fatto? Petizioni, iniziative, li abbiamo messi in banca.
I bilanci della fondazione non sono stati mostrati al giornalista ma il deputato li ha mandati alla Prefettura: ma i bilanci sono pubblici così si scopre che tra il 2013 e il 2014 l'attivo cresce per milioni di euro, tutto merito degli azeri.

L'indagine è partita dalla banca di Barlassina, a cui sono arrivati i soldi: tutto colpa di un qui pro qui, si è difeso Volonté.
Lui si fidava, dice a Mondani, ma la banca no e dalla sua denuncia è partita l'inchiesta: così si scopre l'esistenza di soldi movimentati dalle banche azere, che finiscono in società anonime passando per la comunità europea.

Il codice di comportamento dell'assemblea vieta regali, soldi, qualsiasi situazioni da conflitto di interesse: Volonté ha preso una donazione da 1 ml l'anno, da un paese su cui doveva poi prendere una decisione importante.
Quanto è credibile ora il Consiglio Europeo?

In quei mesi, quando si è votato sui diritti civili in Azerbaijan, si è deciso anche l'accordo commerciale sul TAP in Puglia: nel 2013 il rapporto Strasser è stato bocciato, e pochi mesi dopo Letta è andato in Azerbaijan a firmare un accordo. Non è un caso.
Il gasdotto costa 45miliardi di dollari, parte di questi ricadono sull'Italia e non sono noti: obiettivo del gasdotto è renderci indipendenti dal gas russo.
Gas che dovrebbe sbucare sulle spiagge pugliesi, fino a Melendugno, dove ci sarà una centrale.
Dalla centrale si arriverà fino a Brindisi: la spiaggia è difesa dal presidente della regione, che ha bisogno del gas per riconvertire le centrali al nord della regione ancora a carbone.
Ha proposto di spostare il percorso a nord, verso Brindisi, ma inascoltato: non avendo ancora ricevuto la VIA, ha bocciato l'opera.
Il country manager del TAP sostiene che non sono riusciti a controllare i documenti della regione.
Di chi è la colpa?
I 55 km del percorso del TAP, a carico della Snam, dovremmo tagliare degli ulivi: se invece il TAP attraccasse a Brindisi si risparmierebbero ulivi e soldi.
La logica dello Sblocca Italia ha portato regione e Stato a non parlarsi: non si è tenuto conto della sismicità dell'area, dicono quelli del comitato contro il TAP.

Non solo: l'Oxford institute dice che non ci sono giacimenti sufficienti per la richiesta, di quelli promessi all'Italia. E se nel gasdotto dovesse arrivare del gas russo?
L'importante è che il gas arrivi. Ma l'Eni dice che siamo in over supply col gas, allora chi ha ragione?
E come mai la società del gas ha sede a Zug, dove ci si va a nascondere?
La società TAP è andata a Zug per pagare meno tasse ma ha chiesto 2 miliardi di finanziamenti alla Banca di investimenti europei: alla fine il TAP lo pagheremo noi con le bollette?

Qualche scatoletta di caviale è arrivata anche al deputato pugliese di FI Vitali.
Il presidente Aliyev è generoso: finanzia i musei capitolini e altri lavori a Roma. E firma con Renzi un accordo strategico per dare all'Italia più gas, ma nel frattempo la repressione contro le opposizioni aumentano.
Se insisti a scrivere rischi il carcere o anche la morte – raccontano alcuni giornalisti: Jafarov è uno di questi, che è uscito dal carcere su pressioni dell'Europa.
Tana de Zulueta era una degli osservatori dell'OCSE alle ultime elezioni: c'erano seggi infarciti, ovvero dove prima che iniziassero le votazioni c'erano già le schede.
Nel 2015 il Parlamento europeo non ha inviato i suoi emissari alle elezioni politiche e gli uffici dell'Ocse sono stati chiusi dal governo. Quando non vuoi far vedere quello che succede a casa tua, cacci via l'osservatore.

Volontè vorrebbe diventare commissario per i diritti umani, nel Consiglio Europeo: come è possibile da uno che ha preso soldi da un paese che calpesta i diritti umani.
“E' una buona domanda” - ha risposto.
Tra i politici amici dell'Azerbaigian ci sono Gasparri e la Lanzillotta, perfettamente bipartisan.
Oppure come quel (il senatore Divina) che ammetteva, tranquillamente, che per qualche giornalista qualche mese di carcere non farebbe male …

Che credibilità ha il Consiglio d'Europa che non ha alzato un dito contro la Turchia, contro l'Azerbaijan?
Milena Gabanelli
Comunque il senatore Divina dice: “le nostre democrazie si sono inflaccidite”. Non c’è dubbio, ma secondo noi da un altro punto di vista. Tutto quello che deve fare il Consiglio di Europa è pretendere dai paesi membri l’applicazione dei criteri minimi. Sull’Azerbaigian dove il presidente in carica da 13 anni, nominato dal padre, ha prolungato il limite dei mandati, ha diminuito l’età per poter essere candidati alla presidenza (bastano 18 anni, forse sta preparando la successione per il figlio), un centinaio di oppositori in carcere, il Consiglio d’Europa non ha alzato un dito, come non lo ha alzato sulla Turchia, membro del Consiglio d’Europa. Arrestati i leader dell’opposizione, sospesi o licenziati 130.000 dipendenti pubblici fra giudici, poliziotti, professori, funzionari. Chiusi giornali e tv contrari al presidente Erdogan, che può permettersi di ricattare l’Europa sui profughi siriani, nonostante gli aiuti che
l’Europa ha dato alla Turchia. E dichiara “ho rifondato la democrazia”. Ora, l’organismo nato per presidiare e difendere i valori e i principi per i quali abbiamo versato lacrime e sangue, di fatto sta avallando, il loro di modello, anche con la nostra complicità, quella dei paesi fondatori perché abbiamo smesso di scegliere, di decidere, di sorvegliare. Ora, se tutto questo non ci piace però, possiamo riprenderci la nostra sovranità. Basta volerlo.
Il link col pdf della trasmissione

Gli altri servizi: "Tipico ma non troppo", il pdf con la puntata.
"L'amministratore delegato" di Consip e il pdf del servizio.

Infine un aggiornamento sulla puntata sul biologico "Bio-illogico": Bernardo Iovene aveva segnalato al viceministro Olivero che il suo capo della segreteria (Enrico Maria Pollo) era in una situazione di conflitto di interesse.
Il vice ministro aveva risposto che avrebbe avviato un'indagine. Di giorni ne sono passati 30 dalla puntata (e 70 dall'intervista) e ancora non ne sappiamo nulla.
Ma questo non era il governo trasparente e "agile"?

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