Cosa c'entra una trasmissione che parla di misteri, condotta da un giallista, col tema dell'amianto?C'entra eccome: perche parliamo di un killer, reponsabile di più di 2000 morti in Italia.
Morti silenziose, perchè le persone morte sono state uccide senza possibilità di scampo. Perchè colpite dal Mesotelioma, o dalla Asbestosi.
E il killer si chiama amianto: la Lana della Salamandra, come la chiamavano i greci.
Un anno, 15 mesi e dopo atroci sofferenze la morte.
Cosa avevano fatto queste persone, per meritarsi queste sofferenze: erano lavoratori di fabbriche dove si produceva o si usava l'amianto.
Come la Eternit di Casale, dove lavorava Mario Pavesi. Morto nel 1983, dopo 20 di lavoro a respirare polvere di amianto.Come i lavoratori nei cantieri di Monfalcone, a Bagnoli, a Piolo vicino Siracusa ...Una strage silenziosa: perchè per anni tutti sapevano (anche i lavoratori) ma nessuno ne parlava fuori dall'azienda. Nessuna inchiesta, nessuna inchiesta giornalistica.
I lavoratori morivano, morivano le mogli, i figli e tutte le persne che hanno respirato l'aria pestilenziale di Casale, pompata fuori dai ventilatori.
Eppure della tossicità dell'amianto esistevano studi sin dagli anni 70; la Germania nazista aveva classificato l'amianto come sostanza pericolosa.
La Eternit si limitò, al crescere delle morti in azienda a cambiare tipo di produzione: da quella a secco a quella in umido.Nei bolletini dell'azienda scriveva "ricordatevi che il fumo uccide".
Ai lavoratori che chiedevano di essere spostati in altri reparti, dopo aver passato anni a repirare amianto, i dirigenti rispondevano "se lei è repoccupato tanto alla salute, sa dov'è la porta".
Morti silenziose, perchè le persone morte sono state uccide senza possibilità di scampo. Perchè colpite dal Mesotelioma, o dalla Asbestosi.
E il killer si chiama amianto: la Lana della Salamandra, come la chiamavano i greci.
Un anno, 15 mesi e dopo atroci sofferenze la morte.
Cosa avevano fatto queste persone, per meritarsi queste sofferenze: erano lavoratori di fabbriche dove si produceva o si usava l'amianto.
Come la Eternit di Casale, dove lavorava Mario Pavesi. Morto nel 1983, dopo 20 di lavoro a respirare polvere di amianto.Come i lavoratori nei cantieri di Monfalcone, a Bagnoli, a Piolo vicino Siracusa ...Una strage silenziosa: perchè per anni tutti sapevano (anche i lavoratori) ma nessuno ne parlava fuori dall'azienda. Nessuna inchiesta, nessuna inchiesta giornalistica.
I lavoratori morivano, morivano le mogli, i figli e tutte le persne che hanno respirato l'aria pestilenziale di Casale, pompata fuori dai ventilatori.
Eppure della tossicità dell'amianto esistevano studi sin dagli anni 70; la Germania nazista aveva classificato l'amianto come sostanza pericolosa.
La Eternit si limitò, al crescere delle morti in azienda a cambiare tipo di produzione: da quella a secco a quella in umido.Nei bolletini dell'azienda scriveva "ricordatevi che il fumo uccide".
Ai lavoratori che chiedevano di essere spostati in altri reparti, dopo aver passato anni a repirare amianto, i dirigenti rispondevano "se lei è repoccupato tanto alla salute, sa dov'è la porta".
Ecco, questo è stato l'atteggiamento della Eternit, in merito a questa strage.
Finchè non è iniziata, a Casale, la battaglia contro l'amianto: portata avanti da due sindacalisti (Bruno Pesce e Nicola Pondrano), un giornalista, Gianpiero Rossi e una dottoressa, Daniela Degiovanni. Una oncologa, che iniziò a mettere assieme i casi, le malattie segnalate, per trovare delle correlazioni.
Era il 1978. Iniziano gli scioperi, i sit-in e le prime cause civili contro la Eternit.
Nel 1981 inizia il processo, intentato da 80 lavoratori messi in prepensionamento dall'azienda senza l'accordo dei lavoratori.
Nel 1987 arriva la sentenza di Cassazione che riconosce i danni dell'esposizione all'amananto. Non si parla più di malattia professionale, come si intendeva fino ad allora.
Intanto nel 1986 l'azienda a Casale chiude, il ramo italiano dell'azienda decide il fallimento; il ramo francese dell'azienda sceglie di rilevarla, ma viene stoppato dal sindaco della città: che emana il divieto di prooduzione di amianto.
