Italia: paese di poeti, navigatorie santi. Una volta: oggi si direbbe il paese dei consiglieri di amministrazione. Sono 8000 persone, i consiglieri delle grandi aziende pubbliche che gravano sul nostro bilancio. Supermanager strapagati, che dobbiamo pagare nonostante la cattiva gestione, i buchi di bilancio, le aziende in fallimento. E che dobbiamo pagare anche per andarsene: perchè loro, la coscienza di andarsene da soli, non c'è l'hanno. Per la legge per cui la coscienza, per tenerla pulita, basta non usarla.
L'inchiesta di Giovanna Boursier per Report è iniziata con i costi dei CdA e degli AD:
Enel
Il CdA costa 2.800.000 euro/anno e nel 2005 il costo è salito a 15.830.000, per la liquidazione a Scaroni: 9,5 ML di euro.
Scaroni fu chiamato dal precedente governo all'Enel dopo un passato poco pulito: condannato per una vicenda di mazzette, ha patteggiato la pena.
Una liquidazione così alta per una bolletta che è salita del 3,5%.
Alitalia
Cimoli, dopo aver lasciato le Ferrovie nel 2004 (con una buonuscita di 6,7 ML di euro), è stato chiamato all'Alitalia. Azienda che ha ricevuto contributi dallo Stato per 7 miliardi di euro dal 1997, sta andando in rovina. Al termine del suo contratto prenderà una buonuscita di 8 ML di euro. Il suo stipendio è di 2 ML di euro.
Ferrovie
Costo del consiglio: 2 ML di euro.
Elio Catania ha preso un risarcimento di 5 ML di euro. Lasciando un buco di 1,7 miliardi di euro.
Anas
Il caso Anas è interessante: il ministro Di Pietro ha licenziato tutto il CdA, che era stato insediato dal precedente governo, per incompetenza. L'Anas ha un buco in bilancio di 5 ML di euro, e ci sono anche delle indagini delle varie Procure per falso in bilancio.
Per le grandi opere il governo avrebbe dovuto spendere 158 miliardi di investimenti: grandi opere che ora non possiamo completare. Oppure che hanno portate a finte inaugurazioni: come la Palermo Messina, servita per la campagna elettorale di Cuffaro.
I consiglieri della passata gestione si difendono dicendo che il ministro sapeva.
Il vecchio CdA fu invitato ad andarsene dal ministro Lunardi nel 2001: ai consiglieri fu pagata una liquidazione coi soldi pubblici. Anche su questo Di Pietro ha chiesto una verifica alla Corte dei Conti.
Perchè Lunardi li mandò a casa? Tra i consiglieri vi era gente come Giuseppe D'Angiolino, il quale revocò alcuni contratti alla Roxoil di Lunardi perchè i loro preventivi erano troppo alti.
Quando Lunardi divenne ministro si sbarazzò dell'azienda dandola ai figli e cacciò il CdA. L'inchiesta ha poi mostrato come Lunardi sia stato una persona con un alto senso della famiglia.
Non solo per figli, ma anche per aver favorito il cognato Giacomo Rozzi, Ergotecna, e il socio di quest'ultimo, Mario Cangiano, della Stone. Azienda specializzata in lavori in galleria.
Nel CdA nominato da Lunardi figurava anche Giovanni Papelo: che riusciva, con grande spirito di altruismo verso se stesso, a conciliare l'incarico di consigliere (con delega sulla Salerno Reggio Calabria) con quello di imprenditore in aziende in Calabria. Come la Sbp Optikal disk. Azienda finita sotto indagine per finanziamenti illeciti.
Altro consigliere disinteressato è Virano: oltre all'Anas, era dentro il consiglio della Sitaf, società di cui Anas è il maggior azionista.
Ora, nel nuovo Cda figurano tecnici come Ciucci (vicino a Prodi) e due ingegneri iscritti all'Italia dei Valori. Del ministro Di Pietro. Vedremo.
Un altro tema affrontato è stato quello degli onorevoli che sono anche consiglieri di aziende pubbliche o private. Come Crisafulli (DS) dentro la società dei Rifiuti di Enna e insegnante persso l'università Core. O come l'onorevole Grimaldi (F.I.).
Il politico dovrebbe essere al di sopra delle parti. Se invece ha interessi anche in aziende private, come può prendere decisioni che siano a favore della comunità e non solo dei propri interessi?
Con tutti questi incarichi, come fanno a non far uso di sostanza stupefacenti?
