Da quel 20 marzo 1994 sono passati 27 anni, dall'agguato a Mogadiscio che costò la vita alla giornalista Rai Ilaria Alpi e al suo operatore Miran Hrovatin.
Su quel delitto c'è stata una commissione parlamentare con la vergognosa relazione di maggioranza, c'è stato un altrettanto vergognoso depistaggio (dentro cui troviamo l'attuale capo della polizia), tanti buchi neri nella ricostruzione ufficiale, documenti di Ilaria che sono spariti mentre erano in custodia dello Stato.
Ma anche tante certezze: quel delitto è un altro buco nero della storia della nostra repubblica.
Una storia di traffici illeciti di rifiuti e armi tra l'Italia e la Somalia, tutto ipocritamente nascosto dalla finta cooperazione per aiutare i paesi africani.
Una storia che lega assieme pezzi dei servizi, la coda di Gladio, il delitto del giornalista Mauro Rostagno, la fine della prima repubblica e quei miliardi, 1400 miliardi di lire, spariti nel nulla
“E' la storia della mia vita, devo concludere, voglio mettere la parola fine .. 1400 miliardi di lire: dov'è finita questa impressionante mole di denaro?” [dal diario di Ilaria Alpi]
Sarà difficile ottenere qualcosa, dai governi in carica, troppo presi dalle loro beghe e dalla pelosa realpolitik che fa passare sopra scandali e morti (per esempio la morte di Giulio Regeni).
Ma la nostra memoria andrà avanti, lo si deve a Ilaria e Miran, alla madre e ai tanti giornalisti che ancora cercano con tanta difficoltà (e a rischio della loro vita) di fare il proprio mestiere.
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