Mi chiamo Matteo Messina Denaro di Paolo Mondani
Non poteva non
cominciare con l’arresto del boss Matteo Messina Denaro la puntata
di Report: nell’anteprima è andato in onda un servizio già andato
in onda sulla storia del capo mafia, dei segreti di Riina di cui
sarebbe custode, quando la mafia si lanciò nel progetto separatista
con le leghe meridionali che avevano dentro massoni e vecchi
politici.
E poi i rapporti con gli imprenditori e con pezzi
dello Stato: come il finanziare Pulici, indagato e poi assolto
dall’accusa di rivelazione di segreti dall’ufficio del pm Teresa
Principato. Nell’ufficio della procuratrice era stata rubata una
pen drive e un computer che contenevano la storia di Messina Denaro,
una sparizione su cui nessun giudice ha indagato.
Servizi
deviati allora? Oggi Pulici preferisce non pensare male..
Ci
sono poi le logge massoniche di cui parla un teste anonimo a Mondani:
un esponente del servizio segreto civile era in rapporto con Messina
Denaro ma era un infiltrato della mafia, era l’ufficiale di
collegamento tra mafia e servizi.
Il capomafia aveva
scritto un libro, lettere a Svetonio, lettere indirizzate all’ex
sindaco di Castelvetrano Vaccarino, uomo dei servizi: erano delle
lettere o dei messaggi?
A Capo Granitola, a pochi km da
Castelvetrano, c’è una vecchia tonnara ristrutturata: dovrebbe
esserci una sede del CNR, su cui ha investito soldi lo Stato, ma dei
100 ml del PON non è stato speso nulla, sono spuntati consorzi che
hanno preso soldi. Nel feudo del capo di cosa nostra.
C’è poi
la scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino: in essa il giudice
annotava tutto delle sue indagini, doveva essere recuperata a
qualunque costo da chi ha organizzato la strage. Sul luogo della
strage erano presenti uomini dei servizi segreti, attorno alla
macchina di Borsellino in fiamme. Non erano interessati ai morti.
Salvatore Baiardo,
il favoreggiatore della latitanza dei Graviano sostiene che l’agenda
oggi è in più mani: non solo Graviano e Messina Denaro la
conoscono, quella agenda era interessante anche a uomini dei servizi
e dello Stato.
Con quell’agenda, con i segreti della
trattativa, Messina Denaro ha portato avanti i suoi ricatti.
Il ROS, che oggi ha
catturato il capomafia è quello che nel 1993 scelse di non
perquisire il covo di Riina: le sue carte, i segreti di Riina furono
poi portati a conoscenza di Messina Denaro, contribuendo al suo
potere di ricatto con lo stato.
Questo spiega la sua
inafferrabilità, fino ad oggi almeno.
Chissà se col suo arresto cadrà anche il suo potere di ricatto e si potranno conoscere i segreti dietro le stragi. I mandanti esterni, per esempio. Le carte di Riina.
Il BIANCO E IL NERO di Daniele Autieri
A due giorni dall’assemblea dei soci, la procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio dei vertici del club bianconero.
L’inchiesta
della procura torinese ha rinviato a giudizio 12 manager della
squadra, tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli: l’inchiesta
mette in discussione un decennio di gestione e per il direttore
finanziario Stefano Bertola le lancette della storia tornano indietro
ai tempi di calciopoli quando il trio Bettega, Moggi e Giraudo
dettava la sua legge negli stadi di mezza Italia.
In una
intercettazione del luglio 2021 Bertola parla con Cherubini,
direttore sportivo della squadra: “la situazione è davvero
complicata, io in 15 anni faccio un solo paragone, calciopoli! Io
solo quella l’ho vista più complicata, ed era fuori controllo
perché minchia c’era tutto il mondo che ti sparava merda. Questa
ce la siamo creata noi.”
Il filo rosso che collega l’ultimo scandalo juventino con Calciopoli viene tirato il 27 dicembre scorso quando Luciano Moggi, radiato a vita dalla Federcalcio, si presenta all’assemblea della società e regala ad Andrea Agnelli una chiavetta che contiene le verità secondo l’ex DS sulla tempesta giudiziaria del 2006. La stessa chiavetta è stata consegnata anche a Report in un hotel a Mergellina che per anni è stato il riparo preferito da Maradona.
