16 gennaio 2023

Report – la latitanza di Messina Denaro, Wikipedia e i bilanci bianconeri

Mi chiamo Matteo Messina Denaro di Paolo Mondani

Non poteva non cominciare con l’arresto del boss Matteo Messina Denaro la puntata di Report: nell’anteprima è andato in onda un servizio già andato in onda sulla storia del capo mafia, dei segreti di Riina di cui sarebbe custode, quando la mafia si lanciò nel progetto separatista con le leghe meridionali che avevano dentro massoni e vecchi politici.
E poi i rapporti con gli imprenditori e con pezzi dello Stato: come il finanziare Pulici, indagato e poi assolto dall’accusa di rivelazione di segreti dall’ufficio del pm Teresa Principato. Nell’ufficio della procuratrice era stata rubata una pen drive e un computer che contenevano la storia di Messina Denaro, una sparizione su cui nessun giudice ha indagato.
Servizi deviati allora? Oggi Pulici preferisce non pensare male..
Ci sono poi le logge massoniche di cui parla un teste anonimo a Mondani: un esponente del servizio segreto civile era in rapporto con Messina Denaro ma era un infiltrato della mafia, era l’ufficiale di collegamento tra mafia e servizi.

Il capomafia aveva scritto un libro, lettere a Svetonio, lettere indirizzate all’ex sindaco di Castelvetrano Vaccarino, uomo dei servizi: erano delle lettere o dei messaggi?
A Capo Granitola, a pochi km da Castelvetrano, c’è una vecchia tonnara ristrutturata: dovrebbe esserci una sede del CNR, su cui ha investito soldi lo Stato, ma dei 100 ml del PON non è stato speso nulla, sono spuntati consorzi che hanno preso soldi. Nel feudo del capo di cosa nostra.
C’è poi la scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino: in essa il giudice annotava tutto delle sue indagini, doveva essere recuperata a qualunque costo da chi ha organizzato la strage. Sul luogo della strage erano presenti uomini dei servizi segreti, attorno alla macchina di Borsellino in fiamme. Non erano interessati ai morti.

Salvatore Baiardo, il favoreggiatore della latitanza dei Graviano sostiene che l’agenda oggi è in più mani: non solo Graviano e Messina Denaro la conoscono, quella agenda era interessante anche a uomini dei servizi e dello Stato.
Con quell’agenda, con i segreti della trattativa, Messina Denaro ha portato avanti i suoi ricatti.

Il ROS, che oggi ha catturato il capomafia è quello che nel 1993 scelse di non perquisire il covo di Riina: le sue carte, i segreti di Riina furono poi portati a conoscenza di Messina Denaro, contribuendo al suo potere di ricatto con lo stato.
Questo spiega la sua inafferrabilità, fino ad oggi almeno.

Chissà se col suo arresto cadrà anche il suo potere di ricatto e si potranno conoscere i segreti dietro le stragi. I mandanti esterni, per esempio. Le carte di Riina.

Il BIANCO E IL NERO di Daniele Autieri

A due giorni dall’assemblea dei soci, la procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio dei vertici del club bianconero.

L’inchiesta della procura torinese ha rinviato a giudizio 12 manager della squadra, tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli: l’inchiesta mette in discussione un decennio di gestione e per il direttore finanziario Stefano Bertola le lancette della storia tornano indietro ai tempi di calciopoli quando il trio Bettega, Moggi e Giraudo dettava la sua legge negli stadi di mezza Italia.
In una intercettazione del luglio 2021 Bertola parla con Cherubini, direttore sportivo della squadra: “la situazione è davvero complicata, io in 15 anni faccio un solo paragone, calciopoli! Io solo quella l’ho vista più complicata, ed era fuori controllo perché minchia c’era tutto il mondo che ti sparava merda. Questa ce la siamo creata noi.”

Il filo rosso che collega l’ultimo scandalo juventino con Calciopoli viene tirato il 27 dicembre scorso quando Luciano Moggi, radiato a vita dalla Federcalcio, si presenta all’assemblea della società e regala ad Andrea Agnelli una chiavetta che contiene le verità secondo l’ex DS sulla tempesta giudiziaria del 2006. La stessa chiavetta è stata consegnata anche a Report in un hotel a Mergellina che per anni è stato il riparo preferito da Maradona.

