11 maggio 2009

Report il re è nero!

Report, con l'inchiesta di Mondani, è entrata nel paradiso fiscale della porta accanto.Nello Stato città di San Marino: 31000 abitanti, 12 banche e 59 finanziarie.
Sarebbe solo un paesino in cima alla montagna, in cui il tempo si è fermato all'epoca risorgimentale.
Peccato che le cronache giudiziarie raccontino un'altra realtà: quella legata al riciclaggio del denaro.

Come l'inchiesta che ha portato alla decapitazione dei vertici della Asset bank, controllata dalla Cassa di Risparmio di San Marino, la banca più importante della città.Inchiesta partita dalla procura di Forlì, che ha messo sotto inchiesta 35 funzionari della banca, per il reato di riciclaggio, usato per occultamento di altri reati.

Perchè San Marino è considerato dall'OCSE e dall'ente Moneyval un paradiso fiscale?
A San Marino esiste il segreto bancario. Le società possono essere anonime (non sai chi c'è dietro).
Il livello di tassazione per le imprese è molto basso (14%, contro il 33% italiano).
Non esiste dogana, dunque sulle strade che portano a San Marino circolano furgoni portavalori (come quello del Monte dei Paschi di Siena):

Partivano assegni e tornava denaro contante. Tanto denaro: un miliardo e duecento milioni in banconote da 500 euro, soltanto tra il 2004 e il 2008. Un fiume di soldi con arrivo e traguardo sulla vetta del Monte Titano, in quel paradiso off shore autoctono che risponde al nome di San Marino. Un viaggio attraverso le linee d'ombra del sistema finanziario che ha consentito di ripulire denaro di dubbia provenienza.

2,5 milioni di euro, molti in banconote da 500 euro, trasferiti senza dichiarare nulla, dalla Banca d'Italia a SM.

Di cittadini italiani su macchine sanmarinese carichi di assegni, fatture, denaro oltre la soglia dei 10000 euro.
Un bel traffico, sotto gli occhi della Guardia di Finanza, che avrebbe bisogno di maggiori uomini per i controlli; della Banca di Italia che sapeva e ha chiuso gli occhi sui traffici (lameno questo è quello che sosteneva un insider dell'Istituo di vigilanza).

In periodo di crisi si potrebbe puntare sulla lotta all'evasione (100 miliardi di euro), anzichè sui tagli indiscriminati al settore pubblico.
Nei paradisi fiscali si stima siano depositati 7000 miliardi di dollari: durante il G20 si era parlato di lotta ai paradisi (che avrebbe come ulteriore effetto, la lotta alla criminalità organizzata, che sfrutta proprio queste zone franche per riciclare denaro, per aprire imprese..).

Invece, dopo G2, tra il ministro Frattini e l'equivalente sanmarinese, il ministro se ne è uscito con "San Marino si è messo sulla bouna strada".
La strada di tutte le imprese e di italiani che si sono trasferiti sul Monte Titano per non pagare le tasse (6000 imprese). Per sfuggire ai controlli ("sono il re del nero .." diceva il presidente della Asset Stefano Ercolani).

E' che il paradiso fa comodo a tanti: un altro aspetto affrontato dall'inchiesta è la cosidetta esterovestizione delle imprese.
Significa che un'impresa può aver sede a San Marino, e godere dei benefici fiscali, e fare affari in Italia.

Come la Karnak, che ha vinto un appalto con la Consip per la fornitura di carta per uffici.
Una situazione, da quanto emerge nell'inchiesta, di concorrenza sleale: azienda italiana, mercato italiano. E tasse pagate (al 4,8%) a San Marino.
E la concorrente, la Errebian costretta a rivolgersi al Tar del Lazio per avere giustizia.
Agenti di vendita in nero.Banche sanmarinese che controllavano banche italiane e avevano conti in esse per far perdere le tracce delle banconote.Aziende anonime (chi sta dietro? La ndrangheta?).
Report ha messo il dito nella piaga. Anche la Banca d'Italia, notizia di questi giorni passata sotto silenzio, sta correndo ai ripari.Commissariando il gruppo bancario Delta, che vedeva proprio come socio di maggioranza la Cassa di Risparmio di San Marino.
Perchè i paradisi fiscali, non sono paradisi per tutti.
Techorati:

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