17 novembre 2020

I delitti di via Margutta, di Giancarlo Capaldo

 

«E come sei fortunato, Gian Maria!» esclamò con una punta di rassegnazione il costruttore Cesare Maggi, vedendo che la pallina del suo nobile amico era praticamente scivolata in buca da sola. «Se stamattina non avesse piovuto, se il green non fosse ancora così bagnato…»

«Se, se, se.. » rispose orgoglioso il principe. «Non lo sai che per i campioni anche la fortuna è un'arte?»

Un principe dell'alta aristocrazia romana con un cognome importante, la sua moglie (senza blasone, ma con quella eleganza e intelligenza che non tutti i nobili posseggono) e il loro domestico inglese: solo loro gli investigatori di questo romanzo ambientato nella Roma che conta, nella Roma che sta in alto e che è come se vivesse su un altro pianeta.

Il principe si chiama Gian Maria Ildebrando Del Monte di Tarquinia e “apparteneva a una nobile famiglia di antico lignaggio”, la moglie “Gloria Palazzoli, una borghese di una bellezza liliale, quasi selvatica” e infine, il maggiordomo inglese (un omaggio ai romanzi della madre del giallo, Agata Christie) Oliver Worthington, tanto inglese quanto discreto nel suo stare a fianco di cotanta nobiltà.

Per quale motivo un principe della nobiltà romana, uno che va alle cene con vescovi, che conosce personalmente il capo della polizia, che conosce tutta Roma, si dovrebbe cimentare in una indagine per un delitto che, forse, nemmeno la magistratura ha tutto l'interesse a risolvere?

Per primo dobbiamo conoscerlo questo principe Gian Maria: conoscerlo in questa sua seconda vita, dopo aver vissuto in modo pericoloso la sua giovinezza e aver causato la morte della ragazza che stava a fianco di lui in macchina, sulla Costa Azzura lungo le strade scoscese del film di Hitchcock.

Dopo aver visto morire il padre, in un incidente col suo elicottero personale, quasi ad aver voluto sfidare la sorte, sollevandosi in volo in quella giornata di nebbia.

Perché, perché, perché?

Perché mio padre si è schiantato quel giorno contro la montagna? Perché nell’incidente in Costa Azzurra è morta solo quella ragazza innocente?

Ecco allora la sua seconda vita: l'incontro con Gloria, il desiderio di sposarla (quasi in affronto per la madre con un cognome che risale nei secoli, che voleva per lui un matrimonio nella nobiltà) e il desiderio di fare giustizia. Forse per una forma di vanità personale, oppure veramente per il desiderio di riparare un torto. Ma esiste veramente la giustizia su questa terra o è solo una domanda buona per digressioni filosofiche?

In questo caso, giustizia vuol dire scoprire chi ha ucciso la sua amica Maria Ludovica, detta Luvi, durante un vernissage nel suo studio dove un pittore moderno esponeva le sue opere.

non sentì la sua voce pronunciare le parole, poiché la sala venne squarciata da un urlo strascicato: «Oddioddioddioddioddio!». Tutti restarono immobili fino a che non si sentì qualcuno gridare: «C’è una donna morta!

Un delitto avvenuto quasi sotto gli occhi di tutti, la donna è stata ferita a morte da diverse pugnalate. L'assassino potrebbe essere stato proprio uno degli invitati alla presentazione.

Assieme al suo fido Olver, il principe decide di muoversi in prima persona per una sua indagine, coinvolgendo il suo avvocato, Corsi, difensore di tanti personaggi importanti, sfruttando le suo conoscenze nel palazzo di giustizia per avere qualche informazione in più.

E poi, niente meno che entrare nel Viminale, al ministero, dal capo della polizia, l'amico Ferdinando, il quale decide anche di aiutarlo, confidandogli dei particolari non ancora noti

«Ma tu in cambio cosa vuoi da me?»

«Che mi aiuti a vendicarmi del procuratore» rispose rapidamente Ferdinando.

«Sono anni che metto insieme notizie poco edificanti su di lui.»

Segreti, ricatti e menzogne, sono questi gli ingredienti del mondo, dove tutti indossano una maschera, in cui Gian Maria deve muoversi per la sua indagine.

Indagine in cui ad un certo punto arriva un aiuto di un personaggio enigmatico, “l'anonimo”, che da a Gian Maria e Gloria delle dritte su cui partire per le ricerche sul passato della vittima, l'amica Lovi.

Un anonimo che poi si rivelerà un'eminenza molto importante in Vaticano.

Cercate non nella morte di Lovi, dice l'anonimo, cercate invece nell'amore, nell'amore malsano di questa donna.

Così, scavando nel passato di questa loro amica, una persona che credevano di conoscere molto bene, Gian Maria e Gloria iniziano a scoprire una persona diversa, diversa dalla maschera che indossava tutti i giorni, sia per quanto riguarda certi affari poco puliti, sia per quanto riguarda le sue relazioni sentimentali, molto burrascose. Proprio scavando tra le pieghe di queste relazioni, mettendo assieme vecchi episodi di cronaca, il trio di investigatori troverà il bandolo della matassa.

Più che l'impianto giallo, quello che colpisce di questo romanzo è il contesto in cui si muovono i protagonisti: così lontano dalla realtà che le persone comuni vivono tutti i giorni, da sembrare quasi irreale.

Un mondo che si intravede leggendo tra le righe dei casi di cronaca, degli scandali che coinvolgono il bel mondo romano e che l'autore, ex procuratore aggiunto di Roma, deve conoscere molto bene.

Un mondo tanto luccicante, quanto pieno di bugie, tradimenti e meschinità che non risparmiano nessuno, nemmeno chi sta dall'altra parte del Tevere, in Vaticano.

Un mondo in cui i nostri investigatori si muovono per la ricerca di una loro verità, un concetto che non sempre si coniuga con la giustizia.

«Abbiamo scoperto che conoscevamo ben poco Maria Ludovica e non ipotizzavamo neppure che il mondo fosse così corrotto: amore, giustizia, libertà, arte e Dio sono solo parole che nascondono i desideri e le illusioni dell’uomo. Abbiamo ricostruito molte storie, abbiamo capito che la realtà spesso è un’immagine, che tutto è mezzo di scambio, che il bene passeggia con il male e la verità si congiunge con a menzogna. Io mi rifiuto di credere che la vita si riduca a questo.»

I delitti di via Margutta, è il primo romanzo di una serie, il finale stesso fa da introduzione al successivo capitolo: si intuisce che con questa serie l'autore, ex magistrato presso la procura di Roma, dove si è occupato di cronaca nera, di terrorismo, dalla scomparsa di Emanuela Orlandi all'inchiesta sulla P3.

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