Marche
Il caso delle Marche è emblematico dell'inefficienza dell'Anas. Per la costruzione delle strade è stata fondata una società, la Quadrilatero S.P.A., coi soldi dell'Anas e di Sviluppo Italia S.P.A.
Già qui la prima stranezza: ma le strade non le dovrebbe fare direttamente l'Anas, senza costruire tante altri piccole aziende (di tipo locale), il che significa altri consigli di amm.ne, cioè altri soldi?
Perchè Quadrilatero deve fare progetti per Anas, quando in Anas esistono già ingegneri pagati apposta?
Nemmeno Di Pietro ci ha visto chiaro: “si sono creati più consigli di amm.ne che strade”.
Chi c'è dietro Quadrilatero? Il dottor Gennaro Pieralisi (marchigiano), il dottor Ramozzi con la benedizione dell'ex ministro Baldassarri (marhigiano pure lui).
Sviluppo Italia
Questa agenzia governativa era già venuta fuori quando si era parlato dello scandalo Finmek: un'azienda che non pagava i fornitori, i dipendenti, ma che continuava a ricevere i soldi dallo stato. I conti della Finmek avrebbero dovuto essere controllati da Sviluppo Italia.
Che è un'agenzia governativa, che avrebbe preso il posto della Cassa per il Mezzogiorno. Dico avrebbe perchè su questa agenzia c'è molto mistero.
La giornalista non riusciva a fare nessuna domanda alle persone che uscivano dal palazzo e al telefono un funzionario le spiegava che era arrivato l'ordine dall'alto di non rilasciarle dichiarazioni, pena la cacciata.
Una specie di Spectre all'italiana?
In ogni caso SI dovrebbe promuovere le aziende al sud, con denaro pubblico (dunque secondo la prassi della politica italica, sprecabile a volontà).
Senza tanti giri di parole Sviluppo Italia nasce per attrarre investimenti all’estero, in realtà finisce per mettere dei soldi in questo o quel progetto, in questa o quella regione, dove c’è tizio da accontentare o caio che in cambio porterà dei voti. Adesso che la barca affonda si dice di cambiare pagina. Dove attracca Italia navigando?
Il governo dovrebbe vendere bene e non regalare al cliente di turno. Deve anche liquidare CDA, dove si contano 176 membri. Alcuni, però, stanno dappertutto. Come Dario Liota e Lina D’Amato che occupano rispettivamente 12 e 14 poltrone, dal Piemonte alla Sicilia.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
è possibile che un governo non abbia l’autorità per sfiduciare il consiglio di una sua società che usa denaro pubblico per favorire le clientele di questo o quel manager? Se così fosse immaginiamo che si continuerà a favorire un capitalismo straccione che fa grandi affari sulle dismissioni dello stato valorizzate con denaro pubblico. Cioè ristrutturo questa impresa quell’ hotel quel villaggio che è sul terreno di un amico o parente, oppure ristrutturo e poi svendo ai Marcegaglia, a Pirelli Re o fiat. E non è possibile dire che nessuno controlla la catena di Maliffari perché ci sono le delibere del Consiglio di Amministrazione e dentro c’è un rappresentante del tesoro. Quando D’Antoni dice che si vuole cambiar pagina, occorre rendere trasparente il sistema di controllo, altrimenti io capisco che il manager butta i soldi dove gli pare, e tanto non deve rispondere a nessuno. Italia ladrona e buona notte. Cosa deciderà di fare la finanziaria di Sviluppo Italia? Staremo a vedere.
Infine il caso della scuola nazionale di cinema, nel cui consiglio è finito Giorgio Tino (per 90000 euro all'anno), dopo aver lavorato come direttore dei monopoli di stato. E la nomina di Meocci come direttore generale della Rai: nomina incompatibile (e lo si sapeva da subito) con la sua vecchia carica.
Ma il nome di Meocci arrivava dal governo e dunque ...
La Rai (cioè noi) pagherà una multa di 14 ML di euro, e chi ha commesso l'errore rimane al suo posto.
Ogni volta, al termine della trasmissione, mi chiedo: ma come è possibile? Che non ci sia nessuna reazione politica ... che i media non facciano da cassa di risonanza per queste informazioni ....
Mah .. dopo la puntata sull'ipotesi di complotto dietro l'11 settembre, la puntata di Report aveva avuto degli strascichi. Forse perchè lì si parlava di fantapolitica, molto più appassionante della cattiva politica dietro Anas, Alitalia, SI, ecc.
Technorati: Report
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