Non sono solo le sedici donne morte quest'anno.
Il problema delle donne riguarda anche la discriminazione salariale, i diritti dimenticati, la difficoltà nel rimanere nel mondo del lavoro.
Dopo un anno di pandemia questi problemi sono anche peggiorati, perché la crisi ha colpito più duro proprio sulle fasce deboli, a perdere il lavoro sono stati per lo più i precari e la fascia femminile.
Senza un lavoro non si ha indipendenza economica e senza indipendenza si è succube del marito, compagno, ex.
C'è ancora molto da fare per arrivare ad una vera uguaglianza di diritti e di lavoro, per arrivare a zero femminicidi (nemmeno una morte è tollerabile), per arrivare ad una piena occupazione femminile.
C'è ancora da fare e ancora si sta facendo poco per questo: ci si indigna sempre troppo poco per le donne uccise in casa dal compagno o dal marito, ancora oggi molti giornali trattano queste storie come i vecchi delitti passionali, mentre nascono solo dal considerare la compagna, la moglie, la fidanzata come un oggetto di sua appartenenza.
E nel mondo del lavoro la strada è ancor più in salita, non so nemmeno quanto ci si possa aspettare da questo governo dell'uomo solo al comando (che nemmeno si sente in dovere di riferire della sua politica al paese e al parlamento).
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