E’ veramente come Calciopoli, come dice Bertola - solo che stavolta l’abbiamo fatta noi, come dice Bertola?
Risponde Moggi: “Bertola se stava zitto guadagnava un tanto, perché lui era l’amministratore, lui era quello che doveva correggere, quello che riuscivano, che non dovevano fare praticamente quelli che agivano sul calcio. Paratici e compagni, li doveva correggere in maniera tale da non andare fuori dal seminato.”

A novembre il cda della Juventus si dimette in blocco: secondo l’accusa il vertice avrebbe frodato gli azionisti, costruendo bilanci taroccati.
Secondo la procura tre campionati sarebbero stati giocati con bilanci truccati: si parla di false fatturazioni, ostacolo alla vigilanza. In questa indagine sono emerse delle intercettazioni imbarazzanti e anche un libro, il “libro nero di FP”, ovvero Fabio Paratici.
Nel 2020 per sistemare i bilanci, Agnelli invia una mail al gruppo di lavoro dove si scrive che si devono fare azioni di recupero per le perdite.
La Juve ha bruciato 620ml, racconta il giornalista Pavesi, l’aumento di bilancio deciso dalla società servirebbe a coprire questi buchi.
Exor, la cassaforte degli Agnelli è al corrente della situazione disastrosa della squadra, delle plusvalenze per abbellire i bilanci.

Agnelli ne parla con John Elkann in una intercettazione del settembre 2021, della necessità di usare le plusvalenze, per sanare le perdite.
Con queste plusvalenze la Juve genera quasi il 30% dei proventi – racconta il servizio: sono plusvalenze artificiali, oppure a specchio: due squadre si scambiano i calciatori, non gira denaro, servono solo ad aumentare in modo fittizio i ricavi. Tra il 2020 e il 2021 fare plusvalenze era il mantra della Juve, usato dal DS Paratici: nell’ufficio di Cherubini, vice di Paratici, i giudici hanno trovato il suo libro nero, con le sue pratiche di mercato.
“Ho venduto l’anima” ammette in una intercettazione Cherubini.
Oggi Paratici è in Inghilterra e lavora per il Tottenham: con Report ha scelto di non parlare, perché c’è l’inchiesta.
Per abbattere il debito da 220 a 100ml Paratici esegue una serie di azioni correttive, di cui ne parla con Agnelli in una mail del febbraio 2021: sono azioni fatte con plusvalenze
(fatte con la complicità di altre squadre), dove i giocatori sono pedine con cui far tornare i conti, secondo gli inquirenti la prova di questo è in un manoscritto su carta intestata intitolato “mercato” e trovato nell’ufficio di Cesare Gabasio, il responsabile delle questioni legali della Juventus. Nell’appunto vengono scritti i valori economici degli scambi da realizzare anche quando il giocatore è ancora da individuare, inserendo al posto dei nomi la lettera X. E che fosse il calcio delle figurine contabili e non dei giocatori veri lo sapeva anche chi poi avrebbe fatto i conti sul campo, l’allenatore Allegri, come emerge da una intercettazione.

“Il mercato di oggi è quello vero, dove uno va e compra quello che gli serve. Cioè tu devi capire che il mercato dell’anno scorso era solo plusvalenze quindi era un mercato del ca..”.

I punti centrali dell’inchiesta sono questi, salari dei giocatori e plusvalenze: come azienda quotata in borsa la Juve dovrebbe dichiarare il valore delle sue azioni.

Anche il taglio dei salari ai giocatori sarebbe falso, i soldi sarebbero rientrati da altra via.

