15 giugno 2007

La lettera di Travaglio ai presidenti delle Camere

La lettera di Marco Travaglio ai presidenti delle camere:

Travaglio cita l'articolo di Daniele Luttazzi per cui la vera antipolitica è in Parlamento.

C'è una forte confusione in questo momento: voi presidenti delle camere avete chiesto spiegazioni alla gip Forleo per le intercettazioni, denunciando una violazione dei diritti dei deputati.
Ma la giudice ha solo applicato le leggi che voi avete fatto.
Come la legge Boato.
Ora gli atti, quando vanno in mano agli avvocati, diventano pubblici; non sono più segreti. La gente li deve conoscere per esercitare il suo controllo su ciò che fa la magistratura. Proprio grazie alle vostre leggi i giornalisti oggi lavorano in base a brandelli di intercettazioni che gli avvoati danno loro. Magari solo quelli che interessano (per es. nessuno si chiede perchè nelle intercettazioni il nome di Silvio non compare mai? Perchè il corriere e il Giornale parlano sempre dei soliti nomi Fassino, D'Alema, Prodi, Latorre..).

Voi politici sono tutti d'accordo solo quando si parla di (auto) indulto, aumento di benefit e stipendi, metter un bavaglio alle intercettazioni, proteggersi dalle accuse che provengono dall'esterno della casta ..

Pensate veramente di risolvere i problemi con qualche taglio di stipendio? Dalle telefonate emerge il primato della politica sulla magistratura.
Il sentirsi al di sopra delle parti.
Berlusconi era coinvolto in tutte le scalate. Riceveva Fiorani, incontrava Gnutti.
I suoi uomini (Comincioli e Livolsi) aiutavano Ricucci con Rcs.
Ma siccome controlla giornali e televisioni, riesce sempre a non far parlare di se.

Se in Italia non esistesse Berlusconi con la fairy band dei Previti e dei Dell’Utri, ce ne sarebbe a sufficienza per chiedere le dimissioni di Massimo D’Alema da vicepremier, di Piero Fassino da segretario dei Ds e di Nicola Latorre da vicecapogruppo dell’Ulivo al Senato. Quello che emerge dalle loro telefonate con Giovanni Consorte (e, nel caso di Latorre, anche con il preclaro “compagno” Stefano Ricucci) ha un solo nome: conflitto interessi, e dei più gravi.

Naturalmente tutto il dibattito è falsato dalla presenza in Parlamento di Berlusconi e della fairy band, al cui confronto il gravissimo conflitto d’interessi Ds-Unipol-coop rosse impallidisce. Ma in un paese normale (espressione cara a D’Alema), nel quale dunque Berlusconi & C. fossero già stati sbattuti fuori dalla vita pubblica, i telefonisti rossi se ne dovrebbero andare su due piedi.

Esemplare il caso di Selva, che presenta le sue dimissioni per aver usato un'autoambulanza per arrivare prima in televisione.
Ecco che tutti allora parlano delle dimissioni e non del fatto.
Dimissioni che speriamo vengano respinte. Altrimenti sarebbe un paradosso, visto che in Parlamento siedono Previti (corruzione), Dell'Utri (mafia ed estorsione) e altri 23 pregiudicati.
In commissione antimafia abbiamo altri 2 condannati.
Il cittadino pensa che voi siate al di sopra di ogni sospetto. Ma allora l'antipolitica siete voi? Toglieteci il sospetto.

1 commento:

alduccio ha detto...

Ti ho linkato. Grazie per i complimenti.
Ciao