"Lei lo sa perché gli intellettuali sono così importanti?".
Lo psicologo non lo sapeva, ma sapeva che era una domanda retorica e che non doveva rispondere.
"E lo sa perché sono così pericolosi?"
Lo psicologo non aveva mai pensato che potessero esserlo. La voce flautata del ministro riprese a vagare per la stanza.
"Perché le emozioni sono facili, elementari. Se impari i trucchi, le puoi governare, mentre i pensieri rimangono liberi, vanno dove dicono loro e complicano le cose. Dove comanda la ragione, la statistica muore".
Da Il censimento dei radical chic di Giacomo PapiLeggetelo, questo romanzo distopico (ma non troppo), perché racconta in chiave semi ironica quanto sta succedendo oggi.
Perché racconta come mai funziona la narrazione dei populisti e dei leader politici che vivono sui social.
Com'è possibile che hanno così seguito?
Perché non esiste una contro narrazione che si poggi su basi non emotive, su basi razionali, fatta da parte di quelli che oggi sono chiamati professoroni (da ambo gli schieramenti).
Gli intellettuali sono pericolosi per i populisti: di fronte allo spopolare della presenza televisiva di Ramy rinfaccerebbero al PD il non aver voluto approvare lo ius soli.
Di fronte ad una destra che si preoccupa dei ladri in casa, del piccolo spacciatore, spiegherebbe che sono figli di una serie di leggi fatte dai politici che non contrastano la micro criminalità.
Gli intellettuali fanno tornare a vedere la luna e non il dito.
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