E guardalo, allora.Osserva il suo profilo, non appena la vista si è abituata alla lieve luminescenza che, obliqua, arriva da un lampione giù in strada, luce giallastra mossa dal vento. Riconosci dalla penombra la linea della fronte e la curva del naso, uno skyline che ti spacca il cuore; riconosci la dolcezza e l'incanto e l'immensa tenerezza che sai nascondergli così bene.Ora che dorme, non aver paura di tradire quel sentimento impronunciabile, nato e cresciuto tuo malgrado, quando ormai non ci pensavi più, quando ti credevi al sicuro e immaginavi la tua anima come un deserto, come il dorso screpolato di una brulla collina spiata da un drone
In tanti aspettavano il secondo
capitolo di De Giovanni della serie con Sara, la donna
invisibile, la donna che osserva senza essere osservata, la donna
capace di carpire sussurri appena pronunciati, di leggere in
controluce piccoli gesti, piccoli tic che il nostro corpo compie
involontariamente.
.. quando il suo lavoro consisteva nel decifrare sussurri rubati da microfoni inaffidabili, o esaminare le immagini sgranate delle telecamere di sorveglianza. Il massimo dell'operatività era accomodarsi in un cinema per spiare, da quattro o cinque file di distanza, due tipi che fingevano di non conoscersi.
Sara lavorava all'interno di un'unità
dei servizi di cui in pochissimi erano a conoscenza, di sicuro non
l'opinione pubblica.
Sara aveva abbandonato il marito, il
figlio, per inseguire l'amore, quello che arriva una volta sola nella
vita e a volte mai. Un amore assoluto quello con Massimiliano, il
capo della sua unità, consumato fino alla fine, fino a quando non è
arrivato il momento di ritirarsi.
Il tramonto di Sara, il primo
libro della serie, si apre con una donna solitaria seduta su una
panchina, una donna che nessuno noterebbe, coi suoi capelli bianchi,
gli abiti poco vistosi.
Ma non è ancora tempo per rassegnarsi
al tramonto: l'incontro con la fidanzata del figlio, morto in un
incidente, e un caso da seguire, avevano aperto in lei una nuova fase
nella sua vita, dandole una nuova speranza.
Le parole di Sara comincia con
l'immagine di una donna che spia il suo uomo, che ancora dorme nel
suo letto, chiedendosi se quello che sta provando è vero amore.
E' Teresa, la bionda, la collega
e amica di Sara, la mora, rimasta dentro quell'unità segreta
dei servizi e diventata poi il capo, con la morte di Massimiliano.
Quel ragazzo molto più giovane di lei,
Sergio Minucci, ufficialmente ricercatore universitario, è uno
stagista nel suo ufficio, ed era diventato qualcosa di più di
un'avventura di una sera, qualcosa di più pericoloso: è ora però
sparito da quella mattina in cui ha lasciato casa sua, senza lasciare
alcuna traccia.
Teresa chiede così all'amica Sara di
aiutarla nella ricerca, per capire se gli è successo qualcosa e
perché.
E per capire, e questa è la cosa più
importante, se quel ragazzo è finito nel suo letto per una ragione
diversa dai sentimenti.
Si rimette in moto la squadra non
ufficiale, con Sara, l'ispettore Davide Pardo, sempre alle prese col
suo bovaro, e Viola, che ha reso Sara nonna di un bambino che si
chiama Massimiliano, come il “suo” Massimiliano.
Perché – si domanda Sara – Teresa,
una persona così fredda, che sembrava incapace di provare emozioni,
si è rivolta proprio a lei: il suo sguardo, i suoi gesti tradiscono
una tensione che dice più delle parole non dette tra di loro.
Perché le parole di Sara sono come le
parole di Teresa: sono “parole che abitavano nel silenzio”.
Chi è questo Sergio Minnucci?
Indagando sulle persone a lui vicine, la madre, la fidanzata, vengono
fuori due figure completamente diverse del ragazzo: metodico e fedele
per la fidanzata, incline al tradimento, viaggiatore e indipendente
per la madre e anche per le persone dell'università, secondo cui era
anche raccomandato da un politico regionale.
