Report si occuperà anche stasera della cattura di Matteo Messina Denaro, della lunga latitanza (e di chi l’ha consentita), delle protezioni da parte di professionisti, medici e delle logge massoniche del trapanese.
Un servizio sarà dedicato alla conquista dei porti da parte della Cina e agli oligarchi del mare che controllano lo scambio delle merci nel mondo.
Sulle tracce di Matteo Messina Denaro
«Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.»
Honoré de Balzac.
Possiamo
fermaci alla verità di facciata, quella che ci viene raccontata dai
governi in carica (che siano centro destra o sinistra poco importa) o
dai professionisti dell’antimafia improvvisati. La mafia è stata
sconfitta, con l’ultimo arresto di Matteo Messina Denaro si chiude
un ciclo, possiamo anche togliere di mezzo le leggi antimafia, lo
Stato ha vinto..
Nessuna collusione tra Stato e mafia, nessuna
trattativa.
Questa
verità non spiega tante cose, a cominciare dalla latitanza lunga 30
anni fino ai misteri delle stragi del 1991-1994 (questo il periodo in
cui sono maturate e poi terminate le bombe o i tentativi di
attentati), a cominciare dal perché Riina rinunciò a colpire
Falcone a Roma.
Report, partendo dal servizio andato in onda nel
2021 “Il
vertice delle stragi” e
riprendendo il servizio
andato in onda lunedì scorso,
ripercorre la carriera da boss mafioso di MMD, a cominciare dagli
attentati di Capaci e via D’Amelio, dove furono uccisi Falcone e
Borsellino con le scorte: secondo il procuratore Gabriele Paci era a
conoscenza di tutti i segreti di Riina. Non solo, era artefice
diretto di Sicilia libera,il partito indipendentista creato dalla
mafia nel periodo in cui cosa nostra portava avanti il suo progetto
federalista (come al nord la Lega dell’ideologo Miglio). Questo
progetto viene meno quando il suo socio, Giuseppe Graviano inizia una
sua trattativa con Forza Italia. Gabriele Paci fa il nome di Saro
Naimo, l’alter ego di Riina in America: a lui, mafioso e latitante
ad inizio anni 90, sarebbe stato proposto di trasformare la Sicilia
in un altro stato americano. Naimo era l’uomo di cosa nostra in
America, in contatto coi servizi americani.
Report
già nel 2017 aveva trovato le tracce del covo di MMD, che il Ros
e il GICO hanno scovato a Campobello di Mazara: questa abitazione è
riconducibile a Enrico Rivasalto, fratello di Giovanni, imprenditore
condannato per mafia e oggi libero.
Report
aveva individuato una pista lavorando sugli illeciti commessi da
funzionari del CNR, arrivando a raccogliere delle testimonianze
secondo cui MMD si sarebbe nascosto nella sede del CNR a Capo
Granitola. Quel centro era vuoto ma, stranamente, il giornalista di
Report quando si era presentato ai cancelli, aveva incontrato un uomo
armato che non faceva parte di alcuna società di vigilanza.
Report
aveva anche trovato un contratto d’affitto del CNR per una
abitazione nella frazione marina, le cui finalità non sono state
chiarite: seguendo le tracce delle visure i giornalisti avevano
scoperto che il fratello del proprietario dell’immobile è un
medico massone Claudio Renato Germilli, di Castelvetrano.
Durante
una sessione della commissione Antimafia nel maggio 2022 che si
svolgeva proprio a Trapani fu interrotta quando il presidente Morra
scoprì una persona fuori dall’aula che ascoltava. Era un affiliato
della loggia massonica locale, si scoprì successivamente.
Secondo
Report in quel momento in commissione si stava discutendo proprio di
Germilli, affiliato alla loggia.
La conquista dei porti
Conquistare i porti significa dominare il commercio mondiale – racconta l’anteprima del servizio di Report: la Cina avanza in questa conquista usando enormi container e grandi navi. Ma primi armatori al mondo sono europei e se vuoi vendere le merci devi passare da loro che dettano i prezzi, diventando di fatto oggi gli oligarchi del mare. Come hanno fatto ad acquisire questo potere e quante tasse pagano?
A Napoli, ad esempio, a dividersi le tratte sono pochi armatori e tra questi c’è il gruppo MSC che qui possiede ben tre compagnie, SNAV, Caremar e NLG. Quello davanti il golfo di Napoli è un mercato importante che si collega col mondo delle crociere – spiega a Report Pietro Spirito economista dei trasporti – perché molti dei croceristi che sbarcano a Napoli poi vanno a visitare Capri o Ischia.
Ai
primi di novembre scorso finiscono ai domiciliari 10 persone tra
armatori locali e funzionari pubblici, 44 gli indagati tra cui il
patron di MSC Gianluigi Aponte, con l’accusa di corruzione, falso e
traffico di influenze. L’ipotesi di accusa formulata dai magistrati
è che abbiano formato un cartello di imprese per azzerare la
concorrenza. Cruciale, per le accuse nei confronti di Aponte, sarebbe
una intercettazione (ahinoi, quelle che si vorrebbero togliere
secondo il ministro Nordio) nella quale il comandante da consigli
all’amministratore della Alilauro Gruson, teoricamente suo
concorrente, sulla strategia da adottare nei porti di Sorrento e
Massa Lubrense: “scusami ma chiamare questo di Massa e dire ..
insomma noi a Massa non ti disturbiamo, però noi qua abbiamo una
flotta che non finisce mai ..[..] Guarda non voglio sembrare un
mafioso però la verità è che se tu rimani dove stai, noi rimaniamo
dove stiamo.”.
Report si occuperà anche dell’impatto
sull’ambiente del settore delle navi da crociera: Ocean Cay fino a
qualche anno fa era un insediamento industriale usato per
l’estrazione della sabbia, oggi MSC l’ha ridisegnata per i suoi
clienti, trasformandola in una riserva marina artificiale con un
investimento di centinaia di milioni di dollari. La bellezza
dell’isola si deve però conciliare con l’impatto ambientale
dell’enorme nave che qui deve attraccare.
Lo scorso anno l’ex ministro dei trasporti Giovannini aveva fatto uno studio sulla decarbonizzazione dei trasporti, compresi quelli marittimi: il lavoro fatto dal CNR, guidato da Nicola Armaroli non lasciava dubbi, sebbene le navi costituiscano solo il 3% dei trasporti, hanno un alto impatto ambientale.
In
una pubblicità che sta passando in televisione si parla di navi a
GNL. Il gas naturale è composto al 90% da metano: lo studio
pubblicato qualche anno fa su Nature sull’impatto delle navi
mostrava che le aree con la maggior concentrazione di pm 2,5 emesse
da olio combustibile si trovino lungo le principali rotte marittime
mondiali: dai porti cinesi, seguono la rotta asiatica, risalgono lo
stretto di Suez e poi nel Mediterraneo fino al nord Europa. E nel mar
dei Caraibi tra il Golfo del Messico e la Florida.
Uno studio
recente racconta come le navi a GNL siano più impattanti rispetto
alle navi a combustibile tradizionale – racconta a Report lo
stesso Armaroli, dirigente della ricerca del CNR.
E i fumi
arrivano nelle città portuali, come Civitavecchia dove, quando tira
vento, respirano le i gas dalle navi.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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