L'eco della passata inchiesta sulla Sardegna e sulla riapertura delle discoteche si sente ancora: è stata una trasmissione vergognosa, faziosa, dicono i consiglieri sardi, difendendo Solinas.
Ma quella trasmissione è uscita grazie alle rivelazioni di un consigliere di maggioranza: il danno all'immagine lo ha fatto Solinas e la sua giunta.
La giunta e la decisione del CTS che ancora non salta fuori, come forse non esiste nemmeno il CTS regionale.
Sardegna Si cura di Lucina Paternisi
La Sardegna si è fatta la sua app di contact tracing, che però tracciava la posizione delle persone: senza la app e senza la registrazione non si poteva entrare nell'isola, ma ad agosto nessuno controllava, col flusso dei turisti.
Così alla fine questa app si è rilvevata un doppione, non sappiano dove sono finiti i dati raccolti: si è perso tempo per questa app e non si è fatto contact tracing.
L'azienda che l'ha fatta è la Engineering, su scelta dell'assessore Satta: come mai un'altra app di contact tracing? L'assessore spiega che l'app si è fermata, non ha raccolto dati in modo illecito. Non spiega come mai non è stato fatto il bando. E basta intervista..
Quanto è servita per contrastare i contagi in regione? Quanto è costata la sorella di immuni?
In Sicilia hanno fatto una app gemella che si chiama Sicilia Si cura: il garante della privacy ha aperto una istruttoria su queste due app, per capire rispettano le norme come Immuni.
Ma altri presidenti hanno fatto la loro app, tanto solerti nel tracciare i contatti, meno nel tracciare il denaro.
L'emergenza Covid in Piemonte – infermieri cercasi
In Piemonte le palestre per la medicina riabilitativa sono state trasformate in sale per terapie intensive: è mancata la programmazione negli ospedali per gli infermieri.
A settembre sono stati fatti i bandi, dice il responsabile dell'emergenza Covid: ma era solo un bando per infermieri nelle scuole, un altro bando è stato fatto ad ottobre.
Andavano fatti questa estate i bandi: oggi senza personale ci sono pazienti fermi a terra, sulle barelle. E' una strategia voluta, spiega il responsabile dell'emergenza.
Questa situazione è aggravata dal fatto che i pochi infermieri si ammalano: sono sottoposti a tamponi ogni 15 giorni e i risultati arrivano dopo giorni.
“E' un'infezione importante” sempre il responsabile: forse è anche colpa di come lavorano negli ospedali, forse non hanno tutti i dispositivi.
I dispositivi c'erano, ma erano mascherine chirurgiche e non fpp2; i pazienti in attesa del tampone erano messi assieme nelle zone grigie, senza distinzione.
È successo che pazienti negativi si sono positivizzati – racconta un infermiere alla giornalista.
Di questa disorganizzazione chi ci rimette sono medici e infermieri, ma anche i pazienti: ci sono pazienti oncologici che non possono essere operati, per esempio.
Ora la regione sta sottraendo posti letto alle oncologie e alle cardiologie: ora pare che si siano attrezzati per fare più tamponi, anche all'ingresso.
A Report sono arrivate testimonianze di infermieri, di cooperative che danno assistenza a malati cronici, che oggi aderiscono ai bandi, sottraendo queste persone alle cure.
I padroni di casa: un presidente, un cinese e due napoletani
17 ottobre 2020, derby Milan Inter: le tifoserie si danno appuntamento sotto lo stadio, alla faccia del distanziamento, i tifosi del Milan si trovano sul prato davanti al Meazza, dove le due squadre vorrebbero costruire il nuovo stadio, di fronte alle case confinanti, cosa di cui i residenti non sembrano molto felici.
Report ha scoperto chi siano i proprietari del Milan, due imprenditori napoletani, Cerchione e D'Avanzo: sono due professionisti della finanza e dell'offshore.
Come sono arrivati a diventare padroni del Milan?
