23 gennaio 2023

Anteprima inchieste di Report – 23 gennaio 2023

Report si occuperà anche stasera della cattura di Matteo Messina Denaro, della lunga latitanza (e di chi l’ha consentita), delle protezioni da parte di professionisti, medici e delle logge massoniche del trapanese.

Un servizio sarà dedicato alla conquista dei porti da parte della Cina e agli oligarchi del mare che controllano lo scambio delle merci nel mondo.

Sulle tracce di Matteo Messina Denaro

«Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.»

Honoré de Balzac.

Possiamo fermaci alla verità di facciata, quella che ci viene raccontata dai governi in carica (che siano centro destra o sinistra poco importa) o dai professionisti dell’antimafia improvvisati. La mafia è stata sconfitta, con l’ultimo arresto di Matteo Messina Denaro si chiude un ciclo, possiamo anche togliere di mezzo le leggi antimafia, lo Stato ha vinto..
Nessuna collusione tra Stato e mafia, nessuna trattativa.

Questa verità non spiega tante cose, a cominciare dalla latitanza lunga 30 anni fino ai misteri delle stragi del 1991-1994 (questo il periodo in cui sono maturate e poi terminate le bombe o i tentativi di attentati), a cominciare dal perché Riina rinunciò a colpire Falcone a Roma.
Report, partendo dal servizio andato in onda nel 2021 “Il vertice delle stragi”
e riprendendo il servizio andato in onda lunedì scorso, ripercorre la carriera da boss mafioso di MMD, a cominciare dagli attentati di Capaci e via D’Amelio, dove furono uccisi Falcone e Borsellino con le scorte: secondo il procuratore Gabriele Paci era a conoscenza di tutti i segreti di Riina. Non solo, era artefice diretto di Sicilia libera,il partito indipendentista creato dalla mafia nel periodo in cui cosa nostra portava avanti il suo progetto federalista (come al nord la Lega dell’ideologo Miglio). Questo progetto viene meno quando il suo socio, Giuseppe Graviano inizia una sua trattativa con Forza Italia. Gabriele Paci fa il nome di Saro Naimo, l’alter ego di Riina in America: a lui, mafioso e latitante ad inizio anni 90, sarebbe stato proposto di trasformare la Sicilia in un altro stato americano. Naimo era l’uomo di cosa nostra in America, in contatto coi servizi americani.
Report già nel 2017 aveva trovato le tracce del covo di MMD, che il Ros e il GICO hanno scovato a Campobello di Mazara: questa abitazione è riconducibile a Enrico Rivasalto, fratello di Giovanni, imprenditore condannato per mafia e oggi libero.

Report aveva individuato una pista lavorando sugli illeciti commessi da funzionari del CNR, arrivando a raccogliere delle testimonianze secondo cui MMD si sarebbe nascosto nella sede del CNR a Capo Granitola. Quel centro era vuoto ma, stranamente, il giornalista di Report quando si era presentato ai cancelli, aveva incontrato un uomo armato che non faceva parte di alcuna società di vigilanza.
Report aveva anche trovato un contratto d’affitto del CNR per una abitazione nella frazione marina, le cui finalità non sono state chiarite: seguendo le tracce delle visure i giornalisti avevano scoperto che il fratello del proprietario dell’immobile è un medico massone Claudio Renato Germilli, di Castelvetrano.
Durante una sessione della commissione Antimafia nel maggio 2022 che si svolgeva proprio a Trapani fu interrotta quando il presidente Morra scoprì una persona fuori dall’aula che ascoltava. Era un affiliato della loggia massonica locale, si scoprì successivamente.
Secondo Report in quel momento in commissione si stava discutendo proprio di Germilli, affiliato alla loggia.

La conquista dei porti

Conquistare i porti significa dominare il commercio mondiale – racconta l’anteprima del servizio di Report: la Cina avanza in questa conquista usando enormi container e grandi navi. Ma primi armatori al mondo sono europei e se vuoi vendere le merci devi passare da loro che dettano i prezzi, diventando di fatto oggi gli oligarchi del mare. Come hanno fatto ad acquisire questo potere e quante tasse pagano?

A Napoli, ad esempio, a dividersi le tratte sono pochi armatori e tra questi c’è il gruppo MSC che qui possiede ben tre compagnie, SNAV, Caremar e NLG. Quello davanti il golfo di Napoli è un mercato importante che si collega col mondo delle crociere – spiega a Report Pietro Spirito economista dei trasporti – perché molti dei croceristi che sbarcano a Napoli poi vanno a visitare Capri o Ischia.

Ai primi di novembre scorso finiscono ai domiciliari 10 persone tra armatori locali e funzionari pubblici, 44 gli indagati tra cui il patron di MSC Gianluigi Aponte, con l’accusa di corruzione, falso e traffico di influenze. L’ipotesi di accusa formulata dai magistrati è che abbiano formato un cartello di imprese per azzerare la concorrenza. Cruciale, per le accuse nei confronti di Aponte, sarebbe una intercettazione (ahinoi, quelle che si vorrebbero togliere secondo il ministro Nordio) nella quale il comandante da consigli all’amministratore della Alilauro Gruson, teoricamente suo concorrente, sulla strategia da adottare nei porti di Sorrento e Massa Lubrense: “scusami ma chiamare questo di Massa e dire .. insomma noi a Massa non ti disturbiamo, però noi qua abbiamo una flotta che non finisce mai ..[..] Guarda non voglio sembrare un mafioso però la verità è che se tu rimani dove stai, noi rimaniamo dove stiamo.”.
Report si occuperà anche dell’impatto sull’ambiente del settore delle navi da crociera: Ocean Cay fino a qualche anno fa era un insediamento industriale usato per l’estrazione della sabbia, oggi MSC l’ha ridisegnata per i suoi clienti, trasformandola in una riserva marina artificiale con un investimento di centinaia di milioni di dollari. La bellezza dell’isola si deve però conciliare con l’impatto ambientale dell’enorme nave che qui deve attraccare.


Lo scorso anno l’ex ministro dei trasporti Giovannini aveva fatto uno studio sulla decarbonizzazione dei trasporti, compresi quelli marittimi: il lavoro fatto dal CNR, guidato da Nicola Armaroli non lasciava dubbi, sebbene le navi costituiscano solo il 3% dei trasporti, hanno un alto impatto ambientale.

In una pubblicità che sta passando in televisione si parla di navi a GNL. Il gas naturale è composto al 90% da metano: lo studio pubblicato qualche anno fa su Nature sull’impatto delle navi mostrava che le aree con la maggior concentrazione di pm 2,5 emesse da olio combustibile si trovino lungo le principali rotte marittime mondiali: dai porti cinesi, seguono la rotta asiatica, risalgono lo stretto di Suez e poi nel Mediterraneo fino al nord Europa. E nel mar dei Caraibi tra il Golfo del Messico e la Florida.
Uno studio recente racconta come le navi a GNL siano più impattanti rispetto alle navi a combustibile tradizionale – racconta a Report lo stesso Armaroli, dirigente della ricerca del CNR.
E i fumi arrivano nelle città portuali, come Civitavecchia dove, quando tira vento, respirano le i gas dalle navi.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

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