E’
veramente come Calciopoli, come
dice Bertola - solo
che stavolta l’abbiamo fatta noi, come dice Bertola?
Risponde
Moggi: “Bertola se stava zitto guadagnava un tanto, perché lui era
l’amministratore, lui era quello che doveva correggere, quello che
riuscivano, che non dovevano fare praticamente quelli che agivano sul
calcio. Paratici e compagni, li doveva correggere in maniera tale da
non andare fuori dal seminato.”
A
novembre il cda della Juventus si dimette in blocco: secondo l’accusa
il vertice avrebbe frodato gli azionisti, costruendo bilanci
taroccati.
Secondo
la procura tre campionati sarebbero stati giocati con bilanci
truccati: si parla di false fatturazioni, ostacolo alla vigilanza. In
questa indagine sono emerse delle intercettazioni imbarazzanti e
anche un libro, il “libro nero di FP”, ovvero Fabio Paratici.
Nel
2020 per sistemare i bilanci, Agnelli invia una mail al gruppo di
lavoro dove si scrive che si devono fare azioni di recupero per le
perdite.
La Juve ha bruciato 620ml, racconta il giornalista
Pavesi, l’aumento di bilancio deciso dalla società servirebbe a
coprire questi buchi.
Exor, la cassaforte degli Agnelli è al
corrente della situazione disastrosa della squadra, delle plusvalenze
per abbellire i bilanci.
Agnelli
ne parla con John Elkann in una intercettazione del settembre 2021,
della necessità di usare le plusvalenze, per sanare le perdite.
Con
queste plusvalenze la Juve genera quasi il 30% dei proventi –
racconta il servizio: sono plusvalenze artificiali, oppure a
specchio: due squadre si scambiano i calciatori, non gira denaro,
servono solo ad aumentare in modo fittizio i ricavi. Tra il 2020 e il
2021 fare plusvalenze era il mantra della Juve, usato dal DS
Paratici: nell’ufficio di Cherubini, vice di Paratici, i giudici
hanno trovato il suo libro nero, con le sue pratiche di mercato.
“Ho
venduto l’anima” ammette in una intercettazione Cherubini.
Oggi
Paratici è in Inghilterra e lavora per il Tottenham: con Report ha
scelto di non parlare, perché c’è l’inchiesta.
Per
abbattere il debito da 220 a 100ml Paratici esegue una serie di
azioni correttive, di cui ne parla con Agnelli in una mail del
febbraio 2021: sono azioni fatte con plusvalenze (fatte
con la complicità di altre squadre),
dove i giocatori
sono pedine con cui far tornare i conti, secondo gli inquirenti la
prova di questo è in un manoscritto su carta intestata intitolato
“mercato” e trovato nell’ufficio di Cesare Gabasio, il
responsabile delle questioni legali della Juventus. Nell’appunto
vengono scritti i valori economici degli scambi da realizzare anche
quando il giocatore è ancora da individuare, inserendo al posto dei
nomi la lettera X. E che fosse il calcio delle figurine contabili e
non dei giocatori veri lo sapeva anche chi poi avrebbe fatto i conti
sul campo, l’allenatore Allegri, come emerge da una
intercettazione.
“Il mercato di oggi è quello vero, dove uno va e compra quello che gli serve. Cioè tu devi capire che il mercato dell’anno scorso era solo plusvalenze quindi era un mercato del ca..”.
I punti centrali dell’inchiesta sono questi, salari dei giocatori e plusvalenze: come azienda quotata in borsa la Juve dovrebbe dichiarare il valore delle sue azioni.
Anche il taglio dei salari ai giocatori sarebbe falso, i soldi sarebbero rientrati da altra via.
Nel
marzo 2020 l’Italia entra in lockdown, il 28 marzo la Juventus
annuncia che i giocatori avrebbero rinunciato a 4 mensilità, ma era
un falso: tre mensilità sarebbero state versate.
Un accordo
noto ai giocatori come al capitano Chiellini: così la Juve potrà
scrivere a bilancio un valore falso, con le 4 mensilità non
versate.
In questa manovra stipendi viene coinvolto anche
Rinaldo, con un accordo che prevede il pagamento posticipato di 19
ml: esisterebbe una scrittura privata tra la squadra e un’altra
persona al posto del calciatore, dove si parla di questi milioni.
