13 maggio 2009

Sotto un cielo cremisi di Joe Lansdale

Era una sera e Hap se ne stava accollolato a Brett, la sua donna e viveva un momento di pace e tranquillità ...
Inizia così, il lungo racconto di "Sotto un cielo cremisi": una storia piena di scazzottate, scontri a fuoco, morti, sangue e pallottole.

Che parte da un favore che Hap e Leonard fanno all'amico Marvin, ex poliziotto: recuperare la nipote Gadget, dalle grinfie di un gruppo di spacciatori. Quello che sembrava il solito incarico da risolvere alla solita maniera (un cane da far volare fuori dal tugurio dove queste persone vivono, qualche testa da spaccare) diventa poi una faccenda complicata. Perchè dietro c'è la Dixie mafia, poliziotti a libro paga e dei killer che decidono di fargli la pelle per davvero.
Ci sarà da sparare e uccidere. Per salvarsi dall'accusa di omicidio, Hap e Leonard (il democratico bianco e il repubblicano nero, "così frocio che i froci mi danno del frocio") vengono costretti dall'FBI ad entrare in un'altra missione poco ortododossa.Recuparare il figlio di uno dei boss del gruppo mafioso, che è scappato con dei soldi della banda, e che per collaborare con i "buoni" pone questo come condizione.

Recuperare le persone dai cattivi inizia a diventare un'abitudine: ma ai due si uniscono due altri personaggi. "Jim Bob" (presente nei altri episodi della saga di Hap e Leonard ) e un certo Tonto: diventano così i quattro moschettieri figli di puttana.
Altre scazzotate, altre sparatorie e infine l'incontro con Vanilla Ride: un killer femmina, spietata, lucida, ma con una sua etica e valori.

Come va a finire lo scoprite leggendo il libro. Sappiate solo che, come in altri, emerge dalle coscienze dei due protagonisti la domanda su chi siano i giusti e chi i veri cattivi? Abbiamo sparato, picchiato e ne siamo usciti vivi (e loro morti) perchè loro se lo meritavano?

Tentai di dormire, la testa su un lato e gli occhi puntati sulla confusa sagoma della cornice in cui Brett aveva messo la fotografia di me e Leonard con l'orsa Cindy. Era sul comodino. Rotolai giu dal letto e andai a guardare dalla finestra.
La luna era quasi piena, e la sua luce entrava di taglio nella stanza e cadeva sulla moquette e sull'estremità del letto.Quella luce mi faceva uno strano effetto, come se mi bastasse allungare un piede per vederla svanire. Era come se dentro di me qualcosa avesse cambiato posizione per cadere in profondità, tra le ombre, e qualunque posizione avessi deciso di assumere - seduta, sdraiata, eretta - nessuna luce avrebbe mai più potuto o voluto illuminarmi.


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