Si crea la prima associazione vittime, che intenta causa per 1700 morti: il processo arriva alla sentenza di primo grado del 06/1993.
In primo grado i dirigenti della Eternit vengono condannati per omicidio colposo.
In appello vengono riconosciute le attenuanti: molte delle morti vanno in prescrizione, eccetto il caso di Evasio Coppo "il palombaro". Voleva vedere il figlio crescere: non ci riuscirà, perchè muore a 60 anni.
Il caso del signor Coppo arriva in Cassazione nel 1997, che conferma la condanna dei dirigenti Eternit. Condanna che sancisce una situazione sotto gli occhi di tutti: negli anni 90, le statistiche raccolte dal sindacato parlano di 40-45 persone morte ogni anno per Mesotelioma.
Nel frattempo è arrivata la legge 257 del 1992, che proibisce la produzione di amianto e impegna lo smantellamento e bonifica delle strutture che contengono amianto.
Si crea un comitato che riunisce le vertenze dei lavoratori che hanno subito l'esposizione all'amianto: nel 2004 gli avvocati che rappresentano le parti civili presentano al tribunale di Torino, al procuratore Guariniello, carte e studi raccolti.
Le colpe non sono ascrivibili ai dirigenti italiani, ma questa inchiesta investe anche dirigenti esteri: Stephan Schmidheiny, il fratello Tomas (assistito da Carlo Malinconico, segretario generale di Palazzo Chigi nel precedente governo Prodi) e il loro socio belga, barone Louis De Cartier de Marchienne.
Quando si farà (se si farà), sarà un maxi processo su cui ci sarà molto da dire.
Per il momento, per tutti i lavoratori che entravano nella Eternit di Casale nella speranza di cambiare vita, e che invece hanno perso la vita, per i loro familiari, per i figli, rimane solo la magra consolazione del fatto che oggi l'amianto è diventato un fatto di cronaca di cui parlano i giornali.
Forse, anche quando si terrà il maxi processo contro dirigenti che cosideravano le morti per amianto un rischio di impresa sostenibile, le morti per amianto non saranno più morti silenziose.
Ricordiamo i numeri:
2960 morti per amianto in Italia (solo quelli censiti, eslusi i casi finiti in prescrizione)
800 morti per Mesotelioma solo a Casale.
Grazie però all'indulto votato dal Parlamento il 29 luglio 2006, gli imprenditori imputati hanno rifiutato di risarcire le ultime vittime (come invece avevano fatto fino a quel momento) in quanto ben consapevoli di non rischiare più di finire in carcere grazie allo sconto di pena.
Grazie però all'indulto votato dal Parlamento il 29 luglio 2006, gli imprenditori imputati hanno rifiutato di risarcire le ultime vittime (come invece avevano fatto fino a quel momento) in quanto ben consapevoli di non rischiare più di finire in carcere grazie allo sconto di pena.
7 commenti:
a casale i morti per mesotelioma per esposizione alle polveri di amianto non erano solo i lavoratori della Eternit. le polveri si depositavano sui balconi di tutte le case della città. non limitatevi per favore a parlare di morti bianche solo perchè è un argomento di attualità. esistono altre vittime dell'amianto che meritano il vostro compianto. grazie. nicoletta
purtroppo il problema amianto è una ferita ancora aperta in tante, troppe parti d'Italia. Vicino casa mia, a San Filippo del Mela (ME),operava la SACELIT....anche li si lavorava l'amianto....ed anche li, purtroppo, se ne piangono anche oggi i morti! La cosa che fa più male, però, è vedere ancora i tetti di interi capannoni industriali, vicino il centro abitato, ricoperti da lastre di eternit ... rimaste li da non so quanti decenni ... a fa r covare sotto la cenere un pericoloso killer....Ele leggi pe rgli smaltimenti ci sono...perchè non si applicano?
In effetti Lucarelli è stato preciso su questo punto (io un pò meno): di amianto si sono ammalati in tanti, non solo i lavoratori in fabbrica.
In merito alle bonifiche, non si fanno perchè costano. Perchè i morti poi non votano. Perchè riguardano persone che possono morire in modo silenzioso
Aldo
AMIANTO: Killer del secolo XXI
Domenica 21 settembre la RAITRE ha trasmesso con la rubrica “BLUNOTTE” un dossier sul pericolo amianto. Servizio veramente eccellente e interessante, l’unico mio rammarico e di aver constatato con sommo dispiacere che si è parlato solo delle fabbriche del nord. Si sono verificate circa 2000 decessi e chissà quanti ammalati, non solo operai, ma anche impiegati e dirigenti. Le famiglie colpite sono tantissime, organizzate in associazioni, mentre al Sud, niente!