La
scritture private per integrare gli stipendi non sono state rese note
ai mercati, i soldi sono stati rigirati ai calciatori dopo aver
depositato il bilancio: anche i calciatori sarebbero complici di
questo giochetto.
Attorno a questa macchina da soldi che era la
Juve, con la sua contabilità in nero, giravano anche gli agenti e i
procuratori sportivi. Report racconta della storia di Spinazzola, che
viene venduto alla Roma ma l’operazione non la firma il suo agente
ma un altri.
Le operazioni poco trasparenti sono portate avanti
anche con l’aiuto di altre squadre: nell’inchiesta si parla della
Sampdoria, dell’Atalanta e del Genoa.
Il
servizio di Report racconta di una cena in cui erano presenti i
presidenti di alcune squadre e il presidente di Federcalcio
Gravina.
Una cordata di presidenti, con la Lega voleva che nel
calcio entrassero i fondi stranieri per immettere capitali nel
calcio.
Ogni anno consuntivano costi per 3miliardi di euro, nel
2021 avevano debiti per 4 miliardi di euro – racconta il consulente
di Report Bellavia: chi glieli paga questi debiti?
Gravina
sapeva già nel settembre 2020 delle plusvalenze irregolari –
racconta una fonte anonima a Report: poi nel 2021 la Covisoc presenta
a Gravina la loro analisi sulle operazioni sospette, comprese quelle
della Juve.
Covisoc consegna poi le carte alla procura federale
ad aprile 2021: la procura federale all’inizio si è mossa
lentamente – racconta il manager sportivo a Report – poi però
subiscono una accelerazione ma dopo un anno.
Nel 2022 però la
procura federale archivia tutto, per il principio che non è
possibile questionare il valore dei calciatori a prescindere, mancano
criteri oggettivi per la valutazione del loro valore.
Il
sospetto è che la procura sapesse che queste plusvalenze erano usate
da tanti e che rischiava di cadere tutto.
Nel
frattempo è intervenuto lo Stato: le squadre potranno spalmare i
debiti con lo Stato per le tasse non pagate in comode rate..
LA COMMUNITY di Emanuele Bellano
Confesso di aver donato anche io per Wikipedia, per tenere in piedi questa enciclopedia online gratuita e aperta a tutti. Perché il sapere deve essere aperto a tutti.
260
miliardi di pagine visitate l’anno, Wikipedia è uno dei primi siti
nel web al mondo ed è non profit: i suoi contributi sono creati da
volontari in tutto il mondo che creano informazione, correggono,
aggiungono nuovi pezzi alle pagine.
La fondazione Wikimedia
foundation, che gestisce la parte amministrativa, è invece pagata:
oggi però ha creato una società di profitto, con sede in un
paradiso fiscale, che venderà contenuti alle grandi aziende della
rete.
La
conoscenza rende le persone più forti, racconta a Emanuele Bellano
l’utente Will, membro della community Wikipedia.
Grazie ai
banner e alle donazioni della community la fondazione ha raccolto
250ml di dollari: per gestire i suoi progetti non servono questi
soldi, cosa se ne fanno adesso?
Il sito non rischia la chiusura
senza le donazioni, ci sono riserve per 240 ml di dollari, a cui si
aggiungono altri 100ml dentro un’altra fondazione.
I
costi per la gestione del sito sono stimati in circa 15 ml annui, con
i suoi 350 ml di dollari da parte in pancia alla fondazione Wikimedia
Foundation sarebbe in grado di garantire la sopravvivenza della sua
enciclopedia per i prossimi 23 anni senza bisogno di altre
donazioni.
Report
ha posto la domanda a Peter Forsyth membro della Wikipedia community:
“La Wikimedia foundation è di fatto la sola organizzazione al
mondo che può chiedere denaro a ognuno degli utenti che consultano
il sito in tutto il mondo. Questa sua posizione privilegiata le rende
molto semplice raccogliere soldi e il denaro è come una droga:
quando fare soldi è facile, è davvero difficile smettere di farne
sempre di più.”
Quando un’organizzazione guadagna così facilmente tanto denaro può permettersi di pagare anche a peso d’oro il suo staff: 355mila dollari per il capo del reparto tecnologico, 400mila dollari per un’altra top manager. In totale i top manager sono stati pagati 4 ml di dollari nel complessivo, sono proprio tanti soldi. Ne parla Zachary Mc Dowell docente della Chicago University “per una struttura come Wikipedia che si basa sul lavoro volontario e non retribuito della sua community, sono davvero tanti soldi”.
