Questa sera si parla di odio in rete, un fiume in piena che nemmeno la pandemia ha rallentato, anzi.
E' un fiume d'odio che colpisce le donne, gli ebrei, i migranti, gli omosessuali e ora anche i medici e gli infermieri in prima linea contro il covid, definiti terroristi, assassini.
Un odio che è stato usato come arma di propaganda da partiti e gruppi di destra: i rom che rubano, gli immigrati che spacciano, che ci portano le malattie, che violentano le donne italiane.
Un odio che è sfociato in diversi episodi criminali, tra cui quello che ha visto come protagonista Luca Traini, che in una mattina del febbraio 2018 decise di sparare a persone di colore che incontrava per strada, ritenendoli responsabili della morte di Pamela Mastropietro (violentata e uccisa da uno spacciatore nigeriano sempre a Macerata).
I giornalisti di Presa diretta hanno raccolto tante testimonianze di questo, a cominciare da quella di Massimo 24 anni, che ha ricevuto messaggi di minacce fino ad essere anche fermato per strada, da un conoscente che lo perseguitava perché gay.
Quanto si è trovato di fronte a questa persona, a Massimo sono venute in mente le storie di ragazzi picchiati perché gay: “pensi che questo potrebbe capitare anche a te, perché viviamo in un mondo dove tutto è lecito”.
Massimo si è rivolto all'associazione gayhelpline.it e ha sporto denuncia, ma i casi di oddio contro i gay sono sempre più numerosi e viaggiano su web.
Altra storia di minacce è quella di Erika e Martina, una coppia nella vita: dopo aver pubblicato la foto di un loro bacio sui social sono diventate oggetto di odio.
Commenti come “pattumiere umane”,
“vi dovete ricoverare”..
Il coronavirus? E' colpa delle persone
contro natura come voi.
Durante il lockdown questi messaggi sono anche aumentati, una cosa difficile da spiegare se non pensando che a qualcuno dia fastidio l'immagine di due donne felici, quando tu non lo sei. Persone che cercano un pretesto per sfogare la loro frustrazione, l'odio
Martina Tammaro ha ricevuto minacce di morte e questo l'ha anche spaventata, perché lei è molto attiva su Instagram, è il punto di riferimento di una comunità di 90mila persone, dove condivide le riflessioni e le esperienze sull'omofobia.
“Le parole fanno veramente malissimo, hanno un peso che non si può spiegare, possono distruggere una persona. La cosa peggiore è che non vieni capito anzi vieni colpevolizzato, e questo ti fa sentire molto più sola.”
Valerio Catoia è un campione, ha vinto diverse medaglie nel suo sport, il nuoto. Ha preso perfino una medaglia dalla presidenza della Repubblica, perché anni fa, in spiaggia salvò una bimba in mare che stava annegando.
Ma con la medaglia arriva anche il resto: sui social Valerio diventa vittima di hate speech su un gruppo di facebook dove le persone postavano insulti (per la sua sindrome di down).
E' stato il padre ad accorgersene: ha scritto agli odiatori che, per risposta, hanno preso ad insultare anche lui.
Si vantavano anche, degli insulti, questi “leoni da tastiera” che pensano che sia lecito pubblicare tutto quello che pensano, anche l'invito a sparargli.
Sono persone che non percepiscono la gravita di quello che scrivono, perché, come racconta il padre di Valerio, quando sei sui social è come se staccassi il cervello.
Anche gli infermieri sono stati colpiti da questa ondata d'odio, perfino loro, quelli che chiamavano gli angeli dell'epidemia: Nicola De Giosa è infermiere a Bari, aveva scritto a Repubblica una lettera per richiamare i cittadini al senso pubblico.
“Noi col il nostro lavoro e voi col vostro senso civico che in questo momento è l'unica arma a disposizione, i due mondi insieme possono farcela.”
Il suo appello lo ha fatto diventare vittima degli odiatori: “basta con questo terrorismo, vergognatevi.”
Il suo appello è nato dopo aver assistito a tanti pazienti in terapia intensiva, tra cui Francesco, che gli avevo chiesto di dire “dite fuori che il covid esiste e io sono qui e ho dei figli che mi aspettano.”
Francesco ha perso la sua battaglia, a cinquant'anni: quanti altri ne dobbiamo perdere per il covid prima che prevalga la cautela e il rispetto delle regole di distanziamento sociale?
Non è facile superare la morte dei propri pazienti, coloro i quali prima di essere intubati hanno stretto la mano all'infermiere chiedendo loro di salvarli.
“E' difficile dimenticare queste cose” commenta Nicola di fronte alla giornalista “e questo mi fa ancora più arrabbiare, possibile che la gente non capisca questo e ci definisca terroristi e assassini? Siamo sempre gli stessi infermieri che lavorano sulle strade per gli incidenti, fanno nascere i bambini, stanno sul tavolo operatorio anche ore per salvare una vita.”
Altro capitolo di questo fiume di odio è quello del revenge porn, video personali di ex fidanzati, compagni, messi in rete per attaccare la donna, colpevole di aver troncato una relazione.
L'ultima caso più famoso è quello della maestra d'asilo licenziata perché il fidanzato aveva fatto circolare nella chat del calcetto le sue foto intime.
“Da lì ho iniziato a non mangiare più a prendere lo xanax, mi sentivo sporchissima, mi vergognavo anche ad uscire dalla mia stanza, a farmi vedere da mia mamma, volevo ammazzarmi.”
La cosa che le ha fatto più male è stato l'asilo, cioè l'atteggiamento delle maestre e della direttrice, che non hanno capito la sua situazione, non hanno voluto ascoltarla: le hanno messo addosso una colpa, gli altri, e alla fine ti autoconvinci che la colpa è tua.
Altra categoria su cui si è, da sempre, riversato tanto odio, è quella degli ebrei: l'ultimo episodio è del gennaio scorso quando, nel corso di una presentazione via zoom del libro di Lia Tagliacozzo, organizzata dal centro antifascista di Torino, hanno fatto “irruzione” diversi utenti con commenti antisemiti, in stile nazista.
Si chiama zoom booming, ed è la tragica moda del momento: negli ultimi mesi questi episodi sono aumentati, racconta alla trasmissione il deputato PD Emanuele Fiano (figlio del deportato Nedo).
Il suo profilo social è pieno di commenti che fanno riferimento ai lager, ai forni crematori.
“Non fa paura, fa impressione che qualcuno abbia come dire amore o fedeltà per quelle immagini [dei campi crematori]”
Ma tutta la forza di questo fiume di odio l'abbiamo vista all'opera il giorno dell'Epifenia, con l'assalto al Campidoglio (organizzato) delle milizie di estrema destra, dei fan di Trump.
Sono i seguaci del movimento QAnon, complottisti che pensano che il mondo sia in mano ad una lobby di satanisti pedofili che ha attaccato Trump perché li stava smascherando: un complotto di cui farebbe parte anche il papa
“PresaDiretta si è infiltrata tra di loro per capire chi sono i seguaci italiani del movimento, come funziona il percorso di radicalizzazione e quali sono le azioni di contrasto che le piattaforme possono mettere in campo.”
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
Nessun commento:
Posta un commento