06 novembre 2020

Le gambe delle bugie

Le bugie hanno le gambe corte, si diceva una volta.

Poi, nei tempi moderni, abbiamo imparato che a furia di ripetere una bugia, questa può diventare una verità alternativa.

L'uso massiccio dei social media, le cui bugie sono spesso amplificate in modo perverso dalla stampa tradizionale, ha di fatto peggiorato la situazione.

Ma, c'è un ma.

Se le bugie hanno poi effetto sulla pelle delle persone, quando cozzano con la realtà, queste verità alternative tornano ad essere misere menzogne.

Il continuo parlare di brogli da parte di Trump, il ripetere che ho vinto, ho vinto. Il rinfacciare ai democratici il cancellare voti per posta.

Oramai nemmeno i media americani lo seguono più, perché si sono resi conto che quello di Trump è un minare le basi della democrazia o quello che è il sistema americano.

E sempre di bugie dobbiamo parlare quando sentiamo le regioni criticare il governo per la sua scelta di averle inserite in una zona piuttosto che in un'altra.

Lo schiaffo ai lombardi l'ha dato la regione stessa: dovevano essere attivate più di 200 unità Usca e sono solo 46. I posti in terapia intensiva promessi dovevano essere più di mille e invece sono la metà.

Ci sono code per effettuare i tamponi, sono saltati i tracciamenti nelle ATS per gli infetti.

La Lombardia è finita in zona rossa per i dati che ha comunicato al CTS al governo e le regioni conoscevano già gli indicatori su cui sono state prese le decisioni.

Le verità alternative funzionano finché alla fine, a furia di ripeterle, non ci si scredita del tutto.

Perché è stato proprio Trump a nominare un fedelissimo (Luis DeJoy) come responsabile del sistema postale questa estate.

Perché è chiaro a tutti che aver inserito giudici vicini ai repubblicani nelle corti e perfino nella Corte Suprema, poco prima del voto, è qualcosa di non naturale.

Perché è chiaro a tutti che, se qui in Lombardia, siamo nuovamente in lockdown, non è per un caso.

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