I
soldi usati per finanziare i progetti di Wikipedia come sono usati?
Non si sa, perché coprono un’area molto ampia, non sappiamo chi
riceve i soldi e per quali progetti sono usati, non sono nemmeno
comunicati in modo chiaro dal sito della fondazione.
Il fondo
Wikimedia Endowment possiede un tesoretto di 113ml di dollari, che
non ha presentato nemmeno un bilancio ed
è posto all’interno di un’altra fondazione, Tides (probabilmente
per godere di altri vantaggi fiscali).
A
gennaio 2020 è nato il progetto Wikipedia enterprice per vendere
dati alle corporation, come Google e Amazon: una scelta contraria
allo spirito iniziale di Wikipedia, una enciclopedia nata dal lavoro
di migliaia di volontari.
Per questo scopo è nata la Wikimedia
LLC, nel paradiso fiscale del Delaware: nessun bilancio, nessuna
trasparenza, nessuna tassazione sugli utili..
Quanto è affidabile Wikipedia? Avere una pagina su Wikipedia dà visibilità alle aziende e alle persone, consente la spunta blu su Twitter.
Anche
per persone come Salvatore Aranzulla, divulgatore informatico ben
noto: la sua pagina su Wikipedia italiana è stata cancellata nel
2016, nonostante la sua notorietà.
La
spiegazione di Wikimedia Italia è poco credibile, sostenendo che non
vogliono creare biografie dentro l’enciclopedia, cosa non
vera.
Report ha poi parlato delle agenzie che costruiscono la
reputazione delle persone su Wikipedia: Luca Poma, docente di
management reputazionale a Roma, si era accorto di una scheda su
Wikipedia dove si parlava di lui.
Il professore ha poi rintracciato una agenzia che pubblica contenuti, “che fa lifting positivo” sulla sua scheda: questa agenzia farebbe da intermediazione tra l’utente e l’editor di Wikipedia, che effettuerebbe poi le modifiche alla scheda.
È
qualcosa in conflitto di interesse coi principi di Wikipedia: nessuno
potrebbe promuovere se stesso, i suoi prodotti o per qualcuno che
paga.
È
successo col profilo di Mike Pence, con la pagina sulle torture di
Guantanamo. Oggi c’è il rischio che agenzie governative, servizi,
possano alterare i contenuti di Wikipedia, in modo da abbellire la
realtà.
Lo ha fatto anche Report, col curriculum di Chiara
D’Ambros dove le fonti erano imprecise o false.
I
giornalisti sono entrati in contatto con editor su commissione dal
Pakistan o dal Kenia.
Alla fine per 250 euro si arriva ad una
pagina nuova, con contenuti falsi: è un rischio noto a Wikimedia
Italia, ne sono consapevoli perché è una enciclopedia aperta.
Ma le pagine di Wikipedia diventano anche un campo di battaglia: mentre il 24 febbraio scorso le truppe di Mosca attraversano il confine ucraino dando via ad una guerra devastante e prolungata, parallelamente su Wikipedia scoppiano battaglie mediatiche tra fazioni filorusse e filoucraine. La voce Reggimento Azov per esempio subisce tra il 24 febbraio e il 24 marzo ben 98 modifiche mentre in precedenza non ha mai superato più di 5 variazioni al mese. Uno degli utenti più attivi su questa voce è l’utente Mhorg: non è facile risalire a chi stia dietro questo nome, perché non dovrebbe essere individuabile e non si vuole che lo sia – spiega Fabio Brambilla, amministratore di Wikipedia Italia. Non ci sono mezzi per arrivare a risalire alla persona fisica.
Questo utente è uno degli autori delle modifiche della voce sulla “strage di Odessa”, che oggi si chiama “rogo di Odessa”: la narrazione cambia volto, per sposare una narrazione più o meno filo russa o filo ucraina.
Quella di Wikipedia non è una verità rivelata, dietro c’è il lavoro di persone ispirate da un principio di trasparenza, ma ci sono dietro anche conflitti di interesse, conflitti tra persone con le loro ideologie. Più simile ad una social network che ad una vera enciclopedia: ma rimane un qualcosa di unico, da tutelare anche.
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