Nel marzo 2020 l’Italia entra in lockdown, il 28 marzo la Juventus annuncia che i giocatori avrebbero rinunciato a 4 mensilità, ma era un falso: tre mensilità sarebbero state versate.
Un accordo noto ai giocatori come al capitano Chiellini: così la Juve potrà scrivere a bilancio un valore falso, con le 4 mensilità non versate.
In questa manovra stipendi viene coinvolto anche Rinaldo, con un accordo che prevede il pagamento posticipato di 19 ml: esisterebbe una scrittura privata tra la squadra e un’altra persona al posto del calciatore, dove si parla di questi milioni.
La scritture private per integrare gli stipendi non sono state rese note ai mercati, i soldi sono stati rigirati ai calciatori dopo aver depositato il bilancio: anche i calciatori sarebbero complici di questo giochetto.
Attorno a questa macchina da soldi che era la Juve, con la sua contabilità in nero, giravano anche gli agenti e i procuratori sportivi. Report racconta della storia di Spinazzola, che viene venduto alla Roma ma l’operazione non la firma il suo agente ma un altri.
Le operazioni poco trasparenti sono portate avanti anche con l’aiuto di altre squadre: nell’inchiesta si parla della Sampdoria, dell’Atalanta e del Genoa.

Il servizio di Report racconta di una cena in cui erano presenti i presidenti di alcune squadre e il presidente di Federcalcio Gravina.
Una cordata di presidenti, con la Lega voleva che nel calcio entrassero i fondi stranieri per immettere capitali nel calcio.
Ogni anno consuntivano costi per 3miliardi di euro, nel 2021 avevano debiti per 4 miliardi di euro – racconta il consulente di Report Bellavia: chi glieli paga questi debiti?
Gravina sapeva già nel settembre 2020 delle plusvalenze irregolari – racconta una fonte anonima a Report: poi nel 2021 la Covisoc presenta a Gravina la loro analisi sulle operazioni sospette, comprese quelle della Juve.
Covisoc consegna poi le carte alla procura federale ad aprile 2021: la procura federale all’inizio si è mossa lentamente – racconta il manager sportivo a Report – poi però subiscono una accelerazione ma dopo un anno.
Nel 2022 però la procura federale archivia tutto, per il principio che non è possibile questionare il valore dei calciatori a prescindere, mancano criteri oggettivi per la valutazione del loro valore.
Il sospetto è che la procura sapesse che queste plusvalenze erano usate da tanti e che rischiava di cadere tutto.
N
el frattempo è intervenuto lo Stato: le squadre potranno spalmare i debiti con lo Stato per le tasse non pagate in comode rate..

LA COMMUNITY di Emanuele Bellano

Confesso di aver donato anche io per Wikipedia, per tenere in piedi questa enciclopedia online gratuita e aperta a tutti. Perché il sapere deve essere aperto a tutti.

260 miliardi di pagine visitate l’anno, Wikipedia è uno dei primi siti nel web al mondo ed è non profit: i suoi contributi sono creati da volontari in tutto il mondo che creano informazione, correggono, aggiungono nuovi pezzi alle pagine.
La fondazione Wikimedia foundation, che gestisce la parte amministrativa, è invece pagata: oggi però ha creato una società di profitto, con sede in un paradiso fiscale, che venderà contenuti alle grandi aziende della rete.

La conoscenza rende le persone più forti, racconta a Emanuele Bellano l’utente Will, membro della community Wikipedia.
Grazie ai banner e alle donazioni della community la fondazione ha raccolto 250ml di dollari: per gestire i suoi progetti non servono questi soldi, cosa se ne fanno adesso?
Il sito non rischia la chiusura senza le donazioni, ci sono riserve per 240 ml di dollari, a cui si aggiungono altri 100ml dentro un’altra fondazione.
I costi per la gestione del sito sono stimati in circa 15 ml annui, con i suoi 350 ml di dollari da parte in pancia alla fondazione Wikimedia Foundation sarebbe in grado di garantire la sopravvivenza della sua enciclopedia per i prossimi 23 anni senza bisogno di altre donazioni.
Report ha posto la domanda a Peter Forsyth membro della Wikipedia community: “La Wikimedia foundation è di fatto la sola organizzazione al mondo che può chiedere denaro a ognuno degli utenti che consultano il sito in tutto il mondo. Questa sua posizione privilegiata le rende molto semplice raccogliere soldi e il denaro è come una droga: quando fare soldi è facile, è davvero difficile smettere di farne sempre di più.”

Quando un’organizzazione guadagna così facilmente tanto denaro può permettersi di pagare anche a peso d’oro il suo staff: 355mila dollari per il capo del reparto tecnologico, 400mila dollari per un’altra top manager. In totale i top manager sono stati pagati 4 ml di dollari nel complessivo, sono proprio tanti soldi. Ne parla Zachary Mc Dowell docente della Chicago University “per una struttura come Wikipedia che si basa sul lavoro volontario e non retribuito della sua community, sono davvero tanti soldi”.