Ho lavorato per circa 40 anni in una grossa azienda elettromeccanica di Napoli, quest’anno i medici mi hanno diagnosticato un tumore dovuto all’amianto (Mesotelioma peritoneale maligno), la mia vita è cambiata, ma vado avanti, fiducioso nei medici che mi seguono e nell’aiuto di Dio
Non si comprende perché da noi non se parla per niente di questo problema, abbiamo avuto tanti morti e addirittura intere famiglie distrutte. Forse interessa solo l’argomento “munnezza”. Omertà assoluta è vergognoso! Forse voluta da qualcuno sicuramente disonesto. Silenzio assoluto dei Sindacati, degli imprenditori, delle Autorità politiche, e a volte anche dalle stesse famiglie colpite.
Bisogna assolutamente informare del pericolo che corrono, quei lavoratori che hanno avuto contatto con l’amianto, anche se respirato dall’ambiente. Abbiamo avuto lavoratori che sono deceduti e sono molti tutt’ora ammalati per causa amianto. Persone che hanno lavorato una vita intera senza conoscere il pericolo che correvano in queste aziende: Eternit di Bagnoli — 0ff. Fiore Firema di Ercolano- 0ff. Avis di Castellammare — Sofer di Pozzuoli — Ansaldo Trasporti di Napoli — Ilva Bagnoli — Fincantieri di Castellammare. L’amianto uccide anche dopo 15 20 anni perché va in incubazione nel nostro organismo e il picco di questo “killer assassino” arriverà fra 15 anni.
Invito tutti i lavoratori che sono stati a contatto con l’amianto di sottoporsi a controlli preventivi, l’amianto è un Killer in agguato pronto a colpire. È vergognoso che da noi non se ne parla, il Nord è più organizzato (è la solita storia della disorganizzazione e dell’omertà), tra l’altro dovuta certamente dai soliti disonesti che speculano sulla sofferenza dei poveri ammalati.
LORIDO GENNARO
PORTICI
Hai ragione, solo un accenno a Priolo e Bagnoli.
Dell'amianto al sud mi ricordo il racconto di Iacona nel suo lungo viaggio "W l'Italia in diretta", fatto nell'estate del 2007.
Parlava del petrolchimico di Gela e delle morti, altrettanto atroci, altrettanto silenziose.
http://unoenessuno.blogspot.com/2007/07/w-litalia-diretta-inquinati.html
Ciao e grazie
Aldo
Hai ragione, solo un accenno a Priolo e Bagnoli.
Dell'amianto al sud mi ricordo il racconto di Iacona nel suo lungo viaggio "W l'Italia in diretta", fatto nell'estate del 2007.
Parlava del petrolchimico di Gela e delle morti, altrettanto atroci, altrettanto silenziose.
http://unoenessuno.blogspot.com/2007/07/w-litalia-diretta-inquinati.html
Ciao e grazie
Aldo
STO COMBATTENDO UNA BATTAGLIA CON LE ISTITUZIONI LOCALI PER SENSIBILIZZARLE SUL PROBLEMA DELL'AMIANTO NELLA CASE POPOLARI DELLA MIA ZONA (VIA PRENESTINA, ROMA). VI COPIOINCOLLO LA MIA LETTERA INVIATA OGGI ALLA REDAZIONE DI ANNOZERO. CHIUNQUE ABBIA QUALCHE CONSIGLIO DA DARMI LO RINGRAZIO MOLTO. (bilobiolo@tiscali.it)
"Egregia Redazione di Annozero,
Vorrei che si parlasse del pericolo AMIANTO nelle abitazioni private.
Io abito in un palazzone popolare sulla Prenestina (Roma, zona Villa Gordiani), e tutti i palazzi della mia strada hanno vecchie e fatiscenti TETTOIE DI ETERNIT, oltre ai camini, cassoni raccolta acqua, rivestimento tubi, e Dio sa quanto altro AMIANTO dobbiamo respirare.
La mia situazione è simile a quella del ragazzo delle "White".
Anche l'anno scorso vi ho segnalato il problema.
La settimana scorsa, a Blu Notte, ho avuto conferma del fatto che basta respirare anche solo una particella per prendersi un CANCRO INCURABILE.
Sto provando a sollecitare controlli da parte degli enti pubblici competenti, ma tutti fanno SCARICABARILE.
Non mi rimane che fare una DENUNCIA PENALE, ma ho molta paura di rappresaglie da parte di condomini non consapevoli dei rischi.
Sono disponibile a fornire ogni ulteriore notizia sulla mia storia (articolo apparso su "La Repubblica" - Cronaca Roma del 26.5.08, e cronistoria di tutti gli enti da me contattati).
Grazie per l'attenzione ed in bocca al lupo per tutto.
W I GIORNALISTI LIBERI!"
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