Sto leggendo questo libro "Settanta" di Simone Sarasso, un ragazzo che nella foto in terza di copertina ricorda il Coliandro di Lucarelli.
Eppure, a poco più di 30 anni ha scritto "Confine di Stato" e "Settanta" appunto: due romanzi in cui il lettore è proiettato senza paracadute negli anni più torbidi della nostra storia.
Gli anni 50 e 60: gli intrighi per il potere nell'Italia democristana, post fascista (nelle apparenze). Un periodo raccontato attraverso tre episodi chiave: il caso di Wilma Montesi, la morte del presidente dell'Agip Enrico Mattei e la strage di Piazza Fontana.
Qui si parte dal Golpe Borghese, il golpe dell'Immacolata della notte del 8 dicembre del 1970, per risalire a tutti gli episodi che noi oggi abbiamo raccolto nella strategia della Tensione, gli anni di piombo.
Simone ha scelto di raccontare la Storia, facendo uso di personaggi non-personaggi.
Mi spiego: è semplice vedere dietro il presidente Argento un Aldo Moro o dietro l'omino Giulio Andreotti. Gelli dietro il Gran Maestro.
Ma questi personaggi partono poi assumono una loro fisionomia, un carattere, che diverge dalla storiografia vera. Come anche alterati sono parte dei fatti raccontati: la strage di Piazza della loggia spostata di un anno per esigenze narrative.
Come mai questa scelta? Lo scoprirete se arrivate a leggere fino a pagina 684, oppure se vi fidate di quanto vi dico.
Come fare per ricreare il clima, il contesto, cosa sia veramente avvenuto nella notte dell'Immacolata del 1970? Le carte processuali raccontano stralci della cronaca. "Pennellate isolate" come le chiama l'autore.
Che a questo punto, deve supporre, andare a naso, inventare.
Sostituendo personaggi veri a quelli reali (il generale Borghese col colonnello Kurtz), o alterando il carattere di questi, il lettore si troverà in un universo narattivo alterato, frutto delle invenzioni romanzesche.
Perchè?
Perchè Simone ha voluto ricostruire il sapore di quel tempo là, piuttosto che non mettere nero su bianco i responsabili delle stragi, delle morti, delle deviazioni.
Ancora oggi, dopo più di 30 anni siamo qui a chiederci quante borse c'erano nella banca dell'Agricoltura a Piazza Fontana.
Quali le responsabilità del generale Delfino a Brescia.
E' vero, non arriverete a scoprire i nomi.
Ma sentirete sulla vostra lingua il sapore del sangue, per gli scontri di piazza. L'odore asfissiante dei lacrimogeni. Il sapore di cordite, il piombo degli anni di piombo. La parlata dei "ligera" a Milano, la Milano dove si muove Ettore Brivido (anche qui, è facile vedere un cero Renato Vallanzasca).
Entrerete nelle sale dove i fratelli massoni hanno deciso come alterare il baricentro della storia italiana, assieme ai nostri cari governanti e agli esponenti dei servizi, non deviati, ma al servizio del potere. Potere criminale.
E' la storia che è stata adattata ai personaggi e non viceversa. Un romanzo corale, dove tutto e tutti sono legati con tutto.Se Simone sarà riuscito nel suo intento, lo scopriremo solo a fine lettura.Che vi assicuro sarà appassionante.
Eppure, a poco più di 30 anni ha scritto "Confine di Stato" e "Settanta" appunto: due romanzi in cui il lettore è proiettato senza paracadute negli anni più torbidi della nostra storia.
Gli anni 50 e 60: gli intrighi per il potere nell'Italia democristana, post fascista (nelle apparenze). Un periodo raccontato attraverso tre episodi chiave: il caso di Wilma Montesi, la morte del presidente dell'Agip Enrico Mattei e la strage di Piazza Fontana.
Qui si parte dal Golpe Borghese, il golpe dell'Immacolata della notte del 8 dicembre del 1970, per risalire a tutti gli episodi che noi oggi abbiamo raccolto nella strategia della Tensione, gli anni di piombo.
Simone ha scelto di raccontare la Storia, facendo uso di personaggi non-personaggi.
Mi spiego: è semplice vedere dietro il presidente Argento un Aldo Moro o dietro l'omino Giulio Andreotti. Gelli dietro il Gran Maestro.
Ma questi personaggi partono poi assumono una loro fisionomia, un carattere, che diverge dalla storiografia vera. Come anche alterati sono parte dei fatti raccontati: la strage di Piazza della loggia spostata di un anno per esigenze narrative.
Come mai questa scelta? Lo scoprirete se arrivate a leggere fino a pagina 684, oppure se vi fidate di quanto vi dico.
Come fare per ricreare il clima, il contesto, cosa sia veramente avvenuto nella notte dell'Immacolata del 1970? Le carte processuali raccontano stralci della cronaca. "Pennellate isolate" come le chiama l'autore.
Che a questo punto, deve supporre, andare a naso, inventare.
Sostituendo personaggi veri a quelli reali (il generale Borghese col colonnello Kurtz), o alterando il carattere di questi, il lettore si troverà in un universo narattivo alterato, frutto delle invenzioni romanzesche.
Perchè?
Perchè Simone ha voluto ricostruire il sapore di quel tempo là, piuttosto che non mettere nero su bianco i responsabili delle stragi, delle morti, delle deviazioni.
Ancora oggi, dopo più di 30 anni siamo qui a chiederci quante borse c'erano nella banca dell'Agricoltura a Piazza Fontana.
Quali le responsabilità del generale Delfino a Brescia.
E' vero, non arriverete a scoprire i nomi.
Ma sentirete sulla vostra lingua il sapore del sangue, per gli scontri di piazza. L'odore asfissiante dei lacrimogeni. Il sapore di cordite, il piombo degli anni di piombo. La parlata dei "ligera" a Milano, la Milano dove si muove Ettore Brivido (anche qui, è facile vedere un cero Renato Vallanzasca).
Entrerete nelle sale dove i fratelli massoni hanno deciso come alterare il baricentro della storia italiana, assieme ai nostri cari governanti e agli esponenti dei servizi, non deviati, ma al servizio del potere. Potere criminale.
E' la storia che è stata adattata ai personaggi e non viceversa. Un romanzo corale, dove tutto e tutti sono legati con tutto.Se Simone sarà riuscito nel suo intento, lo scopriremo solo a fine lettura.Che vi assicuro sarà appassionante.
Il suo blog.
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