Comprando i crediti che la sanità convenzionata vantava con la regione Campania: sono poi andati ad incassare i crediti alla regione, con gli interessi, regione che poi è andata in crisi coi conti, dovendo poi fare dei tagli.
Ora i due finanzieri, per tramite di Elliott trattano col comune di Milano, che però non sa chi siano i veri proprietari della squadra.
I due progetti per il nuovo stadio sono stati presentati al Politecnico: il rettore Resta è poi andato in comune dove ha espresso i suoi dubbi nel voler ristrutturare lo stadio. Peccato che il rettore fosse consulente in uno dei progetti che prevedono la demolizione del Meazza.
Ma il vecchio (e glorioso) Meazza è proprio da abbattere? Il professore del Politecnico Aceti ha proposto un progetto per recuperare lo stadio, trasformando il terzo anello in una galleria panoramica: “in questi volumi si possono collocare spazi polifunzionali quali spazi commerciali, ristoranti, musei, spazi sportivi e negozi di vario genere, può essere riempito con quelle funzionalità che sono quelle richieste agli stadi moderni.”
Il costo di questo progetto è circa 250ml di euro comprensivi anche dell'ammodernamento degli anelli sottostanti: nel progetto delle due squadre milanesi solo lo stadio costerebbe 600ml di euro.
Aceti ha proposto il suo progetto alle squadre che hanno risposto negativamente: forse il loro obiettivo non è avere uno stadio moderno, ma costruirne uno nuovo da zero con tutte le altre costruzioni a corollario.
Scaroni, presidente del Milan, rassicura, il pubblico non ci metterà un euro, gli investitori vogliono essere rassicurati sull'investimento da 1,2 miliardi di euro.
Serve aumentare la metratura per costruire su questi terreni (che verranno rilasciati in concessione): l'operazione nuovo stadio sta in piedi solo per gli edifici costruiti attorno allo stadio.
Il comune dovrebbe verificare solo che ci sia l'interesse pubblico: interesse che viene riconosciuto dalla giunta, a patto che le società rivelino i veri proprietari.
Ma le società rispondono dicendo che i proprietari della concessione saranno rivelati, ma solo dopo.
Con chi sta trattando il comune di Milano e l'assessore Tasca?
Risponde l'assessore: “io oggi ho un proponente che è l'AC Milan che ad oggi non è interdetta dall'esercizio dell'attività amministrativa e dall'altra ho l'FC Internazionale.”
Sono due SPA private: ma oggi sappiamo chi è il vero proprietario del Milan?
“La procedura prevede che io lo faccia oggi? No. La presunzione che si debba fare necessariamente qualcosa perché c'è un fumus, tutti i fondi hanno lo stesso tipo di problema.”
Peccato che la legge e la Banca d'Italia siano chiare: la società Milan ha una struttura societaria opaca mentre il comune dovrebbe essere certo che Elliott non stia già vendendo la concessione a terzi.
Questa opacità del Milan nasce dalla vendita di Berlusconi a Li: con questa vendita il Milan ha guadagnato milioni la cui provenienza non è nota.
Il Milan ha potuto ridurre la sua esposizione debitoria, peccato però che Lì non sia l'imprenditore che dice di essere: in Cina nessuno conosce mister Li, che da colpa ai servizi scandalistici dei giornali.
Dei problemi di Li parla a Luca Chianca anche il giornalista Gerevini del Corriere: ad affiancare la vendita del Milan è stata la banca Lazard, ma nessuno ha registrato la fragilità finanziaria del cinese.
Il fondo Elliott ha aiutato Li, prestandogli 300ml in un momento in cui sia lui che la Fininvest erano in crisi: mister Li perché aveva problemi di liquidità, Fininvest (e Mediaset) per la scalata ostile di Vivendì.
Dentro Elliott ci sono due finanzieri che oggi sono nel CDA del Milan, D'Avanzo e Cerchione: si arriva ancora a delle società offshore, dentro cui transitano centinaia di milioni.
