25 marzo 2021

Il contrappasso dantesco

Un mio pensiero nel giorno dedicato a Dante, il sommo poeta dell'amore angelicato e autore della Comedia, il lungo viaggio dagli inferi al paradiso, raccontato in terzine.

Quello che mi aveva più colpito dell'Inferno è il contrappasso dantesco: quello che hai fatto di male in vita, ti si rifletterà contro dopo morto, in una pena eterna.

Chi si è lasciato andare alla lussuria verrà preso da un vento che non ha fine che non lo lascerà mai fermo.

Gli ignavi, rimarranno ignavi e ignoti anche dopo morti.

Mi aveva colpito anche la delicatezza con cui Dante raccontava alcune anime "particolari", come Paolo e Francesca, anime dannate perché peccatrici, ma lasciate una accanto all'altra.

Facciamo un gioco: che pena dovranno scontare alcuni dei nostri noti contemporanei?

I produttori di armi, a cui Presadiretta ha dedicato la scorsa puntata, saranno condannati a rinascere in curdistan, in Yemen o in Somalia.

I sovranisti, quelli del "prima gli italiani", basta con l'invasione degli immigrati, nasceranno in un sperduto paese della Nigeria. O del Senegal, scegliete voi.

I senatori toscani sponsor del rinascimento arabo saranno costretti a rinascere donna in quel paese dove i diritti umani e civili sono fermi a ben prima del rinascimento.

E poi, sbizzarriamoci, i ruffiani adulatori di corte, costretti a leccare il retro dei francobolli come Fantozzi col dottor Riccardelli.

I fautori del liberismo, del lavoro senza regole, avranno una pena come fattorini a cottimo.

I negazionisti del covid, costretti a rimanere tutta la vita in mezzo ad una folla di sputazzatori infetti.

E qui mi fermo per non esagerare troppo. Oggi è il giorno dedicato a Dante, ma ogni giorno è buono per leggere Dante e non solo l'Inferno (anche se lì si fanno gli incontri più interessanti).

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