I soldi usati per finanziare i progetti di Wikipedia come sono usati? Non si sa, perché coprono un’area molto ampia, non sappiamo chi riceve i soldi e per quali progetti sono usati, non sono nemmeno comunicati in modo chiaro dal sito della fondazione.
Il fondo Wikimedia Endowment possiede un tesoretto di 113ml di dollari, che non ha presentato nemmeno un bilancio
ed è posto all’interno di un’altra fondazione, Tides (probabilmente per godere di altri vantaggi fiscali).
A gennaio 2020 è nato il progetto Wikipedia enterprice per vendere dati alle corporation, come Google e Amazon: una scelta contraria allo spirito iniziale di Wikipedia, una enciclopedia nata dal lavoro di migliaia di volontari.
Per questo scopo è nata la Wikimedia LLC, nel paradiso fiscale del Delaware: nessun bilancio, nessuna trasparenza, nessuna tassazione sugli utili..

Quanto è affidabile Wikipedia? Avere una pagina su Wikipedia dà visibilità alle aziende e alle persone, consente la spunta blu su Twitter.

Anche per persone come Salvatore Aranzulla, divulgatore informatico ben noto: la sua pagina su Wikipedia italiana è stata cancellata nel 2016, nonostante la sua notorietà.

La spiegazione di Wikimedia Italia è poco credibile, sostenendo che non vogliono creare biografie dentro l’enciclopedia, cosa non vera.
Report ha poi parlato delle agenzie che costruiscono la reputazione delle persone su Wikipedia: Luca Poma, docente di management reputazionale a Roma, si era accorto di una scheda su Wikipedia dove si parlava di lui.

Il professore ha poi rintracciato una agenzia che pubblica contenuti, “che fa lifting positivo” sulla sua scheda: questa agenzia farebbe da intermediazione tra l’utente e l’editor di Wikipedia, che effettuerebbe poi le modifiche alla scheda.

È qualcosa in conflitto di interesse coi principi di Wikipedia: nessuno potrebbe promuovere se stesso, i suoi prodotti o per qualcuno che paga.
È successo col profilo di Mike Pence, con la pagina sulle torture di Guantanamo. Oggi c’è il rischio che agenzie governative, servizi, possano alterare i contenuti di Wikipedia, in modo da abbellire la realtà.
Lo ha fatto anche Report, col curriculum di Chiara D’Ambros dove le fonti erano imprecise o false.

I giornalisti sono entrati in contatto con editor su commissione dal Pakistan o dal Kenia.
Alla fine per 250 euro si arriva ad una pagina nuova, con contenuti falsi: è un rischio noto a Wikimedia Italia, ne sono consapevoli perché è una enciclopedia aperta.

Ma le pagine di Wikipedia diventano anche un campo di battaglia: mentre il 24 febbraio scorso le truppe di Mosca attraversano il confine ucraino dando via ad una guerra devastante e prolungata, parallelamente su Wikipedia scoppiano battaglie mediatiche tra fazioni filorusse e filoucraine. La voce Reggimento Azov per esempio subisce tra il 24 febbraio e il 24 marzo ben 98 modifiche mentre in precedenza non ha mai superato più di 5 variazioni al mese. Uno degli utenti più attivi su questa voce è l’utente Mhorg: non è facile risalire a chi stia dietro questo nome, perché non dovrebbe essere individuabile e non si vuole che lo sia – spiega Fabio Brambilla, amministratore di Wikipedia Italia. Non ci sono mezzi per arrivare a risalire alla persona fisica.

Questo utente è uno degli autori delle modifiche della voce sulla “strage di Odessa”, che oggi si chiama “rogo di Odessa”: la narrazione cambia volto, per sposare una narrazione più o meno filo russa o filo ucraina.

Quella di Wikipedia non è una verità rivelata, dietro c’è il lavoro di persone ispirate da un principio di trasparenza, ma ci sono dietro anche conflitti di interesse, conflitti tra persone con le loro ideologie. Più simile ad una social network che ad una vera enciclopedia: ma rimane un qualcosa di unico, da tutelare anche. 

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