Per capirci qualcosa serve un esperto come Gian Gaetano Bellavia : la Project ha dato alla Rossoneri Sport 400ml di euro, forse sarà il fondo Elliot a darli.
“Tutti scrivono che c'è il fondo Elliott, ma io vedo dietro ad una catena societaria lussemburghese una società del Delaware, però la dichiarazione della controllante del Milan è che la maggioranza non è di Elliott, ma dei due finanzieri D'Avanzo e Cerchione”.
Sono loro i veri proprietari del Milan: il vero tema, ancora una volta è, da dove arrivano i soldi? Non si può sapere, sostiene Bellavia, perché queste costruzioni offshore sono fatte apposta per non mostrare la provenienza del fondi.
E se in questa operazione c'è dietro una opacità sui titolari, se c'è il timore di una operazione di riciclaggio, il pubblico ufficiale deve denunciarlo.
Nei giorni passati Elliott ha fatto uscire un'Ansa dove si sosteneva che il vero proprietario fosse proprio il fondo: eppure questo è in contrasto con quanto dichiarato nei pubblici registri da queste catene di società.
Li entra nell'affare Milan con un patrimonio di 500ml (il Milan valeva 700ml): in quel momento le sue holding erano già in crisi.
Ad accompagnare mister Li c'era la banca Rotschild di Scaroni, oggi presidente: quando Li ha avuto problemi a pagare l'ultima tranche per l'acquisto chiede aiuto al fondo Elliot, che diventa proprietario delle azioni.
Ma, carte alla mano, quelle lussemburghesi, i veri padroni sono i due finanzieri a capo della Blue Skies, D'Avanzo e Cerchione, società che controlla Rossoneri investment.
Quali sono le origini dei proprietari del Milan? La loro ascesa arriva da Napoli, nel 2006 quando acquistano crediti per 1,2 ml di euro dalla sanità campana, da aziende accreditate.
Crediti accumulate perché le Asl non pagavano, così farmacie e altre società dovevano rivolgersi a finanziarie, che pagavano loro i crediti ad un valore inferiore.
Le società creditrici sono finite in tribunale, i tribunali davano ragione alle finanziarie private: la sanità campana per ridare i soldi ai creditori ha dovuto fare tagli su personale e strutture che ancora oggi si sentono.
D'Avanzo e Cerchione sono intervenuti anche a Venezia per salvare il bar di Hemingway, il bar di Cipriani, compagno di Nicole Minetti, ex consigliere regionale.
Cerchione e D'Avanzo sono stati legati alla finanziaria Sopaf, la finanziaria dove c'era dentro Galliani, ma né Galliani né Scaroni hanno accettato di parlare col giornalista di Report.
In Lussemburgo nel gennaio 2019 hanno istituito il registro dei titolari delle società, sia quelle giuridiche che quelle di persona: sarebbero andati incontro ad una multa da 1,2 ml di euro se non l'avessero fatto.
Come mai questi due finanzieri si dichiarano proprietari di più del 50% delle azioni del Milan in Lussemburgo, ma non lo fanno in Italia? Perché in Italia non abbiamo il registro delle imprese, nonostante ci fosse una direttiva europea in tal senso, per contrastare l'evasione.
L'acquisto della società Fila
Project pencil è la società, creata sempre in Lussemburgo, che controlla oggi la società Fila: l'avvocato che ha gestito la vendita (delle azioni di uno dei due proprietari) è sia avvocato del venditore che del compratore, sostiene Chianca, e i 50 ml usati per comprare la Fila dalla signora Candela, arrivano dalla banca Rotschild.
Un'operazione a somma zero, con 40ml che entrano ed escono: non si capisce il senso dell'operazione, al cui interno si ritrovano sempre le stesse persone, l'assessore che sta gestendo l'operazione stadio a Milano, i due consiglieri del Milan, l'avvocato che ha gestito la vendita della Fila.
Il registro delle imprese servirà ora, con l'epidemia per il covid, per impedire che pezzi del nostro paese finiscano in mano straniere.
Nessun commento:
Posta un commento