Sergio doveva, all'interno dell'Unità,
spiare le mosse di un politico regionale in forte ascesa, Salvatore
Tarallo, grazie alle sue politiche aggressive contro gli
immigrati.
Attorno a questa indagine si muovono
strani e sinistri personaggi: Lembo, un uomo dei servizi, che
ha consolidato il suo potere grazie all'arma dei segreti, con cui
tenersi a galla ad ogni cambio di stagione.
C'è un uomo in tuta che va a correre
nei parchi e che sperava che l'operazione su quel ragazzo si
concludesse in modo meno cruento …
In questa storia non è facile capire
chi è il nemico da cui guardarsi: non siamo più negli anni passati
in cui l'unità si occupava di terroristi e criminalità organizzata
“anni in cui era facile individuare il nemico, era colui che
piazzava bombe, uccideva magistrati, giornalisti scomodi,
politici..”.
A proposito di anni difficili, le
pagine del presente si intrecciano con pagine del passato, quando
Teresa e Sara, bionda e mora, appena entrate nell'unità, erano
entrate in una indagine in cui si erano imbattute in strani incontri
tra estremisti di destra e mafiosi. Per fare cosa? Vincendo lo
scetticismo dei colleghi maschi, Sara aveva spiegato, in modo freddo
cosa si stavano dicendo quelle persone nel bar
«Cosa nostra» mormorò la donna bruna nel buio.
Tacquero tutti.
Lei aggiunse:
«Ci sarà un attentato a Firenze. E il terzo soggetto è Cosa nostra».
Cosa nostra, le bombe della sua
stagione stragistica dei primi anni 90.
Personaggi dell'estrema destra che oggi
si sono ricostruiti una verginità politica come persone nuove o come
imprenditori di successo.
E persone come Lembo, vecchio arnese
del mondo dei servizi, con una sua teoria personale secondo cui la
crisi delle istituzioni, del paese, sarebbe colpa dei sondaggi:
Si chiama democrazia. Be', avrebbe risposto Corrado, la democrazia è davvero sopravvalutata. Poteva andar bene quando il popolo si esprimeva in libere elezioni, e aveva il tempo di formarsi idee e opinioni e cambiarle in attesa di esercitare il diritto dovere del voto.Adesso, invece, un ragazzetto di ferma per strada con un questionario e tu, incazzato perché non hai i soldi per l'ultimo modello dello smartphone, lo tratti male; e l'indomani un politico tremebondo taglia i fondi per la difesa
Una vecchia inchiesta dei servizi che
oggi torna a galla, un politico di destra che cavalca la paura
dell'immigrazione, strani personaggi che si muovono attenti attorno
alle mosse degli investigatori sulla morte di Sergio: ma in che
razza di intreccio era finito dentro, questo ricercatore il cui corpo
viene trovato morto, abbandonato per strada?
Le parole di Sara ha superato
tutte le remore e i dubbi che mi erano rimasti dal precedente, Sara
al tramonto: molto più maturo, molto più complesso come
racconto, affronta alcuni temi di stretta attualità, tra cui
l'immigrazione e l'industria del crimine che sfrutta di queste
persone. Come nel precedente, ci sono momenti in cui De Giovanni si
lascia andare cliché e alla commedia all'italiana, momenti
perfettamente inseriti nel contesto narrativo.
Ma poi ci sono pagine dove si parla di
quel peso che ci portiamo dentro, i sentimenti, i ricordi del
passato: il passato di Sara, l'amore che ha vissuto in modo intenso
nella sua vita precedente e la sua solitudine, oggi.
Solitudine da cui Massimiliano l'aveva
messa in guardia, perché doveva rimanere viva, anche dopo di lui,
perché muoiono le persone, non l'amore:
Perché quel giorno scoprirai anche tu di aver bisogno di lei. E in qualche modo mi terrai ancora tra le braccia: e sentirai che muoiono gli uomini, ma non l'amore. L'amore no.Stringimi, Sara. Ho freddo. Tanto freddo.Ed è così buio.
I precedenti romanzi di De Giovanni con
Sara
- Sara che aspetta (dalla raccolta
Sbirre)
La scheda del libro sul sito di Rizzoli
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